Scrivere un romanzo in 100 giorni - Lezione 62
Autore: Morgan PalmasMar, 04/08/2009 - 09:18
Epanodo, zeugma, apallage, dilogia, paromeosi, entimema, a che cosa state pensando? Cibi stranieri, oggetti strani o attrezzi meccanici? Sono figure retoriche, esse sono utilizzate per plasmare effetti particolari; in realtà, accade che tutti le usino, ma pochissimi sappiano definirle e conoscerle per il loro nome e struttura. Allo stesso modo si guida l’autovettura nonostante i più non sappiano affatto che cosa siano un filtro antiparticolato o un gruppo termico.
Qualcuno potrebbe pensare soltanto ad artifici poetici, vero, non di rado, ma altresì nel vostro romanzo possono entrare a pieno titolo, arricchendo la scrittura con originalità.
Se vi dico metafora o climax vi sentite maggiormente coinvolti, perché forse già le conoscete, eppure ve ne sono molte altre che potrebbero fare al caso vostro. State considerando di inserire un effetto originale in un dialogo e non sapete come comportarvi, bene, procuratevi la grammatica che già in passato vi avevo consigliato di tenere sempre a portata di mano e consultate l’indice alla voce “figure retoriche”.
C’è chi crede che la lettura di tanti e interessanti romanzi doni abilità e talenti creativi, io credo da tempo che non sia sufficiente, anche se anni fa vivevo inseguendo tale falso mito (affascinante e artistico, ma debole e non veritiero). La lettura è fondamentale, come guidare è importante per spostarsi velocemente. Ma se si vuole costruire un'auto, vi è la necessità di conoscerne le sue parti: il motore, la carrozzeria, le ruote, i sedili, il cambio, ecc.
Se fosse così, i libri e le scuole di scrittura creativa, i consigli degli scrittori, le grammatiche e i dizionari non servirebbero a nulla, sarebbe sufficiente solo leggere…
Non cadete nell’errore di considerare l’atto di scrivere un romanzo una dote artistica del tutto avulsa dalle operazioni concrete e legate con profondità a un qualche tipo di regole consolidate nel tempo.
Cito un esempio per chiarire. Tutti fanno esperienze di continuo e accumulano consapevolezza, un giorno, si avvicina qualcuno che conoscete e vi dice: «Perché continui a fare così? Non è più semplice farlo per questa via?». Allora voi vi accorgete che avete speso del tempo a rifare il medesimo passaggio quando potevate semplificare le cose.
Le categorie nella vostra testa cambiano se sapete individuarle, ripeto, se sapete individuarle. E per individuarle bisogna conoscerle. La lettura emoziona, dona certo consapevolezze, ma non definisce le categorie. Desumete qualche esempio, vi aspettate che Pirandello o Calvino scrivano in un modo prevedibile, ma voi avete bisogno di discernere con precisione avendo in testa una categoria particolare, un’idea astratta che vi illumini il percorso.
Il paragone è immediato: intendete attraversare un bosco cercando qualche indicazione colorata sugli alberi o portandovi appresso una mappa dettagliatissima con consigli di percorso?.
A voi la scelta.
Qualcuno potrebbe pensare soltanto ad artifici poetici, vero, non di rado, ma altresì nel vostro romanzo possono entrare a pieno titolo, arricchendo la scrittura con originalità.
Se vi dico metafora o climax vi sentite maggiormente coinvolti, perché forse già le conoscete, eppure ve ne sono molte altre che potrebbero fare al caso vostro. State considerando di inserire un effetto originale in un dialogo e non sapete come comportarvi, bene, procuratevi la grammatica che già in passato vi avevo consigliato di tenere sempre a portata di mano e consultate l’indice alla voce “figure retoriche”.
C’è chi crede che la lettura di tanti e interessanti romanzi doni abilità e talenti creativi, io credo da tempo che non sia sufficiente, anche se anni fa vivevo inseguendo tale falso mito (affascinante e artistico, ma debole e non veritiero). La lettura è fondamentale, come guidare è importante per spostarsi velocemente. Ma se si vuole costruire un'auto, vi è la necessità di conoscerne le sue parti: il motore, la carrozzeria, le ruote, i sedili, il cambio, ecc.
Davvero siete convinti che per creare un romanzo
basti soltanto leggere molto?
basti soltanto leggere molto?
Se fosse così, i libri e le scuole di scrittura creativa, i consigli degli scrittori, le grammatiche e i dizionari non servirebbero a nulla, sarebbe sufficiente solo leggere…
Non cadete nell’errore di considerare l’atto di scrivere un romanzo una dote artistica del tutto avulsa dalle operazioni concrete e legate con profondità a un qualche tipo di regole consolidate nel tempo.
Cito un esempio per chiarire. Tutti fanno esperienze di continuo e accumulano consapevolezza, un giorno, si avvicina qualcuno che conoscete e vi dice: «Perché continui a fare così? Non è più semplice farlo per questa via?». Allora voi vi accorgete che avete speso del tempo a rifare il medesimo passaggio quando potevate semplificare le cose.
Le categorie nella vostra testa cambiano se sapete individuarle, ripeto, se sapete individuarle. E per individuarle bisogna conoscerle. La lettura emoziona, dona certo consapevolezze, ma non definisce le categorie. Desumete qualche esempio, vi aspettate che Pirandello o Calvino scrivano in un modo prevedibile, ma voi avete bisogno di discernere con precisione avendo in testa una categoria particolare, un’idea astratta che vi illumini il percorso.
Il paragone è immediato: intendete attraversare un bosco cercando qualche indicazione colorata sugli alberi o portandovi appresso una mappa dettagliatissima con consigli di percorso?.
A voi la scelta.
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