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Il lume dell'aspirante scrittore - Esclamazioni, onomatopee ed espressioni fumettistiche

di Annalisa Castronovo


Sempre più spesso siamo portati a rendere attraverso la scrittura delle espressioni tipiche del linguaggio orale, basti pensare alle chat, ai forum, ai social network sites e al Web in generale. Ma ovviamente non è tutto. Già nelle forme di scrittura più antiche è sorta l'esigenza di rendere per iscritto esclamazioni varie. Cosa si intende allora per esclamazione? Be', il termine esclamazione deriva dal latino exclamatio, -ōnis, che a sua volta viene dal verbo exclamāre che significa chiamare distintamente. Più in generale l'esclamazione (o interiezione) è una parola invariabile, a sé stante dal punto di vista sintattico, che può costituire da sola un'intera frase ed esprime per lo più sentimenti e stati d'animo. A ben vedere esse vengono classificate in proprie e improprie, le prime infatti assolvono esclusivamente tale funzione, si pensi a interiezioni quali: ahi! e ahimè! (per esprimere dolore e dispiacere), mah! e boh! (per dubbio), puh! e puah! (per disgusto), uff! e uffa! (per noia), urrà! (per gioia); altre possono assumere significati diversi a seconda del tono e della situazione, per esempio: "Ah, che meraviglia!"(stupore), "Ah, se solo fossi più giovane!" (rimpianto), "Ah, se fossi qui con me!" (nostalgia) oppure "Oh, me misero!" (tristezza), "Oh, come sei cresciuto!" (incredulità) e anche "Bada bene, eh, a come parli!" (ammonimento), "Eh, non dirai sul serio!?" (sbigottimento), "Eh, d'altra parte è così!"(rassegnazione), "Eh! sto arrivando" (come risposta poco cortese a un richiamo), "Eh?" (in questo caso in forma interrogativa che indica l'incomprensione di qualcosa). Ma di esclamazioni proprie ce ne sono moltissime: ahinoi!, ahò!, bah!, beh! (be' invece è l'abbreviazione di bene), deh!, ehi!, ehilà!, ehm!, ih!, ohé!, ohi!, ohimè!, ohibò!, olà!, sciò!, uh!, uhi!, uhm! ecc.
Le esclamazioni improprie, invece, sono parole che si usano anche al di fuori di simili espressioni, si tratta di aggettivi, avverbi, forme verbali e nomi; essi vengono usati come interiezioni sia per manifestare sensazioni sia per salutare, esortare, esultare e così via. Eccone alcune: accidenti!, accipicchia!, avanti!, bene!, bravo!, caspita!, cavoli!, certo!, ciao!, coraggio!, ecco!, evviva!, forza!, fuori!, guai!, guarda!, magari!, orsù!, peccato!, perdinci!, poffarbacco!, salve!, su!, suvvia!, via! ecc. Per esempio: "Via! Non è certo la prima volta.", "Ottimo! Ora c'è tutto", "Coraggio, il peggio è pasato!".
Esistono anche gruppi di parole e brevi frasi dette locuzioni interiettive o esclamative, ad esempio: al fuoco!, al ladro!, Dio mio!, per l'amor di Dio!, povero me!, santi numi!, va' al diavolo!
Infine, all'interno delle frasi ci possono essere parole che spesso hanno funzione autonoma simile a quella delle interiezioni, sono le voci onomatopeiche o onomatopee, il cui nome di origine greca letteralmente significa formazione di nomi. Sono parole ed espressioni il cui suono tende a riprodurre per imitazione quello del significato corrispondente, si tratta di rumori (bum, crac, paf, din-don, tic-tac ecc.), versi di animali (chicchirichì, miao, pio, squit ecc.) e suoni vari. Il linguaggio fumettistico ne è zeppo: ah! ah! (per risata spontanea e divertita), argh! (per dolore), bleah! (per nausea o schifo), boing! (per rimbalzo), eh! eh! (per risata sarcastica), etcì! (per lo starnuto), drin! (per squillo), grrr! (per rabbia, dal digrignare dei denti), krakkle! (per lo schiocco di un fulmine), ps! (pss! o pst! per ottenere silenzio o richiamare l'attenzione), shh! (ss!, sss!, ssss!, st! sst! per chiedere silenzio), to'! (o toh! per indicare sorpresa o per dire prendi!), tsè! (o tsk! tsk! per scetticismo), ulb! (o ulp! per stupore), zac! (o zacchete! per indicare un taglio), zzz! (per il russare). Molte espressioni simili derivano da verbi inglesi: bang! (da to bang: esplodere), boom! (da to boom: scoppiare), broom! (da to broom: spazzare), clang! (da to clang: produrre un suono metallico), crash! (da to crash: scontrarsi con fracasso, crollare), flop! (da to flop: cadere), gasp! (da to gasp: boccheggiare), gloom! (da to gloom: oscurare), grunt! (da to grunt: brontolare), gulp! (da to gulp: inghiottire), mumble! (da to mumble: borbottare), rumble! (da to rumble: rombare), sigh! (da to sigh: sospirare), slam! (da to slam: sbattere), slurp! (da to slurp: bere in modo rumoroso), smack! (da to smack: schioccare), sob! (da to sob: singhiozzare), splash! (da to splash: spruzzare), wow! (da to wow: fare impazzire di entusiasmo), yawn! (da to yawn: sbadigliare), zoom! (da to zoom: ronzare, sfrecciare rombando).
Per quanto riguarda la punteggiatura relativa alle interiezioni si usa evidentemente il punto esclamativo, che però - come mostrato sopra - può essere riferito a un'intera proposizione e in questo caso l'interiezione sarà separata dal resto della frase mediante una virgola. Nel caso che, invece, tale segno d'interpunzione riguardi la singola espressione la seguirà immediatamente e - a meno che non concluda la proposizione - dopo di esso si potrà proseguire la frase con la lettera minuscola.
Ecco per concludere delle brevissime citazioni letterarie:
«- Ahi! Ahimè! Ohi! Ora, ora! - s'urlava di giù», tratto da A. Manzoni, I Promessi Sposi, XII 30.
«Pst! Fagotto, e via!», tratto da L. Pirandello, Il berretto a sonagli, VII 204.
«Sembran tante letteratesse, puah!», tratto da Imbriani, Studi letterari e bizzarrie satiriche, 340.
«Ahi serva Italia, di dolore ostello,/ nave sanza nocchiere in gran tempesta,/ non donna di province, ma bordello!», tratto da D. Alighieri, Divina Commedia, Purgatorio, canto VI (versi 76-78).
Grazie per l'attenzione e alla prossima.

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