Google Books: ricerca libri e diritti d'autore
Autore: Morgan PalmasSab, 23/01/2010 - 16:23
Di Morgan Palmas
Ahi ahi, la guerra fra Google Books e oppositori si sta facendo seria, assai seria. Un passo alla volta.
Un bel giorno, eravamo nel 2004, nacque Google Print – ciò che poi diverrà nel 2005 Google Books – e fu presentato alla fiera del libro di Francoforte (la più importante a livello europeo). L’idea era di creare la più grande biblioteca digitale del mondo, sia che si parli di un libro del 1700 sia che si tratti di un testo in commercio.
Iniziarono i primi accordi, anche con numerose biblioteche, milioni di libri stavano per divenire patrimonio culturale gratuito e consultabile on line. Chiaro che si udirono le prime proteste, non pochi libri avevano il diritto d’autore e Google sembrava non curarsi troppo della problematica (almeno in apparenza). Le violazioni del copyright suscitarono l’indignazione di editori e scrittori, i quali, beata tecnologia, vedevano vanificato il proprio lavoro con un diretto effetto nefasto sui guadagni.
Importanti biblioteche hanno aderito al vasto progetto di Google Books, mentre altre non solo sono da sempre perplesse, di più, fecero e fanno pressioni sui rispettivi governi per contrastare la celebre azienda di Mountain View.
Con quale criterio
digitalizzare ogni singola proprietà intellettuale?
Gli anni trascorrono e la digitalizzazione di Google Books cresce sempre più, oltrepassando nell’ottobre del 2009 i 10 milioni di libri, di questi circa milione sono leggibili in modalità intera, dalla prima pagina all’ultima. Altri progetti privati e pubblici inseguono Google, come Europeana, Gallica, HathiTrust.
Google Books, dal canto suo, può vantare accordi con prestigiose università quali Harvard, Oxford, Stanford, Columbia, fra le tante, e importanti gruppi editoriali.
Meno di un anno fa, nel maggio del 2009, Google annuncia che vi è l’intenzione di collaborare con le case editrici permettendo loro di vendere libri attraverso Google Books, nel rispetto dei diritti d’autore, ciononostante i termini del mezzo non sono ancora ritenuti soddisfacenti dalla gran parte dei soggetti coinvolti.
Di recente nientepopodimeno che la Open Book Alliance (osservate la lista dei membri) ha inviato una lettera al Congresso americano chiedendo che il patrimonio culturale digitalizzato mondiale sia e debba rimanere bene di tutti, lontano da logiche private e di mercato, e, quindi, Google Books si dovrebbe, negli intenti della protesta, allontanare da ambizioni monopolistiche.
Google ha ben pensato di allargare i suoi accordi con editori e scrittori, surriscaldando il clima già di per sé pesante e ricevendo denuncie feroci.
L’archivio dei libri digitali più vasto al mondo può essere gestito da un’impresa privata oppure gli Stati dovrebbero prendersene carico con accordi condivisi?
Insomma, il tutto gratis non piace a tanti e i governi hanno compreso che stare a guardare significherebbe mettere a repentaglio la sopravvivenza di migliaia e migliaia di aziende del settore, che si sentono depredate da un’idea tecnologica, che, per quanto geniale, senza dubbio, sta convogliando indotti ed energie verso un’unica fonte, sconvolgendo le leggi di mercato.
Ne parleremo ancora, la guerra della ricerca dei libri on line è appena iniziata.
Nota a margine: vi sono, accanto alla questione dei diritti d’autore, certamente vantaggi grazie a Google Books. Non so se voi siete soliti frequentarlo, io ho avuto numerose sorprese nel tempo. Senza muovermi da casa, ho potuto leggere in forma originale libri assai datati, da Manzoni a Ralph Waldo Emerson, da Coleridge a saggi su Benedetto Croce, e molto altro, testi spesso introvabili in libreria, fuori catalogo da tempo immemore. Questo aspetto credo che non sia da sottovalutare.
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