Scrivere il romanzo che è in te - L'iniziativa continua
Autore: AnonimoLun, 21/06/2010 - 10:30
Di Morgan Palmas
L'iniziativa "Scrivere il romanzo che è in te" sta procedendo nel migliore dei modi, i gruppi si sono organizzati in diverse località italiane, coinvolgendo decine di persone. Come annunciato, ogni lunedì, inserirò qui notizie o parti delle lezioni che inviamo ogni sette giorni ai partecipanti. Quella che segue è la prima parte di una lezione di Geraldine Meyer.
Qualcuno ha definito l'iniziativa un esperimento sociale, mai prima era stato tentato qualcosa di simile, decine di persone in tutta Italia che stanno provando a scrivere un romanzo, collaborando in diversi gruppi, criticando i compagni e legati a una serie di lezioni che saranno inviate ad ognuno per dodici mesi. Un esperimento nato nella rete ma che vive nella realtà fisica.
Programmazione neurolinguistica e romanzo
Di Geraldine Meyer
Cosa ha a che fare la programmazione neurolinguistica (meglio conosciuta con l'abbreviazione pnl) con la stesura di un romanzo? Questa disciplina ha subito molte banalizzazioni nelle sue applicazioni formative. Aziende e singoli hanno spesso utilizzato questo metodo con alcune deformazioni "americaneggianti". Ma la pnl è qualcosa di molto serio e rigoroso, frutto di studi che comprendono contributi di persone come Bandler, Grinder, Watzlawick, Chomsky, Boncinelli, Bateson e altri.
In questo anno di lezioni vorrei riuscire a fare insieme a voi un viaggio nella scrittura partendo dalla conoscenza di alcuni elementi di neurologia e linguistica. Filo conduttore saranno alcuni testi degli autori menzionati poc'anzi.
Non spaventatevi. Si tratta di una materia seria ma che può essere approcciata in maniera semplice e pragmatica.
Devo molto anche alla lettura di un testo illuminante quale "Farsi capire" di Annamaria Testa, una delle maggiori figure nell'ambito della comunicazione Pragmatica è una parola che tornerà spesso nelle nostre lezioni perché ci dice non tanto cosa comunichiamo, ma come comunichiamo.
Comunicazione è un gioco meraviglioso che non possiamo non giocare. Anche quando stiamo zitti, quando non compiamo gesto alcuno stiamo comunicando. E per comunicare bisogna almeno essere in due, anche se questo secondo interlocutore può essere una nostra proiezione. Cervello e parola. Si parla come si pensa e si pensa come si parla.[...]
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