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Di Morgan Palmas

La libertà di espressione e la libertà di tutti

Ieri è stata una giornata impegnativa, mail e telefonate mi hanno tenuto al pc fino a notte fonda. La questione dell’oscuramento di due post (poi divenuto uno soltanto, l’altro è ricomparso dopo alcune ore) è un tema che va oltre la piccola goccia nell’oceano che rappresenta Sul Romanzo, va a toccare alcune dinamiche contemporanee della libertà di espressione nella rete. 

Forse è bene ricordare – visti alcuni commenti – che qui non è in discussione la presunta innocenza dei contendenti (Pinna, Turrini, Brizzi), la magistratura se ne sta occupando, quindi, il sottoscritto non intendeva donare veridicità alle parole di un singolo, anche se, com’è ovvio, avendo pubblicato il primo post dando voce a Pinna, poteva sembrare una traslazione ipotizzabile.
Pinna è una collaboratrice di Sul Romanzo di cui ho stima, mi ha parlato della sua vicenda, che cosa avrei dovuto fare se non permetterle di spiegare la sua visione delle cose? È ancora possibile avere il diritto di informazione in questo bizzarro paese o no? Se Turrini o Brizzi mi avessero chiesto di replicare, non avrei avuto dubbi nel permettere loro di farlo. Non mi hanno mai contattato.
Le mie sono grossolane impressioni, che nulla possono dire di definitivo. Ho il sospetto che le ragioni di Pinna non siano così campate in aria e devo ammettere che ora sono molto curioso di come andrà a concludersi la vicenda in tribunale. 

Si è intuito con facilità che il baricentro della questione si è spostato verso un altro versante: la libertà di espressione in rete e i rapporti fra blogger, piattaforme gratuite (come Blogger, che appartiene a Google) e Stato.
Un fatto è lampante, la visione di libertà sottende quella di legalità. Tuttavia nel mondo della legalità vi sono aspetti che mi hanno lasciato perplesso rispetto all’oscuramento definitivo di un post di Sul Romanzo. Non ho una formazione giuridica, quindi, le mie sono soltanto impressioni, eppure esperti del settore non concordano. Si veda:


Non c’è chiarezza. Manca una normativa precisa che renda palese i rapporti sopraccitati. 
Dove sono i politici? 
Potrebbero sembrare tematiche secondarie, non è così. La libertà di espressione consegue altri diritti, le commistioni e gli angoli rilanciano verso direzioni che coinvolgono temi come la precarietà esistenziale nel nostro paese, il lavoro, l’economia, la società tutta. Sapere i limiti di espressione permette di comprendere come gestire in miglior modo la propria vita, anche negli hobby.

È mai possibile che paesi come la Finlandia o l’Islanda discutano di continuo di argomenti legati a internet, quando in Italia non pochi politici non sanno comprendere la differenza fra sito e blog, fra post o social network, fra Youtube e Twitter, o che intere aree della penisola godano ancora di velocità di connessione vergognose?
Qualcuno dirà: “Ci sono problemi più importanti!”, certo, c’è sempre un problema più importante, e di questo passo, come il paradosso di Zenone, si finisce col discutere di morte, universo e Dio. Ognuno dedica tempo ai problemi che ritiene che debbano essere considerati, ma mi aspetto da un politico che abbia le basi minime per capire gli strumenti della contemporaneità e che trovi soluzioni concrete. 

Io considero la libertà di espressione 
di un blog importante. Punto.

Talmente importante che dai confronti *liberi* fra alcuni della redazione di Sul Romanzo sta per nascere una piccola attività imprenditoriale, è o non è importante il lavoro in questo paese? (Ecco perché “La libertà di espressione consegue altri diritti”).

Il sottoscritto sta pensando da tempo con serietà di emigrare e la prossima estate rappresenta il limite massimo che si è dato. Un ultimo tentativo dopo anni di precariato vergognoso. Se la mia situazione lavorativa non cambierà, me ne vado, stop. Voglio un futuro dignitoso per la mia famiglia, perché devo rimanere in questo disgraziato paese che continua nelle sue deprecabili e ombelicali abitudini decennali? Per la Patria?
E il caso di Pinna, diciamolo sottovoce, sembrerebbe riprodurre uno di quelli noti all’interno delle università. Sembrerebbe, utilizzo il condizionale. Utilizzare il condizionale è un reato di diffamazione caro PM?

Per questi motivi reputo che si debba parlare ancor più della vicenda che ha coinvolto Sul Romanzo, ne va della libertà di tutti, della libertà di confrontarci e di creare dibattito, opportunità, lavoro.
O vogliamo credere che tanto non cambia nulla in Italia? L’indifferenza, come nei recenti casi di cronaca, sembrerebbe dominare, sta a ognuno di noi dimostrare a se stesso che non appartiene alla nutrita schiera degli ignavi.

Ringrazio tutti coloro che hanno dimostrato solidarietà a me e al blog Sul Romanzo. 

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Il blog Sul Romanzo nasce nell’aprile del 2009 e nell’ottobre del medesimo anno diventa collettivo. Decine i collaboratori da tutta Italia. Numerose le iniziative e le partecipazioni a eventi culturali. Un progetto che crede nella forza delle parole e della letteratura. Uno sguardo continuo sul mondo contemporaneo dell’editoria e sulla qualità letteraria, la convinzione che la lettura sia un modo per sentirsi anzitutto cittadini liberi di scegliere con maggior consapevolezza.

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