“Strane cose, domani” di Raul Montanari
Autore: Chiara Dell'AcquaMer, 19/05/2010 - 09:33
Di Chiara Dell'Acqua
Recensione a "Strane cose, domani" di Raul Montanari
«La geografia, combinata col tempo, equivale al destino», ha scritto Josif Brodskij.
Milano, Parco Sempione. Martedì primo d’aprile 2008.
Sono queste le due variabili fondamentali alla base dell’ultimo e decimo romanzo di Raul Montanari, Strane cose, domani (Baldini Castoldi Dalai, pp. 279), tra i dodici finalisti al premio Strega.
“Un romanzo scritto dalla vita”, lo definisce l’autore. E, in effetti, la situazione iniziale è realmente accaduta: un giorno di pioggia, a Milano, tra gli alberi di Parco Sempione, Montanari trova un diario su una panchina. Il diario è di una ragazza, Federica, e su questo primo strano evento, si innesta la storia del protagonista, Danio Ascari, che, da quel momento, vedrà la sua vita irrimediabilmente mutare: una discesa agli Inferi della durata di sedici giorni.
Danio, sfogliando il diario, tra le poesie «brutte come tutte quelle che scrivono gli adolescenti», testi di canzoni e appunti di storia e filosofia, si imbatte in una doppia pagina scritta con il sangue, che nasconde un terribile segreto. Trova l’indirizzo della scuola frequentata dalla ragazza, manda una mail alla segreteria e i due si mettono in contatto e si incontrano.
Federica Pagliari frequenta l’ultimo anno di liceo scientifico, ha diciotto anni, «occhioni neri neri», delicata e sensuale; Danio, molto sensibile al fascino femminile, ne sarà subito attratto. Eppure un altro uomo ha preso lo stesso diario - altri sei Federica ne ha lasciati sparsi per il parco – anche quest’uomo ha contattato la ragazza e ha iniziato una relazione con lei. E così Federica diventa una scacchiera tra due nemici invisibili, che non sanno nulla l’uno dell’altro.
Danio, quarantotto anni, psicologo, separato con un figlio ventenne, Tommy, è fidanzato con Chiara, la «donna-donna», bellissima, una creatura angelicata, dai capelli biondi e gli occhi azzurri. Appassionato di Miles Davis, è un maestro della menzogna, vive una vita “tutta intessuta di verità e bugie”, ben educato dal bluff del gioco del poker, praticato negli anni universitari.
Ma il dott. Ascari è anche un assassino. Un segreto che ha rivelato solo alla sua ex-moglie, Eliana, una donna-strega, che conosce Danio meglio di chiunque altro.
Per una strana coincidenza del destino, Danio dovrà fare i conti con quel terribile segreto.
Come per un bisogno di rigore logico, nell’immensa stranezza e complessità del reale, tutta la materia narrativa è divisa in brevi capitoli, ognuno con un titolo e un sommario.
I temi con cui Montanari magistralmente si confronta in questo romanzo sono la complessità degli affetti familiari, la violenza, il Male. Un Ragno nero gigantesco, un ceffone ad un bambino innocente, una discarica nei capannoni alla periferia di Milano, due orribili gemelli, Tazio e Rino.
Impossibile distinguere il Bene dal Male e la massima di Achaan Chah, posta ad epigrafe del romanzo, lo esprime chiaramente: «se raccogliete il bene vi ritroverete in mano anche il male».
Un romanzo noir, ma anche detective story, romanzo psicologico, diario intimo, in cui il protagonista si mette a nudo.
La suspense attanaglia all’angosciante esperienza del protagonista-narratore fino all’ultima pagina. Grazie alla focalizzazione interna, il lettore partecipa emotivamente ai pàthe del protagonista e la lettura, alla maniera del teatro tragico, diventa rito collettivo, si fa catarsi e il dolore non è mai vano, ma, come nell’Orestea eschilea, rappresenta la forma più alta di conoscenza.
Un romanzo intenso, malinconico, profondamente autentico.
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