Tutti i contenuti di Alberto Spinazzi
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Tipo: BlogMer, 08/09/2021 - 13:09
Non so quanti siano i lettori che considerano Georges Simenon un grande scrittore, e quanti invece lo considerino un bravo scrittore che di grande ha il mestiere. Io sono tra quest'ultimi.
Gli estimatori tradizionali dello scrittore belga rimarranno delusi da questo romanzo pubblicato da Adelphi: La mano (traduzione di Simona Mambrini). L’autore cerca di uscire dalle sue trame e imbastisce una storia povera sia di spunti narrativi sia di colpi di scena. É stato definito un romanzo psicanalitico, una riflessione sul sé esulle conseguenze delle proprie azioni. Simenon imposta un romanzo sul combattuto rimorso di un uomo che crede di aver lasciato morire il suo migliore amico non soccorrendolo nel corso di una tempesta. In un continuo confronto tra realtà e subbuglio mentale, la sua vita va avanti e lui arriva a portarsi a letto la moglie dell’amico morto, confrontandosi col silenzio giudicante della moglie. Come sempre Simenon mantiene il ritmo di cui è maestro, ma il solo...
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Tipo: BlogVen, 09/07/2021 - 10:54
È la prima volta che Resoconto parigino viene tradotto in italiano (grazie a Marco Federici Solari e a L’Orma editore). Una decisione tardiva che contribuisce ad approfondire la conoscenza del pensiero dell'intellettuale tedesco.
Nell’ottobre 1926 Thomas Mann – che aveva già pubblicato La morte a Venezia e I Buddenbrook – si reca a Parigi per nove giorni insieme alla moglie. Riconosciuto scrittore borghese, a cinquant'anni è celebre in tutta Europa (tre anni dopo riceverà il Premio Nobel), ma è soprattutto la Francia la nazione che lo lega a una serie di distanze e avvicendamenti culturali e antropologici. La Grande Guerra è finita da otto anni. Ancora pochi per ristabilire gli equilibri europei.
Chiamato a tenere un...
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Tipo: BlogLun, 07/06/2021 - 10:30
I delitti di Alice di Guillermo Martinez (Marsilio, traduzione di Valeria Raimondi) prova che i romanzi è facile, o non troppo difficile, iniziarli, ma faticoso terminarli. Un'ulteriore prova riguarda la specificità “gialla” a cui appartiene (sebbene tale attributo nel suo caso non suoni del tutto pertinente): prosa scorrevole, intrigo, suspense, ritmo, ma finale troppo sbrigativo e inconcludente. Se la letteratura “gialla” per paradosso ha il difetto di non avere difetti, in quanto avvince il lettore indipendentemente da preoccupazioni di stile, un vero difetto è quello di cedere, per la maggior parte dei casi, a epiloghi approssimativi (difetto che hanno pure i film “gialli”). Il perché dipende dall'esigenza, vien da dire l'obbligo, di offrire soluzioni finali, insomma risolvere il “caso”, cosa difficile da attuare proporzionalmente all'intensità, spesso pletorica, profusa nel corso delle “indagini”. Il romanzo “giallo” I delitti di Alice di Guillermo Martinez non fa eccezione, ma è pur vero che rispetto alla norma dei “gialli” ha qualcosa di...
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Tipo: BlogVen, 07/05/2021 - 10:30
Juan Josè Saer è uno scrittore argentino e nel panorama della letteratura latino-americana ha sempre combattuto le facili fascinazioni che essa ha prodotto nella maggior parte dei lettori. Si è scagliato sia contro i critici sia contro i lettori accusandoli più o meno implicitamente di mancato approfondimento, fermi alla stereotipata formula del “realismo magico”. La polemica gli è costata la scarsa considerazione di cui è stato oggetto sia presso il pubblico sia presso la critica. La coerenza di quanto egli professava è provata dal testo del romanzo L'occasione (La nuova frontiera, traduzione di Gina Maneri) in cui non sembra voler concedere nulla alle comodità del lettore.
Un uomo, la moglie, l'amico della coppia. Il famoso triangolo di tanta letteratura. Il marito sospetta che la moglie lo tradisca con l'amico. La gelosia, tormento conseguente all'amore. Saer non si sottrae dal trattare la gelosia, con la fondamentale differenza che nel suo romanzo la parola “amore” non viene mai citata.
L'ossessione della gelosia...
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Tipo: BlogMar, 06/04/2021 - 12:30
Suona imbarazzante recensire un testo la cui qualità paradossalmente a giudizio del recensore costituisce pure il suo difetto. Cercheremo di spiegarne le ragioni.
Strano caso il romanzo di Bajani: il bello prevale sul brutto, ma è proprio il bello a provocare la riserva sulla tenuta complessiva del libro. Per bello si intende un eccesso di poesia. O meglio: la scelta poetica dello scrittore nel trattare il tema prefissato.
Tema indubbiamente stimolante. La casa come contenitore e diffusore di famiglia e solitudine, amore e dolore, vita e morte. Che un simile oggetto, dei più concreti, fatto di mattoni e calcestruzzo, cemento armato, ferro, legno, pietra, venga trattato poeticamente è da considerarsi senz'altro “valore aggiunto”. Ma troppe espressioni poetiche non è detto formino un romanzo...
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Tipo: BlogLun, 15/03/2021 - 11:30
Nel suo romanzo Ultima notte a Manhattan, scritto nel 1996 e pubblicato da Einaudi nel 2021 (traduzione di Alfredo Colitto), Don Winslow, presenta uno stile narrativo diverso da quello dei suoi successivi lavori. Rispetto alla prevalente ambientazione in cui si muovono i suoi personaggi di confine tra Stati Uniti e Messico, tra scenari extraurbani, narcotrafficanti, prostitute e atmosfere alla “Tarantino”, in quest'ultimo romanzo è la New York degli anni Cinquanta a imperare.
Se la scelta di ambientare la storia interamente a New York appare da un lato azzeccata, non mancando di attirare il lettore, dall’altro si sussegue in maniera stereotipata e troppo turistica (quasi da dépliant pubblicitario), al seguito di un protagonista che non manca mai di inneggiare alla “città più bella del mondo”. Non è certo la prima volta che in letteratura una città si eleva a simbolo vitale, ma in questo caso, proprio perché si...
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