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Di Morgan Palmas

Società e letteratura sexy, donne e femminilità

Si parlava ieri di spirito critico. Quante volte sentiamo nominare lo spirito critico? E che cosa è in realtà?
Il dizionario della lingua italiana Devoto-Oli indica “capacità e perspicacia nel valutare persone, fatti, situazioni”. La capacità è un’attitudine propria del soggetto a fare qualcosa, mentre la perspicacia è l’abilità di intuizione associata al pregio della prontezza e dell’opportunità. 

È il punto di vista che abbiamo rispetto alle cose che ci influenza nelle scelte. Il punto di vista non è dato, esso si nutre giorno per giorno, e cambia. Per affinarlo serve una dialettica interiore attiva, non passiva. Se ubbidiamo senza replica a quanto molti altri ubbidiscono è, che piaccia o meno, una scelta con uno spirito critico debole. Non si dica che in ciò vi può essere stata una ponderazione degli elementi, perché si sa benissimo che il più delle volte non accade questo. Tanti si sono rassegnati a ubbidire. Non si vuole invitare a smuovere le pietre, eppure viviamo un’epoca nella quale il livello di spirito critico si è indebolito con derive preoccupanti. 
C’è chi vorrebbe il compimento finale della onagrocrazia, il potere nelle mani di individui rozzi e arroganti, come sta accadendo. E per ottenere ciò i cittadini devono essere meno informati, conditio sine qua non. Una massa di persone più ignorante decreta la vittoria dei potenti più furbi.
Quindi, è urgente nutrire il punto di vista. E non basta cantarsela e suonarsela nei blog o nei social network, è importante uscire dai mondi virtuali e realizzare azioni concrete condivise. Può essere il volontariato, l’associazionismo culturale, le forme sono innumerevoli, ma ognuno dovrebbe prendersi una responsabilità. Troppo comodo lamentarsi di una società che si guarda silenziosamente degenerare. E non servirà certo un “Mi piace” su Facebook o un commento al vetriolo per mutare la situazione.

“O padre, madre, moglie, fratello, amico, io finora ho vissuto con te secondo le apparenze. D’ora innanzi voglio vivere secondo verità. Sia chiaro a tutti voi che d’ora in avanti io non obbedirò a nessun’altra legge che a quella eterna. Non sarò legato da patti, ma dalla prossimità. Cercherò di nutrire i miei genitori, di sostenere la mia famiglia, di essere il casto marito di una sola moglie, ma queste relazioni le devo realizzare in un modo nuovo mai sperimentato prima. Faccio appello alle vostre tradizioni. Devo essere me stesso. Non posso più rovinare me stesso per voi, o rovinare voi. Se potete amarmi per quello che sono, saremo tanto più felici. Se non potete, io cercherò ancora di meritare che voi mi amiate. Non nasconderò i miei gusti o le mie avversioni. Così sarò certo che ciò che è profondo è sacro, che farò con forza davanti al sole e alla luna qualunque cosa mi procuri internamente gioia e che il cuore mi indichi. Se sei nobile, ti amerò; se non lo sei, io non ferirò né te né me stesso con ipocrite attenzioni. Se tu sei in una tua particolare verità che non coincide con la mia, rimani fedele ai tuoi compagni, io cercherò i miei. Mi comporto in questo modo non per egoismo, ma umilmente e sinceramente. È tuo interesse e mio, e di tutti gli uomini vivere nella verità, per quanto a lungo noi abbiamo indugiato nella menzogna. Questo ti sembra oggi troppo duro? Amerai ben presto ciò che è dettato dalla tua natura così come dalla mia, e se seguiamo la verità essa alla fine ci porterà fuori in salvo. Ma in questo modo puoi procurare dolore a questi amici. Sì, ma io non posso vendere la mia libertà e il mio potere, per salvare la loro sensibilità”.
[“Teologia e natura” di R.W. Emerson]

Emerson dichiarava: “Io non posso vendere la mia libertà e il mio potere, per salvare la loro sensibilità”. Ecco uno dei nodi. L’ipocrisia. L’ipocrisia di spingere avanti condizioni che bloccano la libertà e il potere di ogni singola persona. Se ci si abitua ad accettare situazioni che ci stanno strette, continueremo a perseguire la nostra dipendenza totale di pensiero da altro, da altri, indebolendo così giorno per giorno il nostro spirito critico. 

Per tale motivo l’aggregazione con persone motivate e intraprendenti potrebbe rappresentare la soluzione di sblocco. Si pensi alla manière grise, se non vi fosse stato l’incontro consapevole fra Caillebotte, Degas, Mary Cassatt e Pissarro, non ci sarebbe stato quel fantastico effetto di lieve ombreggiatura che tanto ha condizionato l’arte successiva. Per non parlare del cinema francese degli anni ’30 con Marcel Carné, Auric, René Clair, ecc. Gli esempi - potrebbero essere numerosi - palesano con chiarezza che l’aggregazione di vitalità porta sempre risultati interessanti, non solo in ambito artistico. 
Il blog Sul Romanzo, nel suo piccolo ruolo come goccia nell’oceano, vuole essere un contenitore di stimoli, riflessioni, spunti, ma siamo consapevoli che non sia sufficiente.
E perché non è sufficiente tenterò di spiegarlo venerdì. E le donne hanno un ruolo fondamentale. 

[Puntate precedenti 1-2-3-4]

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Il blog Sul Romanzo nasce nell’aprile del 2009 e nell’ottobre del medesimo anno diventa collettivo. Decine i collaboratori da tutta Italia. Numerose le iniziative e le partecipazioni a eventi culturali. Un progetto che crede nella forza delle parole e della letteratura. Uno sguardo continuo sul mondo contemporaneo dell’editoria e sulla qualità letteraria, la convinzione che la lettura sia un modo per sentirsi anzitutto cittadini liberi di scegliere con maggior consapevolezza.

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