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Interviste scrittori

Come scrivere un romanzo in 100 giorni

Consigli di lettura

Scuola Holden, quando Internet vale uno yogurt

Sul+Romanzo_penna.jpgdi Marta Traverso

Scuola Holden, scrittura creativa e talento

 
Talentuosi si nasce o si diventa? Il talento si può imparare a scuola, come leggere, scrivere e far di conto? E se sì, chi è qualificato per insegnare il talento?
Scrivere è tecnica, ma anche anima. Padroneggiare perfettamente una tecnica non basta per essere uno scrittore, non implica necessariamente il saper trasmettere idee ed emozioni. Allo stesso tempo, però, avere dentro di sé quel germoglio che fa restare a bocca aperta i lettori non basta per conoscere quei trucchi tecnici che permettono di – per esempio – scrivere un romanzo in 100 giorni.
Due affermazioni opposte, ma entrambe valide. Ogni scrittore è diviso tra talento e tecnica, due scuole di pensieri che non sempre vanno a braccetto.

A suo tempo ho scritto alcuni racconti. C'è stato chi leggendoli ha storto il naso, chi è rimasto a bocca aperta. Credo nel talento e nella spontaneità, e nel corso degli anni ho visto il mio rapporto con la scrittura logorarsi perché passavo pomeriggi interi a disquisire con me stessa su una singola frase. Questa è la ragione (o forse sarebbe più corretto dire la scusa) per cui non ho ancora seguito un corso di scrittura.
L'uso del termine ancora (lo confesso, ho passato alcuni minuti a farla dibattere contro un mai) è di per sé emblematico: presuppone infatti che prima o poi lo farò. O forse no.
Frequentare un corso di scrittura è un'arma a doppio taglio: il rischio è trovarsi in mezzo a un gruppetto di attivi e brillanti pensionati (o quasi), che leggono molto e fanno il loro compitino a casa senza però – con tutto il rispetto – sparare alto. Oppure, se si rifugge la piccola libreria o associazione culturale di quartiere, e si punta a qualcosa di più prestigioso, si rischia di trovarsi in mezzo a tanti giovani Holden convinti di avere da proporre il romanzo del secolo.
E a proposito di Holden... il voler frequentare un corso di scrittura prestigioso (o che si suppone esserlo), fa inevitabilmente venire incontro a questo nome. Uno di quei luoghi che non hanno troppo bisogno di presentazioni, la Scuola Holden di Torino. Basta dire la Holden (anzi, ancora meglio, La Holden) oppure la variante la Holden di Baricco (noto scrittore e direttore della scuola, ndr), e il discorso si esaurisce lì. Un discorso che mi ricorda un vecchio sketch di Enrico Bertolino, su quelle mamme milanesi che dicono “Mio figlio ha fatto la Bocconi?”, e se qualcuno domanda loro “Sì, ma quale facoltà?”, loro rispondono “La Bocconi.
Il sito web della Scuola Holden presenta una grafica non troppo accattivante, con sfondo nero e immagini troppo attaccate una all'altra. Attualmente l'home page propone in bella vista l'esame di ammissione al corso biennale in Scrittura e Storytelling, che avrà luogo il prossimo 19 giugno, mentre i link bianchi in alto richiamano alle varie sezioni e sottosezioni (le trovate in un menù orizzontale a comparsa, puntando in mouse su uno dei link).
La Holden propone, oltre ai corsi tradizionali, un buon numero di corsi online, oltre alla possibilità di ricevere consulenza a distanza sul proprio lavoro. Il tutto naturalmente a pagamento, e da buona genovese mi è venuta una leggera pelle d'oca a guardare i prezzi... ma stiamo parlando della Holden, e chissà che il gioco non valga la candela.
Sul fronte social network, la scuola ha un profilo su MySpace (l'ultimo accesso registrato risale però al 2008) e una pagina su Facebook aggiornata con discreta frequenza.
Restando in tema web, proprio in questi giorni si conclude il maxi concorso letterario Blusubianco, organizzato dalla Scuola Holden in collaborazione con un'azienda produttrice di yogurt. Ogni settimana un incipit da completare, il primo turno ha visto gareggiare oltre 1.500 racconti, l'ultimo supera di poco i 600. Un concorso completamente online e completamente gratis, prospettiva interessante ma al tempo stesso un po' criticata, soprattutto per la scelta dello sponsor (come scrisse una mia amica su Facebook alcuni giorni fa, di questo passo si potranno pubblicare romanzi con i punti del Dixan).
Condividete? L'accoppiata Baricco-yogurt può risultare vincente, o è meglio frequentare un corso con meno nome e pari sostanza? Aspetto le vostre opinioni!
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