Scrivere un romanzo in 100 giorni - Lezione 34
Autore: Morgan PalmasSab, 27/06/2009 - 14:02
La griglia che avete plasmato all’inizio non è un trucco da prestigiatori che poi esaurisce la sua magia, bensì un “luogo” nel quale tornare di continuo.
Una delle ragioni che dovrebbero spingervi a consultarla mentre scrivete è rappresentato dalla coerenza di cui capirete giorno dopo giorno l’importanza.
La coerenza riguarda i rapporti fra le diverse parti del romanzo.
Se un ragazzo aveva perso un occhio in un incidente non potrà ovviamente vedere il mondo allo stesso modo e la griglia vi servirà per legare tale evento al resto della storia. Questo è un fatto evidente; vi sono altre condizioni che sfidano la coerenza e uno scrittore alle prime armi potrebbe cadere con facilità in errore.
Immaginate che a pagina 20 fate dire a Luigi di odiare gli animali, è chiaro che a pagina 97 appare quanto meno assurdo che lui possa decidere di ospitare con tranquillità un piccolo gatto in casa perché la figlia lo trova abbandonato in un vicolo. La coerenza va a braccetto con la chiarezza: lo scrittore non deve perdere i particolari, potrebbero creare fatti impossibili, mal legati, illogici.
Il consiglio è di trovare il tempo di rileggere, di appuntare particolari nella griglia e nei fogli dei personaggi. La coerenza deve essere consapevole, non si produce per istinto, troppi i dettagli, troppi gli eventi, come potere ricordare tutto senza riportarli di continuo alla mente?
Credo che appaia sempre più chiaro quanto sia faticoso reggere la responsabilità d’un romanzo in ogni sua parte, senza sbavature, senza stupidi errori, senza illudersi di fare un capolavoro trattando ciò che si scrive con superficialità.
La coerenza, come l’originalità, è un approccio mentale. Chiedetevi con serietà: se non si è coerenti nella vita di tutti i giorni, come si potrà pensare di esserlo nella produzione di un romanzo? Non cercate gli estremi, non rispondete con celerità senza considerare che fra il bianco e il nero esistono per fortuna i grigi. Non è necessario essere stoici per curare la coerenza d’un romanzo, però è palese che chi non la pratica nella vita, avrà qualche difficoltà maggiore rispetto a chi la cerca come valore.
Alla fine dei 100 giorni avrete, se ci sarà stato impegno, il vostro romanzo, ma forse l’accadimento più interessante apparterà al vostro mondo interiore.
Una delle ragioni che dovrebbero spingervi a consultarla mentre scrivete è rappresentato dalla coerenza di cui capirete giorno dopo giorno l’importanza.
La coerenza riguarda i rapporti fra le diverse parti del romanzo.
Se un ragazzo aveva perso un occhio in un incidente non potrà ovviamente vedere il mondo allo stesso modo e la griglia vi servirà per legare tale evento al resto della storia. Questo è un fatto evidente; vi sono altre condizioni che sfidano la coerenza e uno scrittore alle prime armi potrebbe cadere con facilità in errore.
Immaginate che a pagina 20 fate dire a Luigi di odiare gli animali, è chiaro che a pagina 97 appare quanto meno assurdo che lui possa decidere di ospitare con tranquillità un piccolo gatto in casa perché la figlia lo trova abbandonato in un vicolo. La coerenza va a braccetto con la chiarezza: lo scrittore non deve perdere i particolari, potrebbero creare fatti impossibili, mal legati, illogici.
Il consiglio è di trovare il tempo di rileggere, di appuntare particolari nella griglia e nei fogli dei personaggi. La coerenza deve essere consapevole, non si produce per istinto, troppi i dettagli, troppi gli eventi, come potere ricordare tutto senza riportarli di continuo alla mente?
Credo che appaia sempre più chiaro quanto sia faticoso reggere la responsabilità d’un romanzo in ogni sua parte, senza sbavature, senza stupidi errori, senza illudersi di fare un capolavoro trattando ciò che si scrive con superficialità.
La coerenza, come l’originalità, è un approccio mentale. Chiedetevi con serietà: se non si è coerenti nella vita di tutti i giorni, come si potrà pensare di esserlo nella produzione di un romanzo? Non cercate gli estremi, non rispondete con celerità senza considerare che fra il bianco e il nero esistono per fortuna i grigi. Non è necessario essere stoici per curare la coerenza d’un romanzo, però è palese che chi non la pratica nella vita, avrà qualche difficoltà maggiore rispetto a chi la cerca come valore.
Alla fine dei 100 giorni avrete, se ci sarà stato impegno, il vostro romanzo, ma forse l’accadimento più interessante apparterà al vostro mondo interiore.
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