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Visibilità: sinossi, nota critica, impaginazione ed elementi grafici

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di Marcello Marinisi


Sinossi, nota critica, impaginazione e grafica, sono quattro elementi molto diversi tra loro. I primi due attengono al piano strettamente redazionale, mentre i secondi due sono pertinenti all’area comunicativa.
Cominciamo dalla sinossi e dalla nota critica. Di che si tratta?

La sinossi è una sorta di riassunto del vostro romanzo (lo so che molti di voi lo sapranno già, ma è sempre meglio essere chiari per tutti), non una semplice riduzione, quanto piuttosto un testo che, in poche righe, riesca ad attirare l’attenzione del potenziale lettore al punto da invitarlo a sfogliare le prime pagine o, meglio ancora, ad acquistare l’opera. La sinossi deve dire molto, ma non dire tutto. Deve rispondere ai dubbi del lettore (chi è il protagonista? dove si svolge la storia? in che epoca? con che genere di romanzo ho a che fare? ecc.), ma non deve svelare troppo, altrimenti il lettore rinuncerebbe alla lettura e abbandonerebbe il libro sullo scaffale della libreria.

La nota critica è un testo, a corredo di un romanzo, che ha la funzione di analizzare – brevemente – il lavoro e di dare un giudizio. Mi spiego meglio. Una nota critica si configura un po’ come una prefazione, un’introduzione che invita alla lettura sulla base di elementi letterari del romanzo presentato. Si tratta, in altri termini, di una breve recensione dell’opera che dovrebbe essere scritta dall’editore o da un personaggio noto nell’ambito specifico in cui si colloca l’opera. Quindi, mentre la sinossi punta a presentare l’opera per quello che è facendone un riassunto accattivante, la nota critica si configura come un vero e proprio invito alla lettura firmato da qualcuno il cui giudizio può essere rilevante.

A questo punto, il nostro lettore ha girato e rigirato la magnifica copertina, ha letto la sinossi e la nota critica, ha iniziato a pregustare il piacere della lettura. Manca soltanto un ultimo passo: aprire il libro.
Questo ci porta dritti al nostro secondo punto: l’impaginazione e gli elementi grafici.

Sull’impaginazione si potrebbero scrivere interi trattati, anzi ci sono state personalità molto più autorevoli di me che li hanno proprio scritti (penso, per citarne uno, ad Aldo Manunzio). Non starò qui a discorrere di proporzione aurea e cose del genere. Piuttosto, dovremmo parlare di equilibrio. La pagina di un romanzo deve essere armoniosa, deve riuscire a mettere il lettore nell’ottica giusta (che è quella del tempo della lettura), deve essere leggibile.

Cosa intendo dire?

Mi riferisco all’equilibrio nella collocazione degli elementi nella pagina. La giusta proporzione tra i margini (superiore e inferiore vs. destro e sinistro), l’esatto calcolo dell’ampiezza del margine di rilegatura (ormai se ne trovano pochi, ma io ricordo ancora libri rilegati a filo con il testo). La quantità di “bianco” e di “nero” presente in ogni pagina, gli “accapo”, i rientri, la numerazione dei capitoli e delle pagine, la qualità della carta, insomma, tutto quanto deve essere progettato non sulla base di una semplice scelta estetica, quanto semmai tenendo in considerazione le esigenze del lettore (pensate, ad esempio, alle differenze di impaginazione tra i libri per bambini e quelli per adulti). Uno dei migliori esempi di impaginazione e utilizzo delle proporzioni è rappresentato dai libri di Geronimo Stilton, i quali puntano proprio ad incontrare i gusti dei loro piccoli lettori, coinvolgendoli.
Elementi grafici e impaginazione vanno a braccetto e sono inscindibili. Per la collocazione di illustrazioni, fotografie, mappe e quant’altro all’interno del testo bisogna seguire la stessa semplice regola che ho appena esposto: equilibrio. Se la vostra impaginazione risulterà equilibrata e coerente, proporzionata, avrete mosso un altro passo verso la costruzione di un buon libro.
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