Vedere un film dopo aver letto un romanzo è spesso sorprendente?
Autore: AnonimoGio, 15/04/2010 - 09:04
Di Roberto Orsetti
"Vedere un film dopo aver letto un romanzo è spesso sorprendente."
Questa frase di Alessia Colognesi, collaboratrice di Sul Romanzo, è presa dal suo post "Libri e cinema: le parole hanno suoni e colori".
Un bellissimo post, come sempre, ma questa frase mi ha fatto venire in mente tante pellicole, derivate o ispirate dalla letteratura.
La lista è lunga e, per quanto mi riguarda, anche piena di insuccessi.
Quasi tutte le volte che ho visto un film dopo aver letto il libro, sono rimasto deluso. In maniera più o meno marcata, ma quasi sempre deluso.
A volte ne ho apprezzato la scelta degli attori, il taglio della sceneggiatura, l'ambientazione, ma mai sono uscito soddisfatto dalla proiezione.
Così da qualche anno cerco di evitare queste esperienze, se non costretto dagli eventi.
Ho pensato spesso che la lettura porta a immaginare, costruire luoghi e personaggi. Dare volti, voci, caratteristiche particolari, è estremamente soggettivo.
Mi sono convinto che con il tempo il cinema abbia sempre meno rispettato le pagine scritte, che i registi ne abbiamo dato sempre maggiormente una lettura personale. A volte anche personalistica.
Se considero il cinema sino agli anni settanta, trovo che la rispondenza con il punto di partenza sia stato più fedele, meno fantasioso. Dopo è sempre più difficile trovare film che rispettino il libro. Addirittura alcuni cambiano il finale o ignorano parti della storia.
Un discorso a parte merita, come sempre, la trasposizione cinematografica de "Il Signore degli Anelli". Data la complessità dell'opera sarebbe difficile per chiunque fare qualcosa che sarebbe andata bene per tutti. Ma alcune caratterizzazioni, alcuni luoghi sono centrati come non mai. Penso che il gruppo guidato da Jackson abbia tenuto conto di tutte le indicazioni arrivate nel tempo da parte di illustratori, studiosi, appassionati e dei tanti lavori ispirati da Tolkien. Non è strano che Smigol parli esattamente come nel film girato da Bashi decine di anni prima?
Tornando a tentativi meno impegnativi, vi vorrei suggerire qualche titolo, per sapere anche il vostro pensiero.
Dal best seller di Dan Brown, "Il Codice Da Vinci", il film non rende giustizia a un discreto libro. L'ho letto spogliandomi di tutte le polemiche, vero - falso - invenzione - ruberia, e non mi è dispiaciuto. Il film è una parodia, non si avvicina neanche di un miglio al ritmo della carta. Il seguito, o presunto tale, "Angeli e Demoni" ne ha fatto le spese, per quel che mi riguarda. Non ho letto il libro e non ho visto il film. Prevenuto? Certamente si!
Dal libro "Eragon" tanto caro ai miei figli, una pellicola tra le peggiori nel passaggio da carta a celluloide.
Una delusione costante, sino alla sofferenza. Al cinema, purtroppo, non si ha il telecomando per cambiar canale.
"Sahara" di Clive Cussler non è male. Nella versione cinematografica, concordo con chi sostiene che la trasformazione in una americanata dozzinale di azione non abbia giovato al testo. Testo che pur esagerato in certe parti, non rasenta mai le stupidaggini che invece si vedono.
Delusione anche per "Il Cacciatore di Aquiloni" di Foster. Chi non ha letto il libro ha sicuramente apprezzato il film, e spero sia andato a comprarlo in libreria. Ma chi è partito dalla libreria, non credo abbia provato le stesse emozioni.
Mi è capitato anche di vedere prima il film e dopo leggere il libro.
Dopo aver visto “Io sono Leggenda” un amico mi ha prestato il libro di Matheson. Sorpresa: il finale è diverso!
Cosa che è successa anche a “The Eye”. Qui il regista, pur facendo un film ottimo e da ricordare si è scordato un piccolo particolare: il finale. Nel libro di Behm il finale c'è, e non ve lo dico.
Singolare, anche se riuscito, il lavoro di Kubrick con “Full Metal Jacket” dal romanzo di Hasford, che finisce solo in parte nel film. Kubrick dice espressamente che il libro è troppo per un film solo, decide di darne una lettura parziale, a metà. Focalizza la sua attenzione e la nostra su alcuni aspetti. Il film è validissimo, ma il libro è anche altro.
Qualche mese fa ho rivisto in TV “Chiedi alla polvere”. Dal libro la polvere esce veramente dalle pagine. Quella polvere che viene dello strazio di un mondo ai margini, fatto di sofferenza e illusioni. Nel film solo una parte viene fuori.
Non sfugge alla galleria degli orrori neanche Stephen King, che pur dovrebbe avere l'esperienza e la padronanza delle trasposizioni. Il suo “Il tagliaerbe” è una dei peggiori esempi per quello di cui stiamo parlando.
Tra gli italici lavori, ho pianto di rabbia per "Il Garofano Rosso" di Vittorini. Sarà che ho amato il libro come non mai, letto a scuola e di cui ricordo addirittura passi a memoria, ma il film me lo distrugge. Se ci aggiungo anche la colonna sonora, il lavoro più scarso del Banco del Mutuo Soccorso, ne rabbrividisco al ricordo.
E cosa dire di “Romanzo Criminale”? Il libro si legge bene, il film si spegne dopo i titoli di testa.
I miei esempi finiscono qui, e giustificano la mia diffidenza. Voi come la pensate?
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