Intervista a Paola Vagnozzi - editor Galaad Edizioni
Autore: Morgan PalmasLun, 08/03/2010 - 10:49
Di Morgan Palmas
Buongiorno, vorrei anzitutto chiederle qual è stato il percorso professionale che l’ha portata a divenire editor in una casa editrice.
Ho seguito un percorso di studi che ha ben poco a che fare con l’editoria. Non ho mai smesso, però, di coltivare la mia passione per la letteratura e pian piano mi sono resa conto che il mio lavoro non poteva più convivere con i miei interessi. Nel settembre 2006 ho fondato, insieme al mio socio Paolo Ruggieri, la Galaad Edizioni. Non ho mai seguito corsi o master, ma negli ultimi anni mi confronto quotidianamente con le gioie e i dolori del lavoro redazionale. In fondo, continuo a fare ciò che ho sempre fatto: leggere e scrivere.
Esistono un percorso standard o canali privilegiati oppure ritiene che vi siano più possibilità per diventare un editor?
Non saprei. La via maestra, in teoria, dovrebbe essere una buona facoltà umanistica seguita da un master in tecniche di redazione. In più, sarebbe consigliabile un lungo soggiorno all’estero per imparare una lingua straniera. Lavorando in questo campo, però, ho avuto la fortuna e il privilegio di incontrare professionisti straordinari che sono arrivati al mondo dell’editoria percorrendo le strade più disparate.
Come è in concreto la sua giornata lavorativa? Quali sono le sue specificità imprescindibili?
Di solito, la mattina è consacrata alla lettura dei manoscritti e delle mail, il pomeriggio al lavoro sui testi. In realtà capita spesso di dover affrontare le situazioni più diverse: valutazione di scelte grafiche e prove di traduzione, stesura dei contratti editoriali, preparazione di fiere e presentazioni, telefonate e incontri con autori, traduttori, agenti letterari e così via. Una cosa è certa: non ci annoiamo mai, non ne abbiamo il tempo.
Nel mondo editoriale vede più merito rispetto al “sistema” Italia o reputa invece che il pensiero comune dell’amata raccomandazione sia purtroppo la via più comune? Quali percentuali fra le due?
Non conosco dall’interno la realtà di tutte le case editrici e non amo generalizzare. In questi anni ho conosciuto di persona molti piccoli editori e mi sembrano tutti professionisti seri e motivati che non hanno alcuna voglia di buttar via tempo e soldi pubblicando libri in cui non credono o facendo lavorare persone impreparate. Per quanto ci riguarda, è vero che a volte ci è capitato di prestare ascolto a “segnalazioni” provenienti da persone degne della massima stima e fiducia; ma l’ultima parola spetta sempre a noi.
Se crede nel merito, quali sono le sue azioni quotidiane per favorirlo?
Pubblichiamo libri che ci piacciono ed esprimono la nostra idea di letteratura e la linea editoriale della Galaad Edizioni. Per quanto riguarda la scelta dei collaboratori, ci interessa solo che siano bravi, competenti e affidabili.
Che cosa stima in uno scrittore esordiente e che cosa invece detesta?
Stimo l’umiltà, la capacità di mettersi in discussione, il desiderio di crescere, imparare, evolvere. Detesto l’arroganza, la presunzione e l’egocentrismo.
Quali sono le qualità della sua casa editrice e le prospettive?
Cerchiamo di impegnarci al massimo, con dedizione e spirito di sacrificio, in ogni aspetto del lavoro editoriale. Siamo maniacali nella cura dei testi e seguiamo in prima persona tutte le fasi della produzione del libro – dalla scelta della carta e della veste grafica, all’editing, alla stampa – fino alla promozione. La prospettiva è quella di cercare autori che esprimano, nei loro testi, l’idea di fondo che ispira la nostra linea editoriale. Cerchiamo di privilegiare, soprattutto nella narrativa, proposte editoriali che mettano in evidenza il rapporto dell’uomo con l’arte e con gli elementi della natura. Non per niente il simbolo della casa editrice è il fiore del Balsamo di Galaad, un albero citato nel Vecchio Testamento per le sue virtù curative. Siamo convinti che un buon libro permetta all’uomo di comprendere meglio se stesso, il suo rapporto con gli altri e con il mondo che lo circonda.
Che cosa pensa delle case editrici a pagamento?
Penso che non siano case editrici vere e proprie.
Un consiglio a chi vorrebbe intraprendere l’attività di editor.
Leggi di tutto, scrivi, viaggia, impara una o più lingue straniere, vai al cinema, a teatro, ai concerti. Asseconda le tue curiosità intellettuali, tieni sempre viva la fiamma della passione per i libri e per le parole. Quando lavori non dimenticare che la scrittura letteraria si nutre anche di precisione, quindi sii preciso, persino puntiglioso, se occorre. Persevera nei tuoi obiettivi. Se hai talento per questa professione, il resto, prima o poi, verrà da sé.
La ringrazio e buon lavoro.
Grazie a lei.
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