Frammento 14: Lit-blog italiani, possibile classifica e humus letterario
Autore: Morgan PalmasMer, 30/09/2009 - 09:56

Lit-blog di lingua inglese
Dedico ogni giorno una trentina di minuti del mio tempo libero alle discussioni letterarie che si accendono su alcuni literary blog anglosassoni. Ve ne sono alcuni avvincenti, stimolanti, in grado di lasciare una nuova idea, una diversa visione, uno spaccato degli argomenti caldi che coinvolgono scrittori e appassionati, curiosi e intellettuali. Anche i quotidiani si sono lanciati nell’impresa: penso al Guardian o al The New York Times, peraltro con articoli di altissima qualità il più delle volte.
Da qualche anno taglio quanto mi è possibile tempo sulle cose inutili o rimandabili, l’appuntamento quotidiano con loro è imprescindibile. Non solo per il mio inglese che è considerevolmente migliorato, ma per una curiosità che sento importante, sicuro che tali lit-blog mi doneranno qualcosa che prima non avevo.
Sostanza dei lit-blog
Un blog letterario contempla argomenti letterari appunto: recensioni, interviste agli scrittori, riflessioni, iniziative, ecc. Chi apre a tutte le dimensioni possibili e chi ha una “politica editoriale” più marcata o di nicchia. Chi gestisce da solo il proprio lit-blog e chi collabora con altri autori per fornire agli utenti più contenuti. Accademici, critici, editor, scrittori e appassionati di letteratura si incrociano di continuo on line discutendo, relazionandosi sui più disparati argomenti.
Mezzi per giudicare
Qual è lo strumento migliore per soppesare la qualità di un lit-blog letterario italiano? I parametri appartengono al de gustibus non disputandum est oppure è possibile altresì valutare con serietà e plasmare un abbozzo di classifica nazionale? Ecco, questo è uno dei nodi della mia domanda iniziale. Penso alla quantità di link in entrata e in uscita, definiamo tutto ciò in maniera grossolana come l’immagine di un luogo on line autorevole, se molti lo citano. È proprio così? I link sono indicativi dell’autorevolezza di un blog letterario?.
Si guardi per esempio la classifica di BlogBabel che analizza le relazioni reciproche fra i blog italiani: si trovino i lit-blog nel rank generale oppure in quella degli "scrittori". Qui iniziano le perplessità. A iniziare dalla categoria “Scrittori”, nella quale ho chiesto di inserire Sul Romanzo per due motivi precisi:
1- Ho pubblicato on line molti articoli, poesie, racconti negli anni (nella quasi totalità dei casi attraverso pseudonimi).
2- Tratto di letteratura, inserendo recensioni, riflessioni, interviste agli scrittori, ecc.
Quindi, a scanso di equivoci, nonostante io non mi senta uno scrittore, ma un semplice scribacchino come tanti, penso in ogni caso che Sul Romanzo sia degno di appartenere a tale categoria e mi ritrovo addirittura all’ottavo posto (dati del 29 settembre 2009).
Osservo con più attenzione, vedo Vibrisse di Giulio Mozzi o Il Primo Amore, ma non vedo per esempio Nazione Indiana, come è possibile? Un lit-blog così importante che pubblica on line da anni non è nella classifica degli scrittori? Chiaro che soltanto questo elemento ridimensiona subito il mio ottavo posto, considerando pure che Sul Romanzo è nato nell’aprile scorso, cioè soltanto cinque mesi fa.
Altra curiosità. Cerco il blog di Giuseppe Genna e certamente non si può sostenere che egli non sia noto o che non produca contenuti letterari di qualità, eppure nella classifica generale è 8847°. Aumentano ancor più i miei dubbi sulle classifiche. Sia chiaro, il progetto BlogBabel è grandioso, ma le relazioni fra i blog letterari sono indicativi anche della qualità?.
Inoltre, il parametro delle visite quotidiane potrebbe essere non eludibile. Se numerose persone seguono un blog in particolare, forse lì c’è sostanza, anzi è probabile. La quantità non è legata necessariamente alla qualità, ma sarebbe sbagliato non considerarla.
