Interviste scrittori

Come scrivere un romanzo in 100 giorni

Consigli di lettura

Conoscere l'editing

Intervista a Demetrio Paolin

Buongiorno, vorrei iniziare chiedendole a quale età si è avvicinato alla scrittura e se è stato o meno un caso fortuito.

Io ho iniziato a scrivere tardi. Avrò avuto 17 anni. Ero andato in vacanza e avevo conosciuto una serie di ragazzi molto più grandi di me, alcuni facevano l'università, in particolare Lettere. Certe volte fuori nel cortile dell’albergo si radunavano e leggevano le loro opere. Non avevo mai pensato di scrivere niente, ma leggevo molto. Quell'estate era la volta di Cavalcanti e le sue Rime . Questi ragazzi più grandi di me allora, dicevo, leggevano le loro cose e a me non parevano granché. Allora una ragazza molto carina, vedendomi attento, mi chiese se anche io oltre a leggere scrivevo. Risposi di sì, mentendo spudoratamente. Così le promisi che tornato a casa le avrei mandato alcune mie poesie. Una volta a casa, presi la macchina da scrivere di mio cugino, che era stato bocciato al secondo anno di ragioneria e aveva smesso di studiare, e incominciai a scrivere delle orribili “righe che andavano a capo”, che però avevano il merito di non essere adolescenziali. Ho scritto ad esempio una ode ad una lattina di coca cola vuota e un poema lirico, simile al cantico dei cantici, di due innamorati, che ha come scenario la guerra tra Iran e Iraq. Questa “malattia” è durata dal 1991 al 1994, poi ho smesso di scrivere. Le mie liriche erano orrende. Solo nel 2000, dopo un lungo silenzio e la lettura fortuita de Il male naturale di Giulio Mozzi, mi sono rimesso a scrivere. Quindi credo che la mia scrittura sia un caso fortuito.

Se consideriamo come estremi l’istinto creativo e la razionalità consapevole, lei collocherebbe il suo modo di produrre scrittura a quale distanza dai due?

Per alcuni anni ho fatto il giornalista e per sette l'ufficio stampa. Ho quindi un rapporto molto distaccato con la scrittura. Non credo al "bla bla bla" romantico della scrittura tutta ispirazione, neanche credo che l’atto scrittorio si concluda in un progetto a tavolino. La scrittura è cura. Cerco di spiegare: c'è qualcosa che io chiamo “bernoccolo” che qualcuno ha e qualcuno no. Questo bernoccolo o dono, che dir si voglia, deve essere, poi, in qualche modo coltivato e curato. Bisogna leggere non molti libri, ma quelli giusti, bisogna confrontarsi con loro, bisogna studiarli, capirne i meccanismi. Il buon Guido Gozzano copiava su di un quaderno i versi che più lo colpivano delle poesie che leggeva. Spiegava che non lo faceva per impararsele a memoria, ma per provare a capire le strutture profonde di quei versi: le allitterazioni, le rime, le cesure etc etc.

Moravia, cascasse il mondo, era solito scrivere tutte le mattine, come descriverebbe invece il suo stile? Ha un metodo rigido da rispettare o attende nel caos della vita un’ispirazione? Ce ne parli.

Non ho questa regolarità. In primo luogo perché non sono uno scrittore professionista. Il pranzo e la cena lo metto su in un altro modo e quindi per prima cosa viene il mio lavoro quotidiano. Quale è il momento propizio per scrivere, quindi?, il poco tempo libero che rimane. Detto questo, non scrivo per forza, ma solo se qualcuna delle mie ossessioni si fa parola o personaggio. Allora inizio. Allora lì divento metodico: nel senso, tutte le volte che ho un momento libero (fosse anche solo mezz'ora) scrivo. Anzi scrivo e riscrivo lo stesso episodio moltissime volte, fino a quando mi convince. Cambio nome ai personaggi, cambio modalità di racconto. Riscrivo lo stesso passo in prima, terza e seconda persona. Per dire del Il mio nome è legione esistono almeno 15 versioni.

Di che cosa non può fare a meno mentre si accinge alla scrittura? Ha qualche curiosità o aneddoto da raccontarci a riguardo?

Mentre scrivo non posso fare a meno di alzarmi e prendere un caffè di tanto in tanto. Non riesco a stare seduto alla seggiola per molte ore. Dopo un’ora che sono al pc (io scrivo al pc, non ho quaderni di appunti, non ho block notes dove scrivo le prime bozze dei miei pezzi) mi devo alzare e fare qualche passo e intanto mi ridico a mezza voce le cose che ho scritto. Certe volte prendo un caffè, altre sbircio dalla finestra o guardo la televisione. Una pausa di 10 minuti. Poi faccio una cosa semplice. Inizio a rileggere almeno 10 pagine prima dal punto in cui sono arrivato. In questo modo riprendo il ritmo della narrazione e per un'altra oretta o poco meno sono apposto.

Wilde si inchinò di fronte alla tomba di Keats a Roma, Marinetti desiderava “sputare” sull’altare dell’arte, qual è il suo rapporto con i grandi scrittori del passato? È cambiata nel tempo tale relazione?

