Recensione: "Dialoghi sull'anarchia" di Errico Malatesta
Autore: Morgan PalmasMer, 19/08/2009 - 12:27

Mi sono avvicinata a questo saggio con molta curiosità. Non ho mai nutrito passione per l’ideologia anarchica, né mi sono mai interessata ad essa dal punto di vista politico.
Ho sempre immaginato gli anarchici come dei sovversivi, dei ribelli, dei personaggi che rifiutavano di ricevere ordini o consigli. Personaggi scarmigliati e dimessi nei costumi, che preferivano vivere in un mondo dominato dal caos.
Dopo aver acquistato questo libro, ed aver cominciato a leggere le prime righe, è come se un pesante velo scuro si fosse sollevato dai miei occhi e mi fosse stato mostrato un mondo nuovo.
Ho dovuto ammettere di essere stata tremendamente avventata nelle mie considerazioni e di aver dimostrato un’eclatante ignoranza in materia.
Man mano che proseguivo nella lettura, mi accorgevo che ogni singolo ideale, ogni singolo principio esposto ricalcava i miei.
Ideali di uguaglianza tra esseri umani, di parità assoluta tra uomini e donne, di abolizione dei ceti sociali. Una società che si regge sul lavoro – in egual misura – di tutti, grandi e piccoli, uomini e donne, bambini e anziani. E dove ognuno riceve il necessario per il proprio sostentamento. Dove i bambini sono allevati, alle medesime condizioni, da tutta la società. Anche gli orfani. Dove nessuno ha più motivo o necessità di rubare, di uccidere, di ingannare. Dove ognuno è cittadino del mondo intero perché ha interesse che tutto funzioni e che si regga su un solido e sano principio “Lavorare tutti in egual modo per vivere in armonia e libertà”. Nessun governo che disponga in quale modo comportarsi, nessun organo di polizia che faccia rispettare le leggi, nessuna legge.
Il patto deve essere rispettato da tutti, pena l’allontanamento dalla società e la perdita di ogni sostentamento.
Sarebbe davvero un bel vivere. Ma, al termine della lettura, mi sono domandata “Come potrebbe durare, conoscendo l’animo e l’indole umana?” Siamo realisti; nell’essere umano, da sempre, esiste l’ambizione. Credo che, trascorso un periodo iniziale di uguaglianza, alla fine ci sarebbe chi tenta di prevaricare il prossimo per prevalere nelle idee e nei fatti.
I miei pensieri si sono intrecciati con la trama de “La fattoria degli animali” di Orwell. Mi sembra che gli ideali esposti siano simili. Trascorso un primo periodo di uguaglianza tra animali (liberatisi dal giogo umano), alcuni tra loro hanno cominciato a sentirsi superiori, arrivando – alla fine – a comportarsi esattamente come gli uomini. Insomma, sono cambiati gli attori, ma l’oppressione è rimasta la medesima.
A mio avviso, comunque, quello anarchico rimane un ideale condivisibile. Se non fosse estremamente utopistico, si intende.
“Dialoghi sull’anarchia” è un libro che illustra cosa sia l’anarchia e quali siano gli ideali degli anarchici. Il titolo già ci anticipa come sia strutturato il saggio. Al fine di rendere semplici e chiari gli argomenti, questi sono stati esposti nella forma di dialoghi diretti.
Nella prima parte, “Fra contadini”, il contadino Beppe incontra, dopo molto tempo, Giorgio, un giovane che ha abbracciato gli ideali anarchici. Tramite il loro dialogo, Giorgio illustra a Beppe la causa anarchica e risponde alle sue domande, fino a convincerlo ad aderire.
Nella seconda parte, “Al caffè”, Giorgio è invece sottoposto alle più svariate domande da parte di diversi interlocutori. Risponderà alle loro accuse e alle loro perplessità, fino a convincerli che l’anarchia è l’unica cura in grado di risolvere ogni tipo di problema, da quelli sociali a quelli sanitari, riscuotendo l’ammirazione e l’approvazione degli avventori del caffè.
Pur essendo scritto in un linguaggio ottocentesco, il libro è di facile e piacevole lettura e illustra pensieri e valori condivisibili. Senza necessità di convertirsi agli ideali anarchici, ritengo che la lettura di questo saggio sia indispensabile per coloro che, come la sottoscritta, avevano le idee piuttosto confuse sul tema esposto e su coloro che dichiarano di aderirvi.
Paola Mattiazzo è nata nel 1966 a Biella, dove è vissuta per i primi vent’anni. Attualmente abita in un paesino immerso nelle risaie vercellesi con il marito e la figlia. Da molti anni è responsabile amministrativa presso un’azienda industriale biellese.
È un’amante degli animali (della famiglia fanno parte anche un cane femmina ed una gatta), della natura e della montagna.
Le sue occupazioni preferite consistono nella lettura di libri - specialmente thriller, di avventura, horror e storici – e di riviste specializzate in storia, scienze e natura, e nel navigare in internet. Si diletta nella scrittura di piccoli racconti e di recensioni.
Possiede e cura un blog dal titolo “Parole nel vento” - http://fioridicalicanto.splinder.com/
L’indirizzo mail, per eventuali contatti, è: paola.mattiazzo@gmail.com
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