“Memorie a perdere – Racconti di ordinarie allucinazioni” di Luigi Milani
Autore: Alessia MocciGio, 16/09/2010 - 09:50
Di Alessia Mocci
“Memorie a perdere – Racconti di ordinarie allucinazioni” di Luigi Milani (Edizioni Akkuaria)
“…Conosce il significato di tale sostantivo?
- Credo di si. Si tratta della facoltà di decidere in determinate fattispecie secondo criteri di opportunità, naturalmente entro i limiti stabiliti dalla legge.”
Domanda e risposta per un racconto governato dalla suspense e dall’imprevedibilità della mente umana in situazioni diverse dalla consuetudine. Il titolo del racconto ed il sostantivo del quale si parla nella citazione è “Discrezionalità”.
“Discrezionalità” ed altri dodici racconti fanno parte di una silloge di prosa “Memorie a perdere – Racconti di ordinarie allucinazioni”, edita nel 2009 dalla casa editrice Edizioni Akkuaria.
Autore di “Memorie a perdere” è lo scrittore, traduttore e giornalista free lance Luigi Milani.
La silloge consta di 126 pagine, prefazione di Francesco Costa, ringraziamenti ed indice.
I racconti di ordinaria allucinazione, in ordine di sequenza di pubblicazione, sono “Abu Ghraib”, “Real TV”, “Discrezionalità”, “Novantesimo”, “Se ti scrivo”, “Figlia”, “Ultimo giorno di lavoro”, “Il quadro”, “Rilassati!”, “Van Damme”, “Senza freni”, “A pochi minuti da casa”, “Quella notte sull’altana”.
I tredici racconti tra loro non sono omogenei riguardo l’estensione. Alcuni sono molto brevi, di sole quattro pagine come “Novantesimo” altri invece proseguono oltre le venti pagine come “Discrezionalità”. Questa disomogeneità è data dal fatto che ogni personaggio dei diversi racconti ha un mondo a sé ed ogni evento descritto non presuppone una costruzione pianificata nei minimi dettagli del libro. “Memorie a perdere” è proprio un libro di memorie di situazioni, istanti, momenti nei quali il protagonista si è trovato in una situazione ai limiti della propria vita oppure momenti nei quali tutto scorre senza alcuna differenza.
Le tematiche utilizzate dall’autore sono estremamente variegate, infatti si passa dalla guerra e contestazione etica del potere degli Stati Uniti (“Abu Ghraib”) all’ultimo giorno di lavoro di due uomini della stessa età che casualmente si incontrano (“Ultimo giorno di lavoro”), dalla partita del Bayern Monaco contro la Dinamo Tbilisi (“Novantesimo”) ad un fatidico incidente rientrando ubriachi a casa (“A pochi minuti da casa”), da una storia d’amore ormai terminata (“Se ti scrivo”) ad un gruppo di ragazzi e ragazze che si rovinano la vita (“Senza freni”). Ed ancora troviamo nella silloge una donna che in un centro commerciale ruba un mascara (“Discrezionalità”), una figlia che ricerca il rapporto con il padre (“Figlia”), la storia di un quadro che si muove la notte (“Quadro”), un ristoratore che intavola discorsi fittizi sulle sue immaginate avventure per rendere interessati i suoi clienti (“Van Damme”), un gruppo di militari che nasconde le sbornie del loro superiore (“Quella notte sull’altana”), un’amicizia che non riesce ad affermarsi come tale (“Rilassati!”), un programma televisivo un po’ particolare (“Real TV”).
Stilisticamente rilevante l’utilizzo del dialetto romanesco. Il romanesco è un dialetto italiano molto particolare in quanto mantiene una grammatica che non si allontana da quella italiana, per un italofono non è problematico leggere il romanesco e capire la maggior parte del senso del discorso. Luigi Milani riporta così la sua cultura linguistica all’interno della silloge di racconti cercando di immettere la realtà della parlata all’interno di situazioni sia tangibili sia che vanno al di là della quotidianità.
“E allora che hai fatto? Gli hai dato una bella lezione?
- Eccome! L’ho fatti piagne come vitelli! A ‘n paio je devo avè rotto un ber po’ di denti. Uno se teneva premuto ‘er naso. Ahò, c’era sangue da per tutto. L’acqua der mare era diventata rossa, TE LO GGIURO su la tomba de mi madre.”
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