Scrivere un romanzo in 100 giorni - Lezione 72
Autore: Morgan PalmasLun, 17/08/2009 - 12:26

Nella scrittura accade il medesimo procedimento e il consiglio, anche in questo caso, è di consultare la grammatica. Non vergognatevi di farlo e non pensate di non averne bisogno. La prova del nove? La frase “risparmiano come se fossero sempre in guerra” vi è chiara nel costrutto delle proposizioni? Riuscireste a spiegare che cosa è “come se fossero sempre in guerra”? Pensate che Michelangelo o Leonardo avrebbero potuto realizzare le loro opere senza conoscere bene le tecniche del linguaggio che avevano scelto per esprimersi?.
Nessuno qui – mi auguro – vuole essere un genio, ciononostante il principio è lo stesso. Quanto più conoscerete la grammatica tanto più potrete divertirvi e risultare interessanti nel descrivere una scena narrativa. Non si tratta d’essere puristi, bensì di dotarvi di molti strumenti per affrontare la scrittura.
Ho sempre trovato incredibile come gli abitanti di una particolare città conoscano assai meno i musei e le opere d’arte locali di coloro che sono giunti là in un secondo momento a viverci. Quanti milanesi di nascita hanno visitato la Pinacoteca di Brera? Quanti napoletani di nascita sono entrati nel Museo di Capodimonte? E magari ci sono ritornati?.
Bizzarro, come nella lingua, accada lo stesso. Quanti italiani di nascita, dopo le obbligatorie lezioni scolastiche, sono tornati sulla grammatica? Ora, a meno che non vi sia un interesse particolare, un macellaio o un commercialista non hanno la necessità di farlo. Ma uno scrittore che ha l’onere e la pretesa di esprimersi correttamente può farne a meno?.
So che la mia è una pura illusione: pensate se la cultura della lingua italiana fosse promossa con partecipazione condivisa oltre le scuole; sono convinto che certi romanzi non sarebbero neppure pubblicati.
Se il livello d’espressione linguistica si sta abbassando sempre più è anche per questa ragione. Basti sentire un talk show televisivo pomeridiano od osservare un sms dei giovanissimi.
Inutile sorridere quando un ragazzo delle scuole superiori afferma: “Non capisco questo libro, è difficile”, perché il registro linguistico è alto; la responsabilità non è sua a quell’età, ma di chi, adulto, utilizza la lingua in modo sbagliato o semplicistico. E gli scrittori hanno una grandissima responsabilità. Nessuno è mai riuscito a persuadermi del contrario.
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