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I dolori del giovane scrittore esordiente - parte X: gli editori

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Di Simone Marzini

Una signora chiede che cosa faccia un editore: scrive libri?
No, risponde l'editore, quelli li scrivono gli autori.
Allora li stampa?
No, quello lo fa il tipografo
Li vende?
No, lo fa il libraio
Li distribuisce alle librerie?
No, quello lo fa il distributore.
E allora che cosa fa?
Risposta: tutto il resto.

Questa frase, attribuita a vari editori, da Arnoldo Mondadori a Valentino Bompiani, è stata riportata da Umberto Eco durante un'intervista a "La repubblica" del 15 giugno 2001.
Ora, da quei tempi di acqua sotto ai ponti ne è passata molta. Come sappiamo bene, ormai lo scrittore non è più solo scrittore. In alcuni casi è editore di se stesso, in altri è pure finanziatore di se stesso, distributore, promotore.
Insomma, oggi giorno lo scrittore è una moderna versione del minotauro: mezzo scrittore e mezzo editore, mecenate, distributore, il tutto in salsa web 2.0.
Proviamo a ipotizzare che al posto di Mondadori o Bompiani ci sia un editore a pagamento.

2009

Un giovane scrittore emergente chiede a un editore cosa faccia per lui: gli pubblica il libro?
Si, ma sono tempi duri, quindi ci serve un piccolo contributo, risponde l'editore.
Capisco, risponde lo scrittore, di quanto?
Basteranno poche migliaia di euro.
Alla faccia del piccolo. E l'editing lo fate voi?
No, lo farà lei, non voglio mancare di rispetto al creatore dell'opera stravolgendola.
E la distribuzione? Come siamo messi?
Capillare, si trova dappertutto.
Veramente nella mia libreria non ho mai trovato i vostri libri.
È una congiura dei librai. Comunque siamo anche distribuiti nelle edicole, sa? A Reggio Calabria e Lamezia terme, in zona stazione mica pizza e fichi, e poi vendiamo online sui maggiori portali.
Bè ma lì ci vendono tutti.
Ci siamo anche noi! È un bene no? Lei è un emergente, chi vuole che la consideri? Deve darsi da fare se vuole emergere.
Ma almeno avrò lo sconto sugli acquisti?
Certo, se acquista più di 100 copie le facciamo ben il 30% di sconto.
Mi sembra poco.
Ma lei, con questo atteggiamento negativo, si rema contro. Deve essere ottimista. Il libro costa 15 euro, lei lo paga 10,50: se li vende tutti le restano 450 euro in tasca.
Va bene, mi mandi pure il contratto.
Eccolo pronto qui, è un contratto standard, lo facciamo a tutti.
Ma non sono indicate le copie di tiratura iniziale...
Gliele dico a voce: almeno mille! Che c'è, non si fida? Siamo fra gentiluomini.
Sa com'è, chi visse sperando morì...
Lei è molto divertente, che cosa scrive, romanzi umoristici?
Ma come, non l'ha letto il mio manoscritto? Diceva che le piaceva tanto.
Mi sarò confuso, succede, ne arrivano talmente tanti. Non stiam mica qui tutto il giorno a smacchiare i leopardi. Comunque firmi qui.
Ma non so, ci devo pensare.
Guardi, o adesso o mai più. Le sto offrendo una grande occasione, non se ne rende conto?
Va bene, firmo.
Bene, le sue copie arriveranno fra sei mesi, il pagamento però subito.
Ma non siamo fra gentiluomini?
Appunto.

Se quello che avete letto vi sembra esagerato, forse non avete mai avuto contatti con case editrici a pagamento.
C'è un'inchiesta che trovate qui, può aprirvi gli occhi.

Avete letto? Bene, direi che non ho molto da aggiungere.
Torniamo all'inizio del post.
Tutto il resto è un'ottima risposta, perché non definisce i compiti ma fa capire che sono tanti e fondamentali.
Il che è vero. Si dice che dietro ogni grande uomo ci sia una grande donna: anche dietro ogni grande scrittore c'è una grande casa editrice?
Io non credo pienamente a questa frase, perché di solito se dietro a ogni grande uomo ci sia una grande donna probabilmente c'è anche un'amante nell'armadio. Almeno questo è il messaggio che arriva dai giornali, dalle tv, dal gossip. Stagiste sotto le scrivanie presidenziali, transformer che non sono i robottoni del cinema visti con politici locali, registi premi oscar con groupie minorenni.
Insomma, non è che gli esempi positivi si sprechino fra quelli che la società riconosce come grandi uomini.
Ma torniamo alle case editrici. Io credo una cosa: che un uomo e una donna stiano insieme grazie a una questione che si può tradurre come "chimica dei corpi". Come chimica intendo tutta una serie di reazioni, di stimoli che riescono a produrre e scambiarsi l'uno con l'altro. Ovviamente siamo tutte persone diverse, quindi avremo bisogno di stimoli diversi. Lo stesso discorso vale per le case editrici: ognuno dovrebbe trovare quella con cui essere più stimolato, e viceversa. C'è lo scrittore che ha bisogno di un editore che gli faccia da mentore, c'è l'editore che riesce a caricare gli scrittori, ci sono quelli impersonali e quelli che ti chiamano per nome. Quelli che sono talmente in tanti a lavorarci da occupare una via intera. Quelli che lavorano a casa, e sono editore, redattore e amministratore; i lupi mascherati da agnelli.
Quale di questi è il migliore?
Dipende da ciò che cercate. Dipende da quello che siete. Dipende da che strada volete prenda il vostro romanzo.
Vi propongo un esercizio: prendete un foglio di carta e scrivete cosa sognate per il vostro romanzo. L'obbiettivo che vi prefiggete.
A fianco indicate le case editrici con cui sarebbe possibile raggiungerlo.
Considerate che più alto è l'obbiettivo più ardua sarà la strada per raggiungerlo.

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Il blog Sul Romanzo nasce nell’aprile del 2009 e nell’ottobre del medesimo anno diventa collettivo. Decine i collaboratori da tutta Italia. Numerose le iniziative e le partecipazioni a eventi culturali. Un progetto che crede nella forza delle parole e della letteratura. Uno sguardo continuo sul mondo contemporaneo dell’editoria e sulla qualità letteraria, la convinzione che la lettura sia un modo per sentirsi anzitutto cittadini liberi di scegliere con maggior consapevolezza.

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