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"La Madonnina degli Sleepings" di Maurice Dekobra

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Di Geraldine Meyer

Contrariamente al mio solito modo di procedere questa volta vorrei iniziare con una piccola premessa biografica dell'autore. Non un vuoto esercizio storiografico ma utile preambolo storico per inquadrare ancora meglio questo piccolo capolavoro.

Maurice Dekobra, pseudonimo di Maurice Tessier nasce nel 1885 da una famiglia della ricca borghesia francese. Giovanissimo diviene giornalista iniziando una vita di viaggi e scrittura. Si trova ad insegnare a Berlino, a tenere conferenze in Polonia. Poi America, Asia Minore, Turchia. Entra, grazie ai suoi modi signorili e alla sua cultura raffinata, in quella che all'epoca veniva chiamata la Café Society inglese. Viaggia senza sosta fino a entrare in contatto con gli ambienti artistici di Montmartre.

La sua carriera di giornalista e scrittore comincia a decollare. Il suo stile ha una marcia in più perché Dekobra racconta dall'interno, e lascia volteggiare tra le sue parole i vizi, le virtù, i profumi e le atmosfere della società di cui narra. Con La madonnina degli sleepings ottiene un enorme successo di pubblico travalicando così i confini dell'elite letteraria a cui il suo stile sembrava averlo destinato. 
Questo libro merita a tutti gli effetti di trovare un posto tra i classici. Ne ha tutta la bellezza, la leggerezza, la struttura, lo stile. Ironia e raffinato distacco danno alla trama un'eleganza che la rende ancora più avvincente. Con questo romanzo Dekobra ci regala qualcosa che è insieme cronaca di costume, storia, spionaggio, e la sempiterna questione dei sentimenti umani. Così inestricabilmente legati ad ogni azione, così potenti e invincibili nel dettare legge anche in aspetti apparentemente lontani dalla sfera affettiva. 

Il protagonista Séliman, principe decaduto, entra a servizio della bellissima e anticonformista Lady Diana. Il loro rapporto è un sublime miscuglio di amicizia, complicità, attrazione sempre al limite, mai concretizzata e per questo ancora più sensuale. Le parti del racconto in cui i due sono soli in circostanze che nella penna di altri scrittori avrebbero avuto sviluppi fin troppo scontati, vibrano di quella musica sottile che solo un desiderio trattenuto riesce a produrre. Gli scenari cambiano, i viaggi e gli spostamenti diventano a loro volta personaggi del racconto. Berlino, la Russia comunista, Londra. Teatro di vicende umane e politiche raccontate come un giallo di altri tempi. Uno degli aspetti affascinanti di questo romanzo è la levità con cui, sotto forma di racconto, l'autore riesca a fare una spietata, per quanto elegantissima, analisi della situazione politica di allora. Con intrighi economici, che diventano politici per sciogliersi in intrighi sentimentali. 

Le pagine in cui Sèliman viene rinchiuso in una prigione sovietica (non vi racconterò perché) in balia delle minacce della spietata Irina Mouraviev cekista di Mosca, sono quanto di più imperdibile vi possa offrire la letteratura. Quella che non ha bisogno di aggettivi. Quella che, dai tempi della tragedia greca, racconta di cosa sia capace una donna a cui viene sottratto l'amante. Irina Mouraviev è una donna ferita e che non può ammettere neanche a sé stessa cosa le fa male. Allora tutto deve diventare una questione politica tra comunismo e capitalismo. Tutto virtù uno, tutto dissolutezza l'altro. Si avverte fisicamente l'atmosfera livida e plumbea in cui fanno la loro comparsa le prime microspie, la sensazione claustrofobica di un controllo di parole e gesti che non lascia scampo. In un continuo crescendo di tensione e ribaltamenti di prospettiva. Ci si aspetta un tradimento ad ogni respiro. Su questo sfondo aleggia la figura di Sèliman che, da gentiluomo leale deve portare fino in fondo la sua missione per aiutare la sua amica lady Diana. E ciò che cattura, nel vero senso della parola, di questo personaggio, è la totale assenza di sottomissione. Non si ha mai la sensazione che questo principe compia ciò che compie accecato da una morbosa dipendenza affettiva. La sua eleganza di modi e di indole fanno apparire del tutto naturali i rischi che corre, le decisioni che prende per aiutare un'amica. 

Non credo di esagerare se dico che leggere questo libro è regalarsi una parentesi di Altrove. Non penso dipenda solo dalla lontananza temporale, storica e geografica in cui viene collocata la storia. Si tratta proprio di quella potenza della letteratura di scardinare, per il tempo della lettura, anche le strutture del nostro pensiero. Ad un certo punto si arriva a pensare come Séliman, si giunge a vedere Lady Diana sorniona e dissoluta insieme discettare della vita e del sesso con una sofisticata raffinatezza che rende tutto ancora più coinvolgente e sensuale. 

Ma non si pensi a questo libro solo come a un vuoto, per quanto sopraffino, esercizio letterario. C'è davvero molta storia e molta analisi sociale tra le pagine. Sia che descriva la vita della Café Society, con i suoi problemi fatti di nulla, sia che si addentri nel racconto dei maneggi politico-economici tra Stati Uniti e Unione Sovietica, questo libro restituisce una cristallina descrizione dell'epoca. Mettendo altresì in luce come già da allora si potesse parlare di globalizzazione. I guai finanziari di una nobile scozzese arrivano a influenzare un affare economico in Unione Sovietica. Con tutto ciò che questo comporta in termini di diplomazia politica e finanziaria. 

Una nota particolare va fatta per la traduzione. Luca Federico Garavaglia, che è anche l'editore del libro, ha fatto un lavoro notevole per restituire, con tutta la fatica della traduzione, uno stile ricercato che non diventa mai pedante. Termini forse desueti ora sono stati lasciati con il loro carico di ricercatezza. Perché lo stile di un libro non dovrebbe cercare la complicità facile del lettore. Da qui la difficoltà di una traduzione che resti fedele pur nel tradimento implicito di ogni passaggio da una lingua all'altra. Ma è proprio questo che rende così ricco di suggestioni questo libro. La storia e lo stile sono profondamente funzionali l'uno all'altra. Restituendo una storia di altri tempi eppure modernissima. 

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