Book trailer. Un mito immotivato
Autore: Marcello MarinisiGio, 25/02/2010 - 12:00
Non oso immaginare quanti siano i book trailer presenti in giro per la rete Internet. Soltanto su Youtube, la chiave di ricerca riscontra 19.600 ricorrenze. Un numero spropositato, una mole di dati e fotogrammi inaudita che nessuno o pochi guarderanno mai.
Il book trailer (marchio registrato dalla Circle of Seven Productions) nasce in anni recenti. Già agli inizi del 2002 è possibile riscontrare i primi esempi concreti di quella che oggi è una pratica molto diffusa e che ha trovato terreno fertile nella Rete, soprattutto dopo il 2005, anno in cui – grazie alla nascita di Youtube – i video amatoriali generati direttamente dai cybernauti cominciarono a essere molto popolari.
Il concetto è molto semplice: mutuare le pratiche proprie della promozione cinematografica e applicarle a un differente ramo dell'industria culturale, l'editoria. Come se le differenze insite nei due linguaggi non influissero in alcun modo sugli strumenti più indicati per pianificare una campagna pubblicitaria. Comincio subito col dire che qualunque esperto di comunicazione sarà concorde con me quando affermo che il book trailer è quanto di più sbagliato si possa realizzare per promuovere un romanzo, soprattutto se di un esordiente. È uno strumento del tutto inefficace e per diversi ordini di ragioni che vi illustrerò, molti dei quali possono essere desunti dai miei precedenti interventi.
In primo luogo, le pubbliche relazioni restano, a oggi, il miglior modo per promuovere il proprio libro. Nessuno può pensare, forse salvo pochi casi isolati, di riuscire a spingere le vendite del proprio romanzo rimanendo chiuso nella propria asfittica cameretta a rimirarsi allo specchio pensando al suo prossimo best seller. Come ho scritto in precedenza, lo scrittore deve spendersi per intessere relazioni (non reciproche a distanza) con i suoi potenziali lettori.
In secondo luogo, il dilettantismo non paga, in nessun campo. I video che si trovano sfogliando gli elenchi di Youtube, sono di una bruttezza rara. Banali, grossolani, privi di una benché minima conoscenza degli strumenti, insomma, è evidente che non sono stati realizzati da professioni e questo non fa altro che inficiare l'impatto che possono avere sulle vendite, riducendo a zero la loro utilità presunta.
In terzo luogo, perché mai un potenziale acquirente (che non sia un genitore, un amico o un parente stretto) dovrebbe spendere il proprio tempo per guardare un book trailer mal realizzato e che non dice assolutamente niente di originale sull'opera, che non si possa trovare già scritto sulla quarta di copertina o in una descrizione breve scovata su Internet e che impegna un decimo del tempo necessario per sorbirsi un intero book trailer? In questo senso, fa molto di più un invito alla lettura, per esempio il primo capitolo o il prologo del romanzo liberamente fruibile in Rete o cose di questo tipo.
Se si effettua un'analisi a campione dei book trailer presenti sul Web, si troveranno per lo più contenitori di immagini non originali, accompagnate da musiche più o meno adeguate che, il più delle volte, violano ogni legge vigente sul copyright. Immagini rubate dalla Rete, musiche riprodotte senza il consenso dell'autore, stralci di film più o meno noti, insomma, in nome del book trailer vengono perpetrati i più laidi crimini contro la proprietà intellettuale.
Così proliferano i video (e continueranno a proliferare) e non mancano le iniziative a sostegno di questa pratica molto diffusa ma dalla dubbia utilità. Esistono, infatti, in Rete – oltre ai più conosciuti social network – interi database di book trailer (per fare due esempi Booktrailers.eu e iBook.net), archivi disutili che hanno l'unico scopo di diventare dei buoni contenitori di pubblicità per chi li ha creati, pur essendo di scarsa utilità per il mercato editoriale e gli scrittori.
Se la Rete è un grande strumento di diffusione delle idee (più o meno buone) e se il video e l'immagine sono tra gli strumenti di maggiore impatto per la comunicazione, allora perché il book trailer dovrebbe essere un mezzo così poco efficace per promuovere un libro?
Semplicemente perché, come sottolineato più volte, ogni strumento deve essere commisurato al prodotto che pubblicizziamo. Suscita sicuro interesse un book trailer realizzato da professionisti del settore per promuovere un testo il cui autore è già affermato, conosciuto dal pubblico. Invece, il grosso dei trailer di libri presente in Rete non è buono neppure per una cinerassegna dei più brutti cortometraggi del secolo. Uno strumento interessante messo nelle mani di chi non ha la più pallida idea di come utilizzarlo. E non sto parlando di conoscenze tecniche, chiunque è in grado di utilizzare un software di video editing, basta leggere un manuale o un tutorial sul Web. Cosa diversa è riuscire a usare lo strumento con maestria, con cognizione di causa e non come dilettanti allo sbaraglio.
Molti vi diranno che il book trailer è il futuro del mercato editoriale. Io non lo credo. Forse sarò smentito nel giro di due anni, ma quello che vedo è un'eruzione inarrestabile di sequenze di immagini più o meno sgranate che sono molto lontane dal concetto stesso di trailer. È vero che ci sono delle vere eccezioni, ma si tratta di casi talmente isolati da non fare testo.
Se si vuole sfruttare la rete e i video, allora bisogna pensare a qualcos'altro. Io un'idea me la sono fatta, magari ne riparleremo più avanti.
Voi che ne pensate?
Tra quindici giorni parleremo di social network.
Stay tuned.
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