“Schuld” di Ferdinand Von Schirach
Autore: Anna CostalongaMar, 14/09/2010 - 09:54
Di Anna Costalonga
“Schuld” di Ferdinand Von Schirach
Nelle librerie tedesche è uscita da agosto “Schuld”, la nuova raccolta di racconti di Ferdinand Von Schirach.
Von Schirach senza ombra di dubbio è stato il caso letterario dell'anno 2009 in Germania.
L'autore, nipote di Baldur Von Schirach, già ministro del Terzo Reich e imputato al processo di Norimberga, lavora come avvocato penalista e pubblico ministero a Berlino.
È chiaro che grazie alla sua professione, può attingere a una miniera quasi inesauribile di storie. Certo, non basta, è necessario uno spirito attento e una forma accattivante perché queste si trasformino in racconti o nel migliore dei casi, letteratura.
La sua opera prima, una raccolta di racconti dal titolo “Verbrechen” – letteralmente “Delitti”, edito in Italia da Longanesi nel 2009 con il titolo un poco più fantasioso e forse più adatto al gusto italiano di “Un Colpo di Vento” – aveva colpito per lo stile asciutto, sobrio ma inquietante, efficace nel tenere il fiato sospeso al lettore.
La seconda raccolta “Schuld”, ovvero “Colpa”, viene proposta quest'anno dalla Piper Verlag come un sequel della prima, come si capisce già dalla copertina, in tutto complementare alla precedente.
Ancora una volta Von Schirach ci propone una serie di storie a metà tra la fantasia e la cronaca, storie di delitti, tentati delitti e di reati non violenti, o di “semplici” ossessioni, che è troppo semplicistico definire “noir” o ricordi di un penalista.
Non si tratta di un qualsiasi “noir” di genere, perché la sensazione del lettore, netta, precisa è quella di trovarsi di fronte a fatti veri. Non foss'altro perché in ciascuno di essi, l'autore interviene in prima persona, in quanto difensore delle vittime o dei colpevoli.
Non si tratta di semplici ricordi o resoconti, per la capacità quasi miracolosa di Von Schirach di creare in poche righe e senza fronzoli personaggi letterariamente “veri”, per la capacità di descrivere in poche frasi pregnanti lo stato d'animo e l'inquietudine – e l'assurdità delle situazioni in cui si cacciano, consapevolmente, inconsapevolmente o per puro caso.
In ciascuno dei 15 racconti viene affrontato il tema della colpa in maniera esemplare.
Ogni storia ne è una declinazione e rimanda alla sua inafferrabilità.
Inafferrabilità giudiziaria, come nel primo racconto Volksfest, dove l'autore descrive il suo primo caso importante, la difesa di un gruppo di ragazzi colpevoli di avere violentato e seviziato una ragazza durante una festa di paese e giudicati innocenti per mancanza di prove.
Inafferrabilità psicologica della colpa, perché condivisa tra vittima e carnefice: come in Die Illuminaten, forse uno dei più riusciti dell'intera raccolta, dove il giovane protagonista, alunno di un collegio prestigioso, debole e carente d'affetto, ossessionato dalla colpa di essere un “insignificante” per i coetanei e per i propri genitori, si lascia torturare masochisticamente da alcuni suoi compagni e per pura fatalità è “causa” egli stesso di morte.
La colpa come un peso, un'ossessione che deve essere espiata, diventando vittima o artefice di altre colpe. O a volte, la colpa di non accettare fino in fondo la presunta felicità del successo sociale: come ad esempio in “Der Andere” o “Verlangen”.
O la colpa dell'insuccesso sociale e affettivo che deve essere redenta tramite un'autopunizione, come è esemplificata nella figura del vecchio incarcerato in “Schnee”.
È da notare come la parola tedesca Schuld porti in sé il doppio significato di colpa e debito: la colpa è dunque, come un debito, una condivisione e come un debito può essere trasmesso (“Familie”).
Queste sono solo alcune delle considerazioni suggerite dalla lettura di Schuld.
Considerazioni sulla fragilità del quotidiano, e la fragilità dell'individuo, sempre possibile preda del Male – in quanto vittima o carnefice; Male come presenza strisciante che si manifesta in gesti inconsulti e rivelatori della vacuità dell'abitudine.
Considerazioni suggerite, appunto e mai esplicitate dall'autore, eppure lampanti, grazie a una forma letteraria riuscita ed essenziale.
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