Sul Romanzo, HabanerO e l'importanza del 'fare qualcosa'
Autore: Marta TraversoVen, 19/11/2010 - 09:12
Perché la passione conta, prima dei soldi
Qualche mese fa mi hanno proposto di partecipare alla creazione di un'associazione giovanile. Sono andata alle prime assemblee ubriaca di entusiasmo, pensando a quanto sia bello (importante, figo, significativo, scegliete voi l'aggettivo che preferite) che in una società come quella di oggi esistano ancora dei giovani con la voglia di fare qualcosa.
Non avevo però tenuto conto di due variabili. Uno: il luogo comune dominante su noi genovesi (dalle mie parti si dice pignasecca) è realtà più spesso di quanto non pensiamo. Ogni cosa va fatta se si ha un tornaconto, un guadagno, un feedback misurato in euro. Possibilmente in banconote.
Due: il precariato ci sta uccidendo. Giovani laureati che sarebbero (saremmo?) disposti ad accettare un impiego da lavacessi a tre euro l'ora pur di non sentirci disoccupati, relitti umani e così via. La progettualità non mette il pane sulla tavola, a meno che il progetto non sia rapinare una banca (e quindi guadagnare nell'immediato). Spendere anche solo qualche ora alla settimana nelle attività di un'associazione è pura perdita di tempo quando ci si deve sbattere nel cercare lavoro e nell'incazzarsi perché non lo si trova.
Ora vi chiederete: qual era lo scopo dell'associazione? Vorrei tanto saperlo anche io. Quando si è provato – a più riprese – a lanciare la domanda, la risposta era sempre la stessa: “Ma sì, ma sì, gli scopi li sappiamo, pensiamo a come guadagnarci”.
Io ho un blog. Lo aggiorno quasi ogni giorno da un anno e mezzo, e non ho ricavato un solo euro. Eppure il solo pensare di chiuderlo mi fa venire un nodo allo stomaco. Morgan ha un blog. Lo ha aperto da solo, e per mesi non ha ricavato un solo euro. Dopo un anno e mezzo, il risultato è davanti ai vostri occhi. E fra qualche settimana sarà ancora più tangibile. Alcuni fra voi che mi state leggendo hanno un blog. Lo aggiornate più o meno spesso, e scommetto che neppure voi avete ricavato un solo euro. Lo chiudereste per così poco.
Io non ho un lavoro a tempo indeterminato, come non lo ha una buona parte di voi. La voglia di progettare però non mi manca. Se riguarda scrittura, web 2.0 e blog, prendo in considerazione (e spesso accetto) qualunque cosa mi si proponga. Il guadagno è quasi nullo, ma la soddisfazione è impagabile.
Per tutte queste ragioni sorrido a scoprire che il collettivo HabanerO (di cui vi avevo già parlato in un post precedente) ha pubblicato due nuovi libri e terrà una serata nel più importante palazzo genovese, Palazzo Ducale. L'evento avrà luogo in Sala Dogana sabato 27 novembre, a partire dalle 17.30.
HabanerO mi piace perché è un collettivo letterario-artistico formato da giovani. Forse talmente giovani da non conoscere ancora i drammi del precariato. O forse talmente giovani da conoscerli e fregarsene (che è la categoria che mi piace di più). Il loro ultimo acquisto ha solo 20 anni: Michele Lorefice ha scritto il bellissimo Il cielo in rovina, storia d'un adolescente che non si accontenta del mondo che gli è stato dato e che percorre il suo lungo viaggio verso la vita. Una storia ricca di riflessioni e filosofia, in cui molti potranno ritrovare un po' dei se stessi di un tempo.
HabanerO è ragazzi e ragazze che amano Genova. Sì, proprio la città dei vecchi tirchi e 'mugugnoni', la città dove non succede mai niente, la città in cui trovare un bar aperto la domenica è un'impresa. La amano al punto da dedicarle tutti i loro libri, fino a prendere a prestito capolavori del cinema come C'era una volta in America e Pulp fiction e impastarli in novelle in salsa ligure. Questo è Paura e delirio a Genova.
Se non vi accontentate di sopravvivere, se amate lo stile letterario underground, carico di arte, musica, letteratura, sesso & amore, se volete conoscerli meglio e pubblicare con loro, scoprite come fare.
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