I dolori del giovane scrittore esordiente - parte IV
Autore: Morgan PalmasMer, 18/11/2009 - 13:32
Di Simone Marzini
Leggevo l'altro giorno su un forum una risposta di un editore che lamentava l'invio multiplo a più case editrici dei manoscritti. Nella risposta affermava (copio e incollo per non sbagliare): NON prenderemo in considerazione proposte inviate contemporaneamente a più case editrici. Non sa quanto tempo (che per gli autori e' gratuito, ma per me no) ci si perde!
Siccome si dice il peccato ma non il peccatore, non faccio nomi.
Cosa dire di questa affermazione? Che in un mondo ideale sarebbe anche sacrosanta. Immagino l'editore leggere pile di manoscritti, a quanto pare ne arrivano veramente tanti a quasi tutte le case editrici, selezionare un'opera in cui crede e scoprire che in realtà è stata ceduta a un altro. Fa quantomeno incazzare. E' come stare dietro a una tipa, offrirle la cena, farle dei regali, mandare sms con poesie sdolcinate e poi passa uno mai visto prima e lei vi lascia lì impalati. Fa tanto incazzare.
Però è così che va la vita.
Ora, considerando gli autori come corteggiatori e le case editrici come belle donne, la soluzione più semplice per riuscire a concludere qualcosa è ovviamente la famosa tecnica del rastrello, che mi ha reso celebre nelle tre Venezie: impegnarsi su più fronti per ottenere dei risultati. Ovviamente comporta un dispendio energetico, economico e mentale non indifferente, ma finché non si intraprende un rapporto serio non è che uno può aspettare nudo in giardino seduto su uno sdraio sperando che una paracadutista smutandata gli cada in grembo, no?
Quindi l'invio multiplo è un'esigenza, almeno fino a che non verranno cambiati i criteri di selezione in maniera che siano più rapidi. Voi quando andate in libreria come fate a scegliere un libro? Lo guardate, leggete la presentazione sulla quarta di copertina e poi qualche pagina e se vi attira decidete di acquistarlo? No, perché mi risulta strano pensare che le case editrici non usino lo stesso metodo: se dopo aver letto sinossi e un paio di capitoli vedono che è un'opera interessante chiedono di inviare il resto. Così se dicessero: il tempo di attesa è di un mese poi in caso vi facciamo sapere, allora l'invio multiplo non sarebbe giustificato. Ma così non è e quindi bisogna aumentare le probabilità aumentando gli invii. Fermo restando che ricevere più offerte di contratto aumenta il vostro potere contrattuale, cosa non da sottovalutare. Mi permetto solamente di consigliarvi di non fare un invio a tappeto, ma di selezionare bene e di scegliere delle case editrici serie che non vi chiedano contributo. Per quelle, se proprio non ne potete fare a meno (ma so che potete), c'è sempre tempo dopo.
Ci sono anche altre alternative all'invio multiplo.
La prima che mi viene in mente è affidare il vostro manoscritto a un'agenzia letteraria: saranno loro a fare gli invii multipli al posto vostro. E' una soluzione che stavo valutando anche io, mi sto informando sui costi. Anche in questo caso si tratta di un investimento: l'agenzia chiede un pagamento per la valutazione dell’opera e in cambio vi manda una scheda di valutazione, ma non è garantito che decida di rappresentarvi. E' indubbio che se una delle agenzie più titolate vi prende sotto la sua ala protettrice per voi molte strade si aprono. E' come avere il telepass.
Un’altra possibilità è partecipare a concorsi letterari per inediti. Ce ne sono tanti e ci torneremo la prossima settimana, come per le agenzie letterarie meritano un post dedicato.
Ma c'è una quarta strada, secondo me la più affascinante. Se Maometto non va alla montagna allora è la montagna ad andare da Maometto. Dovete quindi fare in modo che le case editrici si interessino a voi. Come fare? Beh, anche gli editori e i professionisti della carta stampata leggono i blog . Ci sono diversi casi di persone scoperte in rete divenute famose. Diablo cody, che da spogliarellista è passata a premio oscar per aver scritto Juno. Andando in Italia mi viene in mente Selvaggia Lucarelli, anche se avere due bocce così l'ha sicuramente aiutata. Zoro, dalla rete a Parla con me su rai3. Pulsatilla, e di esempi ce ne sono tanti altri.
Ovviamente la concorrenza su web è ancora più spietata, ma ci sono delle cose che possono giocare a vostro favore: il passaparola, per esempio. E’ una potente arma di diffusione di massa.
Oppure vi basterà seguire il decalogo per avere un blog di sicuro successo che mi sono appena inventato:
1) Aggiornare almeno quotidianamente il blog o sito
2) Se siete già dei personaggi noti sfruttare la vostra notorietà, raccontando cose del tipo che anche voi fate la cacca, in modo da creare empatia col lettore. Se non lo siete dovete creare un alone di mistero intorno a voi.
3) Scambiare il più possibile link con altre persone, per la teoria dei 6 gradi di separazione potreste anche ritrovare la vostra ex fidanzata dell’asilo.
4) Lasciare commenti, possibilmente intelligenti, nei blog più seguiti. Siamo un popolo curioso e in molti cliccheranno sul vostro profilo, se poi troveranno qualcosa che gli piace (punto 7) torneranno a leggervi.
5) Scrivere cose intelligenti e utili: quando nel mio ormai defunto blog descrissi come costruire una trappola ammazza lumache con la birra le visite si sono impennate, e continuavano con regolarità. Erano seconde solo a "zoccolo di cammello".
6) Comparire in facebook, myspace, twitter, deviantart e tutti i social network esistenti al mondo con un numero di amici che neanche in otto vite riuscireste a conoscere.
7) Mettere immagini di uomini e donne nude (i più gettonati sono il calendario dei rugbisti francesi per la prima categoria e la tettona del grande fratello per la seconda).
8) Parlare male del governo in carica, che sia di destra o di sinistra.
Con questi semplici accorgimenti vedrete che il vostro blog avrà un aumento vertiginoso delle visite. Come dite, le voci sono 8 e non 10? Mi consolo: vuol dire che siete arrivati a leggere fino alla fine.
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