“È nata una star?” di Nick Hornby
Autore: Anna FioravantiGio, 07/10/2010 - 10:05
Di Anna Fioravanti
“È nata una star?” di Nick Hornby (traduzione di Sivia Piraccini)
Questa settimana ho deciso di scrivere una recensione sull’ultima fatica letteraria di Nick Hornby: “È nata una star?”. Ed è quello che, nel bene e nel male, ho cercato di fare per giorni senza però riuscire a trovare qualcosa di veramente interessante da dire. Forse, perché ho quasi la sensazione che manchi qualcosa di importante a questa storia, raccontata in prima persona da Lynn, madre di Mark, che Hornby imprigiona in sole 73 pagine (molti lo hanno definito ‘romanzo’. Lo è davvero? Chiedo la vostra opinione ma mi permetto di dire che, per me, non è un problema di etichette né di ‘lunghezza’ perché sono fermamente convinta che in Italia non si pubblichino abbastanza racconti).
Avete mai avuto una vicina insopportabile?
(No, non mi riferisco a quella che ogni tanto bussa alla vostra porta con i calzettoni di lana di due colori diversi ed i bigodini in testa solo per chiedere, con il più seducente dei sorrisi, dello zucchero a vostro marito…)
È proprio Karen, la vicina insopportabile, il primo grande mistero di questa storia: è una vera pettegola? Vuole vendicarsi? Cosa la spinge a rovinare quella che sembra essere un’esistenza dignitosa e ‘felice’? Conosciamo Karen perché Lynn ci parla di lei, raccontandoci della videocassetta che la vicina le ha fatto trovare, insieme ad un biglietto. E fin dal primo paragrafo del libro scopriamo che non si tratta di una copia della versione rimasterizzata di “Tutti insieme appassionatamente” ma, piuttosto, di un film porno il cui protagonista è Mark, il figlio adolescente della donna.
Cosa fareste se scopriste che vostro figlio fa l’attore porno?
Sinceramente non lo so. Forse gli avrei chiesto di andarsene di casa, o di scusarsi, o di spiegarmi. Lynn, invece, ne parla velocemente con suo marito poi… guarda il film e, scoprendo le doti ‘nascoste’ di Mark, si dimostra semplicemente incredula: fino a quel momento, infatti, è sempre stata convinta che suo figlio fosse un mediocre. E questo, naturalmente, crea una situazione particolarmente divertente. Eppure c’è qualcosa che non mi convince del tutto di questo personaggio; mi domando: è possibile che una madre abbia un’opinione così bassa del proprio figlio? Certo, qualcuno fra voi potrebbe obiettare che non siamo tutti geni e forse Lynn è semplicemente onesta. Eppure, continuo a non esserne convinta.
Lynn ci pensa, ne parla con suo marito Dave e, finalmente, affronta Mark. E non ci sono reazioni forti, di nessun tipo: Mark fa l’attore porno, la sua ragazza non lo sa, ha iniziato per caso… ed è mediocre anche in quello perché sì, le sue doti naturali sembrano essere particolarmente importanti, ma non guadagna poi molto – tanto che è costretto a vivere ancora con i suoi genitori.
La suspense iniziale, insomma, creata ad arte attraverso una situazione e dei personaggi paradossali, nel miglior stile dell’autore, si dissolve così, con troppa leggerezza, tanto che quando Lynn e Dave si ritrovano a letto e parlano ancora della grande ‘novità’ quello che si dicono non ci spiega le loro opinioni, i loro sentimenti, le loro idee. Veniamo semplicemente a sapere che il talento nascosto di Mark è parte dell’eredità ricevuta dal nonno materno. Poi, fanno sesso.
È così che finisce il libro?
No, in realtà, no. Ci sono altre pagine, una sorta di morale della favola, una favola che però mi domando se fosse giusto raccontare: dovrei parlarvi dei libri che leggo, di quelli che in un modo o nell’altro migliorano la mia percezione del mondo, e ciò che sono. Invece, questa volta mi sono semplicemente lasciata sedurre dal titolo accattivante di questo nuovo lavoro di Hornby, dalla copertina giallo e arancio in cui è raffigurata una sagoma maschile con una stella ad altezza ombelico.
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