Tecniche di sopravvivenza farmacologica
Autore: AnonimoMar, 13/07/2010 - 09:56
Di Giovanni Ragonesi
Letteratura e farmaci, possibile binomio?
Se in mezzo ai vasi ming del tuo soggiorno fa bella mostra di sé il modellino molecolare del Nimesulide ha un senso per te proseguire nella lettura di queste righe.
Ha altresì una parvenza di senso continuare se la famiglia delle Benzodiazepine occupa un posto d’onore all’interno del tuo armadietto dei medicinali; se la Novalgina ti ha permesso di essere ancora in vita; se una compressa di Coefferalgan occupa il posto dei santini all’interno del tuo portafogli; se l’Aspirina beata dorme in mezzo alle caramelle mou sul tavolino davanti al divano; se il packaging del FluiFort ti entusiasma quasi quanto l’ultimo estetismo Apple; se il sapore del Bactrim Forte non ti ha mai disgustato e ne conservi il ricordo, prezioso come quello del tè allo zenzero preparato dalla zia in campagna – molto Edith Wharton…
I farmaci possono essere un’autentica passione e, come tutte le passioni più brucianti, possono portare ad un logoramento dei sensi, della sensibilità e non ultima della ragione. Pertanto i piaceri e i sollievi chimici della farmacologia vanno gustati con riconoscenza, cullati con amorevole meraviglia, rispettati come fragili certezze all’interno di una sistematica e costante debolezza dei pensieri.
È consigliabile, per chi si approccia al suddetto armadietto e relative dependance con una disinvoltura che si muove sul solco spudorato della nonchalance, imparare a gestire le varie somministrazioni con il giusto grado di elasticità e soprattutto con il giusto accompagnamento letterario che riesce, con la scelta appropriata, a compenetrare la struttura molecolare del principio attivo e ad esaltarne le potenzialità.
Ad esempio se somatizzate lo stress e dopo accurati e dispendiosi accertamenti risulta appunto che gli attacchi di orticaria che affliggono le vostre serate non hanno cagione fisica alcuna, il Formistin 10 mg rimane l’unica soluzione confortevole in attesa di un trapianto di psiche. In obbedienza al principio di alternanza che dalla democrazia parlamentare straborda alla democrazia chimica, è il caso di sperimentare anche lo Zirtec per una orticaria meno pruriginosa e per allontanare il rischio, sempre in agguato ed estremo, di assuefazione. È altresì opportuno accompagnare l’assunzione con una terapia rilassante a basso tasso di impegno: la lettura consigliata in queste circostanze è i “Racconti di San Francisco” di Armistad Maupin, volumi 1, 2, 3 e digressioni sui personaggi in Italia non tradotte. Le storie veloci come un articolo di Michele Serra, intriganti come le migliori serie televisive made in Usa, divertenti come una serata tra vecchi amici che si ritrovano davanti a una bottiglia di Sauvignon agiscono sull’SNC stimolando i neurotrasmettitori verso aree del pensiero più libere che aumentano la distensione degli attacchi pruriginosi. Inoltre la presenza bonaria e affascinante di Anna Madrigal induce a una corretta postura esistenziale.
L’insonnia è un dramma e come tutti i problemi seri necessita di soluzioni chiare, decise, efficaci. L’approccio iniziale può essere un ovvio Lexotan, con un dosaggio che dalle 5 gocce può aumentare fino a 20; è sconsigliabile arrivare alle 25 terapeutiche, piuttosto meglio esplorare soluzioni di alternanza anche in questo caso: lo Stilnox (di nobile famiglia imparentata alle benzo: quasi un cadetto stendhaliano) è un eccellente soluzione, ma va provato anche il Dalmadorm, l’EN, il Mogadon e per esperienza di vita, almeno per una settimana ciascuno, vanno provati il Valium e il Roipnol e il Rivotril, ma solo se si registra la presenza fastidiosa e inopportuna di stati d’ansia… In questi casi meglio sospendere la lettura di “Memorie del sottosuolo” (più indicata ad accompagnare l’assunzione di Seropram, Seroxar e altri inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) e lasciare che il naufragio avvenga tra le pagine soffici di Alice Munro in una o in tutte le sue raccolte (va notato come l’accompagnamento terapeutico predilige la forma racconto che metaforicamente e tecnicamente approssima ogni volume ad una confezione con all’interno i suoi comodi blister). Alla Munro può essere accompagnata la lettura dei racconti di Grace Paley (da qualche tempo disponibili in una unica raccolta marchiata struzzo) e se il disturbo persiste approfittatene per rileggere le storie di Katherine Mansfield e Karen Blixen (qualcuno dovrà approfondire l’imprescindibilità del femminile di questa soluzione terapeutica).
Anche il Paracetamolo va aiutato e incoraggiato, oppure sfruttato nelle circostanze di alterazione sensoriale dovuta agli sbalzi del mercurio all’interno della colonnina del termometro. Certo, a meno che non siate oltre al terzo mese di gravidanza o intaccati da problemi epatici, l’utilizzo della Tachipirina (si consiglia il formato flashtab, mai meno di 500 mg) è legato in maniera indissolubile alla necessità di riportare sui 36 gradi la temperatura corporea e tale scopo può essere coadiuvato o reso esaltante dalla lettura in concomitanza dei racconti di Kafka; interessante anche la lettura del saggio “Sulla malattia” di Virginia Woolf che può aiutare ad assumere una prospettiva densamente poetica in itinere. Se il disturbo persiste, prima di contattare il medico, infangatevi con Baudelaire e sguazzate nei pozzi di Edgar Allan Poe.
Per congedarci diamo un po’ di spazio a quella meravigliosa categoria di farmaci riuniti sotto l’etichetta di FANS.
Di dolori la vita è piena, ma mai angosciarsi oltre il necessario se hai sempre con te una bustina di beneamato Aulin da far scivolare a secco sotto la lingua, oppure un fresco Oki da prendere in orario da aperitivo, un Moment che puoi sempre cedere ad un’amica in preda ai crampi mestruali, del Sinflex per i problemi ai denti, della Novalgina per le emicranie, del Coefferalgan giusto per cambiare… Assolutamente da provare, infine, anche qualche antidolorifico a base oppioide tipo il Contramal.
Il bello dei Fans è che è possibile farli interagire con una svariata gamma di letture che possono comprendere pagine a caso di David Foster Wallace e sbizzarrirsi con una vecchia biografia di Zelda Fitzgerald trovata in uno sgombero cantine e proseguire con i deliziosi romanzetti di Rossana Campo, imbattersi intanto in “Perturbamento” di Thomas Bernhard e proseguire in stile rabdomantico, estasiati dal sollievo che intanto si propaga subdolamente lungo le fasce muscolari, con le pagine rugginose di Ellroy e concludere tra le carte di un prezioso volume Tartaruga che raccoglie scritti e prose e racconti e poesie di quella meravigliosa marcia creatura che era Dorothy Parker e con lei chiosare che dopotutto tanto vale vivere.
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