HabanerO, Genova: quando l'editoria nasce su Facebook
Autore: Marta TraversoVen, 07/05/2010 - 09:50
Facebook può essere un'autentica manna per gli scrittori. È l'occasione per stringere amicizia, confrontarsi, promuovere le proprie opere e condividere iniziative. Attraverso il popolare social network autori ed editori possono incontrarsi e sottoscrivere cause comuni. Ne è un esempio la diffusione a macchia d'olio del Writers dream, progetto a cui SulRomanzo ha dato ampio spazio (se ve la siete persa, ecco l'intervista di Morgan a Linda Rando), o le iniziative del portale per scrittori esordienti curato da Andrea Mucciolo.
Ogni scrittore, ogni casa editrice, ogni sito web letterario non può esistere senza prescindere da Facebook.
Ne sanno qualcosa anche nella mia città, Genova, notoriamente mugugnona e spesso cieca alle aperture. I luoghi comuni si sprecano: a Genova non succede mai niente, Genova è triste, a Genova sono tutti “orsi” (inteso come chiusi, refrattari, dall'umore sempre tendente al nero).
Fortunatamente non è sempre così. Genova è sede di stupende, piccole librerie di nicchia – come Books in the casba in Via Pré, Finisterre in Piazza Truogoli di Santa Brigida e la Portoanticolibri al Porto Antico – e anche di piccole realtà editoriali che non si accontentano di restare in secondo piano.
Un esempio è il progetto editoriale HabanerO, nato dalla costola della casa editrice Erga. Capofila è Emanuele Podestà, classe 1987, che per la neonata editrice ha appena pubblicato il romanzo La sindrome di Bob Dylan. Una storia che, tra un pizzico di giallo e una spruzzata fantasy, esordisce con l'assassinio di Alessandro Baricco in una camera d'albergo, a opera di un serial killer pronto ad azzerare – in senso fisico e simbolico – i grandi nomi della narrativa italiana.
Ho avuto occasione di conoscere e intervistare Emanuele lo scorso anno in occasione dell'uscita del suo romanzo d'esordio, La vera storia del fegato di C. Bukowski, pubblicato sempre con HabanerO. Un omaggio – stilistico ma non solo – all'autore di Storie di ordinaria follia, ispirato anche da Gesualdo Bufalino e Gabriele D'Annunzio. Un curioso gioco di intrecci e citazioni, in un libro il cui protagonista si chiama Andrea Sperelli ed è autore di un libro intitolato E il cagnolino rise (e qui non aggiungo altro, dovete indovinare voi!).
Il progetto HabanerO intende specializzarsi nella promozione di giovani scrittori underground, scovati nel panorama genovese ma anche oltre (e in questo senso Facebook è vera manna). Un percorso volto a valorizzare i talenti senza sfruttarli economicamente, in una visione – quella della lotta alle case editrici a pagamento – molto cara a SulRomanzo. Questa la dichiarazione di Emanuele in proposito: «è la cosa di cui più andiamo fieri. Non calcolare il profitto in termini economici a carico dei lettori ci rende liberi di pubblicare qualunque cosa trovi in noi gradimento. Forse non faremo i facili guadagni di certe case editrici, ma siamo sicuro che questa politica ci porterà maggiori soddisfazioni e una credibilità altrimenti impossibile».
Due i titoli di prossima pubblicazione: il collettivo Guida alle più bastarde vie del mondo, antologia di otto racconti scritti da altrettanti giovani esordienti genovesi, ognuno ambientato in una diversa città del pianeta; I giorni dell'assenza, raccolta poetica del professore genovese Bruno Cicchetti.
In ultimo, una curiosità: il nome HabanerO deriva da una particolare varietà di peperoncino tipica dello Yucatan. Ed ecco spiegato il perché della foto che trovate in testa al post.
Se vi capita di passare da Genova, giovedì 13 maggio alle 17.00 sarà presentato il libro presso la Galleria d'Arte Studio 44, in Vico Colalanza.
Altrimenti c'è sempre Facebook. Questo progetto è al momento tutto Web 2.0, diffuso al di là dei carrugi genovesi tramite un blog (anzi, un tumblelog per essere precisi), e un profilo, una pagina e un gruppo sul celebre social network. La via più rapida ed efficace per scovare nuovi talenti e promuoverne ad ampio raggio le opere. Insomma, per entrare in contatto con questi giovanissimi pioneri dell'underground c'è l'imbarazzo della scelta.
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