"I ciccioni esplosivi" di Pelagio D'Afro
Autore: Morgan PalmasMer, 21/10/2009 - 10:01
Di Emanuela Schiavoni
“I ciccioni esplosivi” è qualcosa in più di un semplice romanzo: è un esperimento riuscito.
Edito da Montag nel 2009, rappresenta un romanzo “plurimo”. Dietro lo pseudonimo Pelagio D’Afro, infatti, si celano le quattro personalità di Giuseppe D’Emilio, Arturo Fabra, Roberto Fogliardi e Alessandro Papini, i quali hanno dato vita a questo racconto corale, tinto di giallo ed intriso di humor.
Gli autori hanno utilizzato per la loro “creatura” quella che definiscono la “tecnica dell’imbianchino”: anziché considerare il testo una materia immutabile, ognuno può “spalmare” “pennellate” di parole per dare al racconto un’evoluzione insospettabile, lasciando una “mano di scrittura su quanto redatto dagli altri”.
La trama affonda i suoi denti nella realtà della provincia marchigiana, creando una toponomastica fantastica nella quale il lettore locale si diverte a destreggiarsi e quello forestiero si può perdere col sorriso.
La narrazione si snoda nel mondo delle palestre, degli integratori alimentari, dei palazzi del potere e dei bassifondi dei piccoli centri, spesso dimenticati dalla Grande Letteratura, ma non per questo meno vivi e ricchi di stimoli.
Pelagio prende in giro in maniera divertente quelli che sono i vizi e le virtù di una società tutta centrata sul “fuori”, sull’apparire, sull’inadeguatezza del non corrispondere ad un canone preordinato. Una società che si piega alla legge della convenienza e che può trasformare un odio profondo in amore…
In questo non tralascia di spaziare tra i più dibattuti temi di attualità, come gli anziani, il sesso, l’omosessualità, l’Islam, l’immigrazione e la decadenza di certe periferie abbandonate dalla storia ma non dagli uomini.
“I ciccioni esplosivi”, infine è un giallo che si tinge di umorismo grottesco, in cui si intessono trame parallele popolate di personaggi buffi, bizzarri, grotteschi. Cito su tutti i tre arabi, che a me hanno ricordato gli imbranati fratelli Dalton del buon vecchio Lucky Luke di Goscinnyana memoria.
Un libro che si legge tutto d’un fiato, per ridere e per riflettere su un mondo che, a tratti, ci vuole sempre più “esplosivi” e sempre meno veri.
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