Intervista a Patrizia Ferrante
Autore: Morgan PalmasGio, 01/07/2010 - 10:05
Di Morgan Palmas
Patrizia Ferrante, autrice di "Passo dopo passo"
Buongiorno, vorrei iniziare chiedendole a quale età si è avvicinata alla scrittura e se è stato o meno un caso fortuito.
Ho maturato la consapevolezza di possedere questa attitudine nel tempo… non ricordo quando ma sicuramente in età adulta.
Se consideriamo come estremi l’istinto creativo e la razionalità consapevole, lei collocherebbe il suo modo di produrre scrittura a quale distanza dai due?
Il primo segmento è certamente quello che corrisponde al mio modo di scrivere, scrivo mossa da un impulso completamente irrazionale, prova di ciò è la necessità di inserire delle parti di poesia che trascendono la materialità della trama narrativa.
Moravia, cascasse il mondo, era solito scrivere tutte le mattine, come descriverebbe invece il suo stile? Ha un metodo rigido da rispettare o attende nel caos della vita un’ispirazione? Ce ne parli.
Scrivo solo quando ne ho voglia, caratterialmente odio la rigidità degli schemi, solo quando sento l’esigenza di riordinare le mie riflessioni mi scatta la voglia di scrivere.
Amo assistere alla vita sociale cercando di rendermi partecipe di tutti gli accadimenti, da quelli più semplici a quelli più importanti, questo mi consente di agire in modo empirico, assorbire tutte le esperienze quotidiane mi è utile per scrivere racconti intimisti che attraverso i frammenti di vita raggiungono profonde suggestioni umane.
Di che cosa non può fare a meno mentre si accinge alla scrittura? Ha qualche curiosità o aneddoto da raccontarci a riguardo?
Scrivere in ambienti piccoli mi concentra molto, è come se cercassi di colmare tutto lo spazio circondante con la mia energia mentale, l’ampiezza mi distrae.
Wilde si inchinò di fronte alla tomba di Keats a Roma, Marinetti desiderava “sputare” sull’altare dell’arte, qual è il suo rapporto con i grandi scrittori del passato? È cambiata nel tempo tale relazione?
Quello che mi attrae del passato è la filosofia teoretica, penso che Aristotele fosse l’emblema dell’uomo saggio e virtuoso, successivamente nessuno come lui ha saputo tratteggiare così bene il profilo dell’etica umana. Quanto avrei voluto ascoltarlo.
L’avvento delle nuove tecnologie ha mutato i vecchi schemi di confronto fra centro e periferia, nonostante ciò esistono ancora luoghi italiani dove la letteratura e gli scrittori si concentrano? Un tempo c’erano Firenze o Venezia, Roma o Torino, qual è la sua idea in merito?
Non credo che l’evento tecnologico abbia stravolto le vecchie abitudini, ha solo ottimizzato il tempo velocizzando una serie di meccanismi. Le città storiche saranno sempre fonte di grande ispirazione come del resto tutta la natura, l’equivoco più grande è pensare di vivere un tempo tecnologico, noi esseri umani siamo biologicamente programmati per essere in sintonia con un tempo ciclico che è il tempo legato alla natura. La tecnologia deve rimanere solo un mezzo.
Scrivere le ha migliorato o peggiorato il percorso di vita? In altre parole, crede che la letteratura le abbia fornito strumenti migliori per portare in atto i suoi desideri?
La scrittura è potenza… io vivo questa grande opportunità come un grande privilegio, poter condividere con i lettori il mio romanzo mi rende una donna felice, il contatto ed il confronto con la gente che giornalmente mi scrive sul blog è l’aspetto più gratificante di questa magnifica avventura.
La ringrazio e buona scrittura.
Grazie a voi per l’opportunità che mi avete concesso di potermi presentare.
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