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Gilda Policastro, Carla Benedetti, Romano Luperini e guerre nostrane

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Una breve premessa personale e un brevissimo riassunto dei fatti, intanto.

La premessa

Gestisco un lit-blog da pochi mesi e seguo da anni le “italiche vicende letterarie contemporanee”. Conosco nomi. So che Tizio sta là a Caio. E so che Caio critica Sempronio. Sempronio però è culo e camicia con Mevio. Ecc. Deduzioni, non certezze. Ma non essendo io amico né di Tizio né di Caio né di Sempronio né di Mevio, osservo e leggo con semplice e distaccata curiosità da tempo. Non perché mi interessino molto le consorterie letterarie, ma perché nel leggere post e articoli si leggono qui e là anche i commenti e si desumono simpatie e antipatie.

Riassunto

I prodromi ci sono, impossibile ricercarli tutti. A titolo di esempio si legga questo articolo di Daniele Giglioli, ripreso da Giulio Mozzi, quest’altro di Gilda Policastro e la replica di Gianni Biondillo. Poi, arriva l’articolo de Il Manifesto, sempre di Policastro. Apriti cielo. La spada è sguainata. Iniziano le repliche, si veda per esempio Georgiamada e Carla Benedetti.

Alcune impressioni, si legga bene, impressioni, nessuna verità né tanto meno definizione esaustiva

Anzitutto noto che quanto scrivevo qui trova l’ennesima conferma nelle mie scelte quotidiane riguardo i lit-blog italiani. Mi amareggia constatarlo nuovamente, ma tant’è.
Non solo non conosco Tizio, Caio ecc, altresì mi sfuggono le vere cause di certi livori. Perché livori sono, non sono scambi nei quali si cerca on line di capire l’altro, no, si vuole distruggere l’altro e/o metterlo a tacere e/o turlupinarlo. Chi più chi meno, i più partecipano alle danze sventagliate. E intanto i toni si alzano, di molto.
Forse sono i tempi.
Si veda, sempre a titolo di esempio sui toni, che cosa un altro articolo di Nazione Indiana ha scatenato, in particolare una risposta di Gian Paolo Serino(nota, ricordatela poi: egli è un critico letterario).

L’articolo di Policastro

È indubbio che alcune tesi di Policastro siano deficienti, cioè manchino di approfondimento dettagliato. Le si può scusare una certa grossolanità sul momento della nascita dei siti letterari in Italia? Le si può scusare il racconto lapidario sulle vicende Nazione Indiana/Il Primo Amore? E il resto? Ognuno decida, riflettendo sui contenuti.
Non ho intenzione di sezionare ogni singola frase dell’articolo, in primo luogo, perché non ne sarei in grado, in secondo luogo, perché lo lascio fare semmai ai diretti interessati. Sarebbe interessante una replica ulteriore di Policastro. Mi chiedo perché non apra un blog e cerchi anche lei di utilizzare tale strumento per spiegare, capire, interpretare, ascoltare, leggere, trovare legami e differenze.
Tuttavia c’è un punto dell’articolo che mi pare interessante:

Da qualche tempo pubblico in rete, nei blog letterari, e l'impressione che ne ricavo, malgrado gli incidenti di percorso, è che la circolazione delle idee, quando riescano a emergere dal chiasso dei disturbatori, sia incomparabilmente maggiore a quella di qualunque altro mezzo. Solo, occorrerebbe disciplinare diversamente quel chiasso, attenuarne il disturbo, isolandone alcune frequenze, azzerandone altre”.

Il nodo è proprio questo e credo che la sostanza dell’intervento sia racchiusa lì. La circolazione delle idee ha un effetto volano on line, ciò, che piaccia o meno, contempla anche coloro che lei definisce “tori imbizzarriti”.

I tori imbizzarriti

Nella rete, non soltanto nei lit-blog, vi sono caratteri, giornate storte, sfoghi, gentili e stanchi, suscettibili e rassegnati. Se si apre ai commenti un blog è chiaro che si accolgono le più disparate personalità.
Nota personale.
Prima di gestire Sul Romanzo, ho avuto altri due blog: Goccia Cotidiana e Acme del Pensiero. In particolare nel primo ero solito parlare di politica e religione, ricordo discussioni accese, polemiche, insulti, ecc. All’inizio è faticoso, i colpi bassi sono all’ordine del giorno, le offese, le parole mirate per colpire. Poi, frequentando e interpretando, si prende dimestichezza con il mezzo e i tori imbizzarriti trovano meno linfa se li si fiuta da lontano. E qui conta l’esperienza on line quotidiana, nessun’altra scorciatoia è possibile per comprendere il mezzo e la gestione del mezzo.

Gilda Policastro e Carla Benedetti

A Carla Benedetti non sono piaciute alcune frasi dell’articolo e sono convinto per esempio che non abbia digerito questo:

Riviste online sono ad esempio Carmilla (www.carmillaonline.com) di Giuseppe Genna o Il primo amore (www.ilprimoamore.com) di Carla Benedetti e Tiziano Scarpa: nata, quest'ultima, da una secessione consumatasi all'interno di Nazione indiana (www.nazioneindiana.com) rivista pioniera del genere, e che però di quel primo esperimento interattivo muta decisamente lo spirito, avendo Scarpa e Benedetti deciso di sbarrare lo spazio ai commenti”.

“Sbarrare lo spazio ai commenti”, ecco una delle ciliegine che ha fatto innervosire l’altra. In forma poco velata si insinua che Il Primo Amore voglia produrre cultura senza annoiarsi o arrabbiarsi con i commenti dei tori imbizzarriti.
Un’altra ciliegina, forse più importante, è la teorizzazione di Policastro del critico letterario da tastiera, cui in qualche modo Benedetti appartiene.

Un unico destino: la critica letteraria

In verità, ci sono in campo battaglie con armi diverse. È necessario tuttavia fare un passo indietro per tentare una grossolana interpretazione, grossolana sì, ma fra il nulla e il piuttosto, mi garba il piuttosto.
Si legga una vecchia lettera di Carla Benedetti, datata 21 febbraio 2004.
Si deduce che Carla Benedetti e Romano Luperini sono amiconi, c’è del feeling fra i due. Nota a margine: entrambi critici letterari, una insegna all’Università di Pisa, l’altro a Siena, gli ambiti di ricerca non coincidono, ma non sono affatto lontani.
Si legga questo per capire ulteriormente.

Gilda Policastro intervista Romano Luperini. Gilda Policastro non ha affatto risentimenti verso Romano Luperini, tanto che lei fa parte della redazione di Allegoria, e chi è il direttore della prestigiosa rivista? Oibò, che coincidenza. Poi scopro che Policastro collabora anche con l’università di Siena. Oibò, altra bella coincidenza.

A pensare male si fa peccato, ma spesso…

Non sono i siti letterari il problema.
Non sono i tori imbizzarriti il problema.
È una guerra fra dipartimenti universitari e critici letterari.
Questo è il problema, l’unica vera questione. Da qui possiamo partire per ragionare.
E noi idioti che gli andiamo dietro a cercare di capire, si tenessero il loro Dante.
Sorriso, grazie.

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