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Video pruriginosi, seni e femminilità – sesta parte

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Di Morgan Palmas

Società e letteratura sexy, donne e femminilità 

Il blog Sul Romanzo e milioni di altri blog, o siti, o social network non sono sufficienti per creare ciò che definivo la scorsa volta *aggregazione di vitalità*, o meglio, non possono rappresentare l’unico motore per accendere con passione lo spirito critico in maniera capillare fra la gente. 

Se da un lato, la tanta informazione/comunicazione online influenza le opinioni di numerose persone, dall’altro lato, è evidente che con i tassi minimi di alfabetizzazione digitale italiana una gran fetta della popolazione non è lambita da argomentazioni, commenti e polemiche che si scatenano nei luoghi di confronto virtuali. Non è banale sostenere che il mondo online non è una piccola, ma una piccolissima porzione degli italiani.
Là fuori ci sono persone che non conoscono affatto che cosa sia un blog o un social network come Facebook. 

Ecco la ragione per la quale parlavo di prendersi ognuno una responsabilità, che vada oltre il nostro quotidiano lavoro, che sia in un’associazione di volontariato, culturale o politica non importa, certo è che coltivare un piccolo orticello costituito soltanto di lavoro e famiglia non permette poi di lamentarsi della società italiana, la quale necessita di persone che si incontrino per obiettivi comuni e che mirino alla miglioria di quanto ci circonda. 

Il proprio lavoro non basta più. 
Questo dovrebbe essere chiaro oramai.

Le aggregazioni di vitalità dovrebbero aumentare, mettendo in contatto persone con i più diversi bagagli esperienziali, solo così è possibile prevedere una società più evoluta e consapevole. E in questo c’è bisogno di tanta femminilità, che contrasti la più diffusa violenza – dialettica e fisica – degli uomini.
Osservate i seguenti dati della popolazione carceraria in Italia:


REGIONE

Capienza
Presenza

Regolamentare
Tollerabile


U
D
Tot
U
D
Tot
U
D
Tot



1396
59
1455
2125
83
2208
1862
61
1923



384
24
408
595
33
628
540
14
554



1825
30
1855
2965
50
3015
2963
50
3013



5297
209
5506
7587
315
7902
7571
294
7865



2273
120
2393
3803
206
4009
4330
166
4496



513
35
548
788
53
841
840
26
866



4275
333
4608
6755
447
7202
5795
459
6254



1096
43
1139
1509
83
1592
1665
89
1754



5148
519
5667
7947
781
8728
8466
604
9070



743
19
762
1035
32
1067
1046
35
1081



346
8
354
493
14
507
442
0
442



3294
150
3444
5235
252
5487
4981
171
5152



2354
197
2551
3681
326
4007
4237
221
4458



1917
53
1970
2578
78
2656
2238
41
2279



4887
315
5202
7343
420
7763
8013
214
8227



3086
143
3229
4747
211
4958
4242
182
4424



238
20
258
297
29
326
388
19
407



1054
78
1132
1666
103
1769
1591
78
1669



175
6
181
180
8
188
265
0
265



1704
211
1915
2659
267
2926
3099
218
3317




























Totale

42005
2572
44577
63988
3791
67779
64574
2942
67516



A parte il serio problema di sovraffollamento nelle carceri, nonostante il tema proposto si presenti come l’estremità, è evidente che l’uomo sia più violento della donna, e in una società nella quale l’aggressività sta aumentando in maniera preoccupante, bene sarebbe invitare le donne a essere più presenti, cercando di delegittimare quanto più possibile il cinico maschilismo con azioni concrete. 

Scrivevo nella seconda parte di questa serie di post: “Curioso notare come laddove l’occupazione femminile sia più alta vi è una proporzione indiretta con l’utilizzo delle donne nelle immagini. In Danimarca, Svezia, Finlandia c’è una situazione agli antipodi rispetto all’Italia, alla Grecia o alla Spagna. In altre parole, dove la donna è mediamente più impegnata nel lavoro (si sta parlando di occupazione del lavoro che non include il ruolo – preziosissimo – di casalinga) è meno sfruttata nel suo corpo in Tv, nei giornali, ecc.”. 

Uno degli aspetti sembrerà adesso più intuibile, in Italia abbiamo bisogno di più donne nel lavoro e non solo, se la società non lo *concede* devono essere le donne stesse a prendersi responsabilità maggiori, creando pressioni anche in tutti quei settori non direttamente coinvolti dal mondo del lavoro. Nulla di risolutivo, un viaggio di consapevolezza in itinere, un modo per premere contro anacronistiche abitudini maschili e la politica, a tutti i livelli. Perché il diritto dovrà fare la sua parte, accompagnando il percorso diversificandone le strutture di appoggio. 

I video pruriginosi e i seni sono una tematica che va ben oltre le dinamiche economiche, che ne sono la conseguenza, dipendono da uno statu quo culturale che continua a mietere vittime di mercificazione, illudendo tante donne e umiliandone molte altre.
La letteratura non è immune da ciò. Non dimentichiamolo. 

[Precedenti puntate 1-2-3-4-5]

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Il Blog

Il blog Sul Romanzo nasce nell’aprile del 2009 e nell’ottobre del medesimo anno diventa collettivo. Decine i collaboratori da tutta Italia. Numerose le iniziative e le partecipazioni a eventi culturali. Un progetto che crede nella forza delle parole e della letteratura. Uno sguardo continuo sul mondo contemporaneo dell’editoria e sulla qualità letteraria, la convinzione che la lettura sia un modo per sentirsi anzitutto cittadini liberi di scegliere con maggior consapevolezza.

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La webzine Sul Romanzo nasce all’inizio del 2010, fra tante telefonate, mail e folli progetti, solo in parte finora realizzati. Scrivono oggi nella rivista alcune delle migliori penne del blog, donando una vista ampia e profonda a temi di letteratura, editoria e scrittura. Sono affrontati anche altri aspetti della cultura in generale, con un occhio critico verso la società contemporanea. Per ora la webzine rimane nei bit informatici, l’obiettivo è migliorarla prima di ulteriori sviluppi.

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