Frammento Sette: il tempo e la scrittura
Informativo e riflessivo.
Da qui alla fine di agosto inserirò ogni giorno un post sulla sfida dei 100 giorni (eccetto la domenica), soltanto uno al dì, non farò in questo periodo altri frammenti, interviste o post con link. Sono sommerso di lavoro, mi sono preso l’impegno per altre cose. Non spiego le ragioni, vi basti sapere che sarò assai meno presente in rete (blog, Facebook, Youtube, Twitter). E se voglio trovare il tempo per procedere con il mio romanzo dei 100 giorni sono costretto a tagliare qualcosa.
Inoltre, devo studiare, alcuni libri mi aspettano, sto facendo ricerche che riguardano ciò che sto scrivendo. Che bello sarebbe avere giornate di 96 ore.
Io mi auguro che chi mi sta seguendo abbia trovato informazioni e stimoli interessanti finora. Dalla fine di agosto il blog includerà altre iniziative, vedrete.
La scrittura esige tanta volontà. Chiaro che gli obiettivi sono soggettivi e le forze differenti, altrettanto chiaro che le scadenze della vita possono imporre tempi che altri magari potrebbero modificare con facilità, rimane fermo un punto, credo che lo abbiate compreso, produrre un romanzo considerandolo nei suoi più diversi aspetti abbisogna di attenzione e consapevolezza.
Dalle mie lezioni credo che abbiate intuito quanto io sia lontano da un mero tecnicismo, anche se lo ritengo la prima base sulla quale costruire l’edificio, imprescindibile dal resto. Ciononostante il respiro della scrittura è molto altro, le sottili armonie fra le parti appartengono alla dimensione interiore dell’autore, come si vede il mondo, così si riversa poi nelle parole.
La scrittura è sempre stata per me una continua ossessionante pratica quotidiana. Fin dall’adolescenza pensavo che se per ottenere risultati nell’atletica fosse importante l’impegno negli allenamenti, al medesimo modo dovevo trattare la scrittura. E allora racconti, poesie, diari, appunti, commenti, brevi riflessioni, romanzi mi hanno accompagnato ogni giorno, al pari del respiro.
Per disciplina, per necessità, per desiderio, perché lo ritenevo e lo ritengo tuttora indispensabile.
E ultima cosa, non banale, mi fa stare bene, mi dona sensazioni delle quali non posso fare a meno.
Buona scrittura.
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