Intervista a Giulio Milani - editor di Transeuropa Edizioni
Autore: Morgan PalmasMer, 10/02/2010 - 12:57
Di Morgan Palmas
Buongiorno, vorrei anzitutto chiederle qual è stato il percorso professionale che l’ha portata a divenire editor in una casa editrice.
Ho mandato per posta di superficie un racconto alla casa editrice Transeuropa agli inizi degli anni 90, poco più che ventenne. Giulio Mozzi prima e Silvia Ballestra poi mi telefonarono per dirmi che ero stato selezionato per un nuovo progetto antologico di narratori esordienti sotto i 25 anni, che riprendeva il format delle antologie “Under 25” di Pier Vittorio Tondelli, che nel frattempo era morto (1991). Passò del tempo, e nel 96 uscì questa raccolta dal titolo “Coda”. Dentro c’erano anche altri esordienti che poi hanno fatto un loro percorso interessante come Marco Mancassola, Davide Bregola, Nicola Montenz.
Io però ero l’unico di questo gruppo che s’interessasse anche al lavoro dei “colleghi”. Mi piaceva ascoltare la lettura ad alta voce dei testi che gli autori facevano con Massimo Canalini, uno dei tre fondatori di Transeuropa e all’epoca editor per la narrativa. Ho imparato il mestiere di editor da lui, che a sua volta aveva imparato da Pier Vittorio Tondelli, a sua volta allievo di Aldo Tagliaferri (editor per la narrativa Feltrinelli negli anni 80). Poi con Tagliaferri ci ho anche parlato, ho avuto uno scambio epistolare quando ormai ero diventato il nuovo editore della casa editrice, perché abbiamo scoperto di condividere un interesse per Girard e per gli studi di antropologia.
Esistono un percorso standard o canali privilegiati oppure ritiene che vi siano più possibilità per diventare un editor?
Esistono corsi ad hoc, anche noi ne teniamo, è l’unico modo che conosca per entrare in rapporto con un editore.
Come è in concreto la sua giornata lavorativa? Quali sono le sue specificità imprescindibili?
Dipende dalle scadenze, comunque lavoro mattina e pomeriggio. L’editing dei testi ha naturalmente la priorità su tutto, quando viene il momento. La sera e il fine settimana sto con la mia famiglia, ho due bambine.
Nel mondo editoriale vede più merito rispetto al “sistema” Italia o reputa invece che il pensiero comune dell’amata raccomandazione sia purtroppo la via più comune? Quali percentuali fra le due?
Per l’esperienza che ho, conta di più il merito. Ma il merito, in Italia, è un concetto ampio, e implica anche la capacità dell’Autore di “fare rete”.
Se crede nel merito, quali sono le sue azioni quotidiane per favorirlo?
Prego.
Che cosa stima in uno scrittore esordiente e che cosa invece detesta?
Ne stimo l’entusiasmo, ne detesto la degnazione quando compare.
Quali sono le qualità della sua casa editrice e le prospettive?
Sulle qualità sarebbe opportuno non esprimermi. Lo faccio come augurio: mi auguro che la lezione di dedizione al lavoro degli altri che ci è stata offerta da Tondelli sia stata, almeno in parte, recepita.
Se saremo coerenti con un determinato insegnamento, e sapremo “tradirlo” in modo creativo, ho fiducia che si aprirà davanti a noi più di una prospettiva. Sono comunque già molto soddisfatto del lavoro svolto fin qui, e non ho un campo di ambizioni sterminato.
Che cosa pensa delle case editrici a pagamento?
Chi si fa pagare per pubblicare un libro di narrativa rischia di selezionare più col metro del denaro che con quello del merito. Nella nuova libreria on line che vareremo il 17 febbraio sul sito www.isbf.it, ospiteremo solo quegli editori che non accettano denaro per pubblicare narrativa. Poiché si tratta di una libreria di qualità, abbiamo pensato che questo fosse un buon criterio. Lo abbiamo riassunto con uno slogan aziendale: no best seller, no istant book, no print on demand.
Un consiglio a chi vorrebbe intraprendere l’attività di editor.
Frequentare un buon corso e prendere contatto con una scuderia editoriale che faccia ricerca sugli esordienti.
La ringrazio e buon lavoro.
Prego, grazie a lei.
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