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Lo spleen della Black Generation: connessioni tra punk e letteratura

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Di Fabiana Giovanetti

C'è il punk nella letteratura e viceversa?

“Bricconi assai solidi. /Parecchi hanno sfruttato i vostri mondi./(...)/Dotati di voci terrificanti e di certe risorse pericolose./Vengono mandati a farsi uno stile in città/bardati d’un lusso disgustoso./Oh, il più violento paradiso della rabbiosa smorfia!
Arthur Rimbaud, Parata (1872)

Asserire che una poesia come questa è legata alle origini di un genere musicale come il punk genererebbe una serie di reazioni diffidenti. Io in prima persona mi sono stupita nel leggere i versi di un poeta decadente nelle pagine di un libro il cui soggetto è il punk-rock. La mia innata curiosità mi ha portato a formulare un quesito, apparentemente di facile risoluzione: “Esiste un legame tra il punk e la letteratura? Fin dove esso si spinge?”.
La risposta è molto più intrigante di quanto si possa supporre, perché il punk fu sì influenzato dalla letteratura del passato, ma tanto più generò una produzione letteraria del tutto nuova. Un mutuo scambio riconoscibile fin dalle origini.

Anche se ormai siamo abituati ad associare il punk alla scena londinese dei Sex Pistols, Clash o Siouxie & the Bashees è impossibile omettere il fenomeno newyorkese dei Ramones o di Patti Smith, figure di punta del famoso locale CBGBs.
Tra i primi ad esibirsi al CBGBs ci fu un gruppo fondato da due giovani collegiali della Virginia, i Television di Tom Miller e Richard Meyers. Amanti della letteratura i due scelsero come nomi d’arte Tom Hell e Richard Verlaine, richiamando nella musica tanto quanto negli atteggiamenti i mod degli anni ’60, la libertà esistenziale dei beat e lo spirito autodistruttivo dei poeti maledetti. Lo stile inaugurato dai due musicisti corrisponde all’origine di ciò che poi sarebbe diventato stile punk. 
Nel 1975 Hell compone Black Generation, vessillo del profondo vuoto interiore, di uno straniamento ereditato dalle letture decadenti. La canzone è frutto di un adattamento dall’opera di Rod McKuen, Beat Generation e, a sua volta, sarà decantata da John “Rotten” Lydon, cantante dei Sex Pistols, in Pretty Vacant

Se i Ramones inventarono il suono del punk furono Verlaine, Hell e Patti Smith a dargli una prospettiva culturale, influenzati dallo stesso spleen di cui furono vittime la Joplin ed Hendrix pochi anni prima. I cantanti si impadronirono di testi di poeti decadenti, accompagnandoli con un sound furioso ed eludendo alla parabola esistenziale del poeta .

Il punk non fu solo il “no future” dei Pistols, l’impegno sociale dei Clash e lo stile scanzonato dei Ramones; gli inglesi Siouxie & the Bashees, padri del dark-punk, si ispirarono alla alienazione decadente agli autori preromantici inglesi (ad esempio il Sublime di Burke) e, nell’album Boomerang (1989), all’esistenzialismo francese del dopoguerra di Sartre. Gli americani Pere Ubu ripresero la nozione romantica di avanguardia parigina, ispirandosi alle claustrofobiche atmosfere di Conrad nella canzone Heart of Darkness.
Il punk influenzò inoltre numerosi scrittori e saggisti, inaugurando un filone di prosa brutale come i libri delle serie “Guardian Angels” o “Skinhead” rispettivamente di Mick Norman e Richard Allen. Essi ricrearono veri e fittizi culti giovanili devianti esibendo un comportamento ambivalente nei confronti della violenza e della ribellione. D’obbligo è ricordare Crash di J.G. Ballard, che esplora un mondo depravato che cerca nelle perversioni una valida alternativa ad una società demolita dalla incomunicabilità e da un mondo disumanizzato.

“Johnny (Rotten, frontman dei Sex Pistols) era come un giovane Rimbaud: pensieroso, arrabbiato, splendido. Credo che non si sia mai reso conto di quanto fosse splendido.”
Caroline Coon
(Il sogno Inglese, John Savage).
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