Editoria a pagamento: pubblicare libri senza truffe? – parte 9
Autore: Morgan PalmasVen, 05/03/2010 - 15:47
Di Morgan Palmas
[Seguito parte 8]
Si parlava di commistioni, facendo un esempio di una casa editrice a pagamento. Vediamo adesso un altro punto di vista.
Messaggerie Libri è il più importante distributore italiano di prodotti editoriali – si legge nell’introduzione del sito –, con oltre 150 editori che li hanno scelti. Ne “La Missione” troviamo: “Offriamo al mercato librario italiano i migliori servizi editoriali in termini di completezza, continuità, affidabilità e qualità di prestazioni”. C'è la sezione dove trovare gli editori distribuiti, una lista che include case editrici con diverso approccio, anche a pagamento.
Se non che citando Messaggerie significa parlare del gruppo editoriale Mauri Spagnol, quindi, fra le altre, Garzanti, Longanesi, Guanda, Boringhieri, Fazi, ecc. Inoltre Messaggerie distribuisce su tutto il territorio nazionale anche quotidiani e riviste, nelle quali non di rado si trovano pubblicità e/o concorsi di case editrici a pagamento.
Questo esempio che non intende certo avallare la tesi che il GeMS sia più contiguo alle cloache editoriali di altri, intende invece rappresentare un ritratto spaccato del mondo editoriale italiano, nel quale le commistioni sono diffusissime.
Da un lato, si condanna chi fa pagare gli autori, dall’altro lato, se osserviamo con profondità i rapporti economici e le alleanze, si scopre che la struttura si presenta complicatissima, spesso neppure evidente nei numerosi anfratti.
Altro esempio. Qui in Veneto il Gruppo Editoriale Cierre, con la sua Cierrevecchi srl., si occupa di distribuzione editoriale, andate a vedere la lista di case editrici che si appoggiano a Cierre, non poche sono a pagamento.
Da qualsiasi punto di vista si voglia scrutare l’orizzonte, in ogni caso la diffusione delle cloache editoriali è ramificata e capillare.
Altro esempio. Provate a entrare in una qualsiasi libreria e abbiate qualche nome in testa di questa lista. Non sarà difficile accorgersi che sono presenti ovunque, chi più chi meno.
È chiaro che non vi sono illegalità nel costituire una casa editrice a pagamento, questo punto deve essere chiaro, ciononostante il problema è di informazione e di etica economica.
Come si diventa editori? Leggere questo documento dell’AIE. Non è inutile leggere anche la nota 633/1941.
Ecco, qui si entra in ambiti giuridici e politici, ma ne parlerò lunedì per inquadrare meglio il tema.
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