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“La profezia delle inseparabili” di Michelle Zink

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Di Elena Romanello

“La profezia delle inseparabili” di Michelle Zink, Salani Editore

In cerca di un sostituto al fenomeno Harry Potter, qualcosa di genere fantastico che vada bene per i preadolescenti e non solo per loro, la casa editrice Salani propone “La profezia delle inseparabili”, primo libro di una nuova trilogia tra fantastico e gotico dell'autrice statunitense Michelle Zink, di cui sono già stati annunciati i seguiti, oltre che traduzioni in vari Paesi del mondo.

Nella New York della fine dell'Ottocento la sedicenne Lia deve fare i conti con la misteriosa e tragica scomparsa del padre, avvenuta all'interno della sua fornita biblioteca, e con strani presagi e segni che compaiono, che le fanno pian piano capire di far parte di un'antica profezia che coinvolge angeli caduti e forze del bene e del male, secondo la quale dovrà arrivare a scontrarsi con l'unica persona cara che le è rimasta, la sorella gemella Alice, che pian piano cambia carattere, diventando inquietante, ostile e crudele.

Obiettivamente ci troviamo di fronte ad una storia più originale rispetto a quelle che ultimamente vanno per la maggiore nel genere fantastico per adolescenti, niente vampiri o altre creature fantastiche innamorati della mortale di turno, e qualcuno dirà a ragione per fortuna perché il filone alla Twilight cominciava decisamente un po' a saturare. 

Ci sono echi di storie già narrate, di prescelte per combattere contro le forze delle tenebre è piena la narrativa e non solo, ma lo snodarsi degli eventi non è poi così già scontato, anche se di ragazze in abito ottocentesco e magia aveva già parlato negli ultimi anni Libba Bray nell'ottima trilogia di Gemma Doyle, cui questo romanzo è comunque debitore, anche se gli sviluppi della trama sono diversi. Non male la scelta di mettere una libreria misteriosa in casa come punto di partenza per l'avventura, tra libri antichi ed inquietanti: una trovata non nuovissima in generale, ma decisamente innovativa nel panorama della letteratura per giovani di oggi.

La vicenda riesce ad essere abbastanza avvincente ed appassionante, anche se ci sono un paio di elementi che stridono e che si spera saranno corretti nel corso dei prossimi romanzi, abbastanza doverosi visto che il finale è aperto, e si ha l'impressione che nel grosso della storia si entrerà con il seguito delle avventure di Lia e del suo rapporto ambiguo con Alice. Il primo elemento che lascia perplessi è che i personaggi al di fuori di Lia sono poco incisivi, più macchiette che altro, a cominciare da Alice, che dovrebbe essere fondamentale, è che invece rimane sullo sfondo senza particolari approfondimenti: si capisce che sta diventando cattiva, ma così, in modo sciatto e un po' deludente. Il secondo elemento che non convince è che la scelta di ambientare una storia di questo tipo in epoche passate è senz'altro intrigante, peccato che la New York di fine Ottocento rimanga come sfondo inattivo, il tutto potrebbe infatti svolgersi al giorno d'oggi senza grandi cambiamenti, non ci sono elementi di interazione tra Lia e la sua epoca, quando invece la ricostruzione d'epoca era uno dei punti di forza della saga di Gemma Doyle, che interagiva con la società vittoriana della stessa epoca de “La profezia delle inseparabili”.

“La profezia delle inseparabili”, con una splendida copertina che riproduce una statua del cimitero di Highgate a Londra, non è un sostituto di Harry Potter ma può essere un'alternativa a storie d'amore paranormali, in attesa del seguito.
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