Amo alcuni scrittori e altri non li riesco a leggere. Mi piace molto Dostoevskji, invece non sopporto né Tolstoj, né Proust né James. Non metto in dubbio la loro grandezza, ma non li amo. Non riesco a leggerli. Trovo bellissimi i Promessi Sposi, ma inferiori alle Operette Morali di Leopardi. Ho letto Dante e la grande letteratura medioevale nostra. Ho letto la Bibbia, i classici latini e greci. E' stato il mio un rapporto continuo con i classici, ma è cambiato con il tempo. A 18 anni leggevo i poeti maledetti, ora mi piace tantissimo leggere Sterne, Fielding, Thackeray per dirti. Anche con i classici del '900 ho un rapporto strano. Amo Camus e Céline e non Sartre, non sopporto Quasimodo e Ungaretti, mentre trovo grandissimi Montale, Caproni, Penna. Amo il Pasolini saggista, meno lo scrittore e credo che nessuna letteratura mondiale abbia mai potuto vantare nel giro di pochi kmq la triade Pavese, Primo Levi e Beppe Fenoglio.

L’avvento delle nuove tecnologie ha mutato i vecchi schemi di confronto fra centro e periferia, nonostante ciò esistono ancora luoghi italiani dove la letteratura e gli scrittori si concentrano? Un tempo c’erano Firenze o Venezia, Roma o Torino, qual è la sua idea in merito?

L'avvento delle nuove tecnologie ha mutato etc et..? La risposta è sì. Nel senso se ho voglia di scrivere a Giuseppe Genna gli mando una mail, se devo dire una cosa urgente a Giulio Mozzi rispetto ad una cosa che ha scritto, gli lascio un commento sul sito. Poi ci sono i rapporti umani, io sono amico di alcuni scrittori, un rapporto che è nato nella rete e che poi è diventata una relazione amicale con il tempo. Internet è stato per me utile, perché io vivevo e vivo come un orso. La rete mi ha fatto aprire all'altro e alle relazioni con gli altri scrittori, facendomi uscire dal guscio.

Scrivere le ha migliorato o peggiorato il percorso di vita? In altre parole, crede che la letteratura le abbia fornito strumenti migliori per portare in atto i suoi desideri?

Scrivere non ha cambiato il mio modo di vivere. Le scelte che ho fatto non dipendono dalla scrittura, ma paradossalmente l'hanno cambiata. Per fare un esempio. La mia vita e la mia scrittura sono cambiate con la nascita della mia figlia.

La ringrazio e buona scrittura.

Grazie, spero di ricominciare a scrivere presto.


Demetrio Paolin, classe 1974, vive a Torino e da poco lavora in un ufficio che s'occupa d'immigrazione. Ha scritto alcuni libri "Il pasto grigio" (Untitl.Ed), "Una tragedia negata" (IL maestrale). Ha pubblicato nel 2009 "Il mio nome è legione" (Transeuropa). Alcuni suoi racconti sono usciti su Nuova Prosa e altri su Nuovi Argomenti. Una volta aveva un blog (http://disturbopostraumaticoamaro.blog.tiscali.it/), un ironico fondo studi (http://fondopaolin.wordpress.com). Ora scrive qualche cosa su vibrisse bollettino (vibrisse.wordpress.com).
Il tuo voto: Nessuno Media: 5 (1 vote)

Il Blog

Il blog Sul Romanzo nasce nell’aprile del 2009 e nell’ottobre del medesimo anno diventa collettivo. Decine i collaboratori da tutta Italia. Numerose le iniziative e le partecipazioni a eventi culturali. Un progetto che crede nella forza delle parole e della letteratura. Uno sguardo continuo sul mondo contemporaneo dell’editoria e sulla qualità letteraria, la convinzione che la lettura sia un modo per sentirsi anzitutto cittadini liberi di scegliere con maggior consapevolezza.

La Webzine

La webzine Sul Romanzo nasce all’inizio del 2010, fra tante telefonate, mail e folli progetti, solo in parte finora realizzati. Scrivono oggi nella rivista alcune delle migliori penne del blog, donando una vista ampia e profonda a temi di letteratura, editoria e scrittura. Sono affrontati anche altri aspetti della cultura in generale, con un occhio critico verso la società contemporanea. Per ora la webzine rimane nei bit informatici, l’obiettivo è migliorarla prima di ulteriori sviluppi.

L’agenzia letteraria

L’agenzia letteraria Sul Romanzo nasce nel dicembre del 2010 per fornire a privati e aziende numerosi servizi, divisi in tre sezioni: editoria, web ed eventi. Un team di professionisti del settore che affianca studi ed esperienze strutturate nel tempo, in grado di garantire qualità e prezzi vantaggiosi nel mercato. Un ponte fra autori, case editrici e lettori, perché la strada del successo d’un libro si scrive in primo luogo con una strategia di percorso, come la scelta di affidarsi agli addetti ai lavori.