Lit-blog italiani
Qui entra in gioco il gusto personale. In ambito italiano seguo - in ordine sparso - i seguenti blog letterari (ammesso che i loro gestori li considerino tali…): Nazione Indiana, Il Primo Amore, Giuseppe Genna, La Poesia E Lo Spirito, Letteratitudine, Vibrisse, Booksblog, Carmilla, La Dimora Del Tempo Sospeso, Altri Appunti, Arte Insieme. Non voglio fare torto a qualcuno, ne seguo occasionalmente altri, ma di frequente quelli che ho citato.
Nota immediata. Fra i blog segnalati si parla anche di altro, di politica o di vicende personali, talora argomenti assai lontani dalla letteratura. Dunque, uno dei temi che subito riscontro è che fra i lit-blog italiani qualcuno affronta spesso non solo ciò che inerisce alla letteratura e alla scrittura. E se si vuole essere ancora più precisi: la politica entra con forza nelle discussioni.
La prima percezione senza ambiguità è che in Italia i saperi sono interconnessi con la politica non di rado, frutto forse della politicizzazione dei mezzi di comunicazione. L’Italia on line è spaccata come la società, o di qua o di là, e il resto ne è influenzato, in questo caso la letteratura. Le eccezioni sono pochissime.
La ricerca fra le oscurità
Interessante leggere recensioni; interessante scoprire che in tale libreria vi sarà il tale autore a presentare il suo libro; interessante pure individuare i gruppetti consortili che se la cantano e se la suonano, linkandosi di continuo a vicenda; interessante molte altre cose.
Ma la mia domanda iniziale è: “Come siamo messi in Italia nei lit-blog?”. Sono interessato alle discussioni di “frontiera letteraria”, a quelle che trovo di frequente nel mondo anglosassone, dove si polemizza e si ragiona su argomenti che scatenano ondate di confronti, rimandando a forum o a commenti particolari, dove altresì celebri scrittori e critici si contendono la palma dell’originalità di vedute, suscitando ulteriori dibattiti nella carta stampata.
Per quale motivo in Italia ho difficoltà a trovare il medesimo humus? Per quali ragioni, nonostante le discussioni non manchino e vi siano esimi contributi, non è così facile indicare uno o più lit-blog che siano DAVVERO la cartina di tornasole degli argomenti letterari più caldi e dibattuti del nostro paese? Sono soltanto impressioni sbagliate le mie?.
Ho come la sensazione che perfino nella letteratura (beata ingenuità…) sia diffuso il “sistema paese”, in cui la vetrina e la pubblicità interessata fra persone d’un gruppo vengano prima dei contenuti veri e propri. Come a dire, ci sono più scrittori che lettori? Le vendite non se la stanno passando bene data la crisi? Beh, meglio puntare alla fidelizzazione dei sempre meno numerosi clienti piuttosto che perdere tempo in confronti contenutistici che bruciano gli animi forse, ma non portano vendite, alias denaro.
Sguardo esterofilo e fuga non solo di cervelli, pure di lit-click
Queste sono le considerazioni che con il tempo mi hanno portato sempre più a dare spazio ai lit-blog anglosassoni rispetto agli italiani, nei quali trovo - italica virtù? - meno passione letteraria rispetto ai colleghi di lingua inglese, abbandonandosi a giorni alterni alla vetrina del “me la canto e me la suono” più che alla produzione di contenuti stimolanti.
Anche qui, senza ambiguità, non è mia intenzione gettare nel calderone tutti i lit-blog del nostro paese, mi sembra di essere stato chiaro in questo, bensì spiegare perché mi pare di osservare sempre meno humus nelle discussioni, quasi che, da un lato, gli scrittori badino soltanto non di rado alla fidelizzazione dei lettori, oltre a scovarne altri, dall’altro lato, una certa consuetudine a non rischiare, a non condividere le proprie profonde idee sulla scrittura e sulla letteratura, per non parlare di ciò che si pensa con nomi e cognomi sul mondo delle case editrici (nell’ultimo aspetto, non posso non segnalare il coraggio e la genuinità di Remo Bassini, uno dei pochi che conosco a chiamare le cose per nome e cognome).
Conclusione
Deduco quindi dalle mie grossolane impressioni che in Italia non siamo messi bene nei lit-blog, considerato anche che ho avuto modo negli anni di conversare su questo con persone competenti e preparate, io sono soltanto un Signor Nessuno con la passione per la letteratura, nulla più. Ma le mie impressioni sono così fuori luogo e lontane dalla realtà oppure avete considerazioni simili?.
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