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Editori a pagamento: pubblicare libri senza truffe

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Di Morgan Palmas

Gli editori a pagamento sono una piaga non solo nel nostro paese, è un fenomeno globalizzato da tempo. Questo articolo non condanna chi ha deciso di impegnare il proprio denaro liberamente e legittimamente, sono scelte personali, le mie parole cercheranno invece di portare all’attenzione dei lettori di Sul Romanzo certi aspetti, alcuni dei quali talvolta poco chiari o non evidenti.

Il rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2009 attesta la pubblicazione di circa 59.000 titoli nel 2008 (235.000.000 di copie), per un giro di affari di 3,5 miliardi di euro. Il fenomeno dell’editoria a pagamento trova un terreno fertile all’interno di questa grande fetta economica, perché sono tantissime le persone che pur di avere il proprio libro pubblicato percorrono la strada più semplice per ottenere un risultato concreto.

Non è un accadimento degli ultimi tempi, recente invece è l’animata discussione sul senso etico ed economico di tale pratica, ne ha parlato perfino Umberto Eco nel suo “Il pendolo di Foucault”. Ora leggete questi nomi: W.Whitman, M.Twain, H.D.Thoreau, M.Proust, A.Moravia, E.A.Poe, P.Verlaine, G.B.Shaw, A.Rimbaud, L.Carroll, sì, avete capito bene, pagarono per pubblicare le loro opere, soprattutto all’inizio della carriera, la lista sarebbe lunga.
Quindi, qualcuno potrebbe affermare: «Se l’hanno fatto loro…». No, se sentite un editore che vi racconta simili balle, rispondete subito: «Uè, magari lo pubblico il libro con te facendomi spennare, ma mica sono scemo!», e vi spiego per quale ragione.

Al tempo dei giganti della letteratura non esisteva la stampa digitale, la tecnologia non aveva ancora vissuto l’evoluzione che conosciamo e perciò, nonostante qualche scrittore abbia intrapreso la strada della pubblicazione a pagamento, le condizioni erano del tutto differenti, v’era una qualità e una dedizione al testo che per nulla assomigliano alle truffe di oggi. Truffe che, sia chiaro, il più delle volte trovano la complicità dello scrittore esordiente, desideroso di vanità. Non è un caso che nel mondo anglosassone il fenomeno sia definito vanity press.

Il giro di affari editoriale soltanto negli Stati Uniti è di dieci volte rispetto all’Italia, nel 2008 sono stati pubblicati quasi 500.000 titoli e gli APS (Autori a Proprie Spese, direbbe Eco) rappresentano una fetta non indifferente di tale mercato, in continua crescita.

Eileen Gittins, amministratore delegato di Blurb, una casa editrice print on demand – poi faremo le necessarie distinzioni – ha portato il fatturato in due anni da uno a trenta milioni di dollari, dichiarando con genuinità, beata lei, che la maggior parte dei libri hanno venduto una sola copia, quella dell’autore stesso. Fatturati che non rispecchiano spesso la qualità letteraria, basti pensare che Robert “Bob” Young, amministratore delegato di Lulu, ha dichiarato: «Abbiamo semplicemente pubblicato la più vasta raccolta della peggior poesia di tutta la storia dell’umanità».

Esistono altresì casi fortunati. Lisa Genova, dopo avere scritto il suo primo romanzo, si era vista ignorare da circa 100 agenti letterari. Decise così di pubblicarlo da sé pagando 450 dollari a iUniverse (una delle più importanti società americane di print on demand). Fu poi un agente letterario a contattarla, la rete di conoscenze si era intanto messa in moto e Lisa Genova si vide in poco tempo scalare le classifiche con una casa editrice reale, non a pagamento, finendo al quinto posto dei best seller sul New York Times. Come a dire, una rondine non fa primavera, ma vi sono le eccezioni.

Qualcuno forse avrà le idee confuse: editoria a pagamento, print on demand, self publishing, ecc... sono necessarie alcune distinzioni, perché molte truffe sono portate in atto grazie alla confusione che spesso ancora è forte quando si trattano queste tematiche.
Credo che il blog Sul Romanzo, dedicato in tanti articoli agli scrittori esordienti, abbia l’onere di fare chiarezza.
Domani inizieremo a parlare di print on demand e intanto vi segnalo questa importante iniziativa di zero91

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Il blog Sul Romanzo nasce nell’aprile del 2009 e nell’ottobre del medesimo anno diventa collettivo. Decine i collaboratori da tutta Italia. Numerose le iniziative e le partecipazioni a eventi culturali. Un progetto che crede nella forza delle parole e della letteratura. Uno sguardo continuo sul mondo contemporaneo dell’editoria e sulla qualità letteraria, la convinzione che la lettura sia un modo per sentirsi anzitutto cittadini liberi di scegliere con maggior consapevolezza.

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