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Come scrivere un romanzo in 100 giorni

Scrivere un romanzo in 100 giorni - Lezione 32

Nella lezione 30 vi parlavo di originalità. Voglio aggiungere alcuni elementi sui quali farvi riflettere ulteriormente. Un romanzo ci può colpire per varie ragioni, la sensazione più stimolante è quando riesce a farci osservare il mondo con occhi diversi.

Prima si pensa lo spazzacamino in un certo modo, leggi Dickens e ne esci con idee nuove. Prima si pensa il rapporto fra arte e scienza con alcune visioni, leggi Musil e ne esci con una testa diversa. Lo stesso accade per i prigionieri con “Resurrezione” di Tolstoj, per le speranze rivoluzionarie con “Vino e pane” di Silone, o venendo a qualche contemporaneo, per i legami sentimentali tormentati con “L’amore contro” di Covacich o per le ossessioni di un solitario con “I quindicimila passi” di Trevisan.

L’originalità è un approccio mentale, questo è sicuro, è altresì una ricerca di idee. Ora, a parte la vostra mente, dovete trovare le idee che possano rendere originale il vostro romanzo. Non occorre che sia stato già tutto definito nella griglia, anche se ne rappresenta il laboratorio dove sperimentare. Mentre scrivete potrebbe sorgere una situazione dalla quale fare evolvere altre situazioni. All’inizio ho insistito sul ruolo della griglia, lo sapete, bisogna partire da qualcosa, altrimenti è facile perdersi facendo i primi passi. Ciononostante, durante il percorso di scrittura, esiste la possibilità di scoprire nuovi mondi, alcuni dei quali potrebbero divenire humus necessario per la vostra storia.

È chiaro che una cosa è percorrere la strada da Modena a Livorno su una mappa (griglia), un’altra cosa è passare per l’Appennino con la bicicletta, scrutare i paesaggi e i piccoli paesi che si incontrano. Ecco, voi siete nella parte emiliana, con la bicicletta, l’Abetone è ancora distante, avete passato da poco Pavullo nel Frignano. Fuori di metafora, finché scrivete si possono aprire davanti a voi paesaggi splendidi che non potrete ignorare, cercando di legare il lavoro fatto sulla griglia e la capacità di assorbire nuove idee.

Siate originali pensando di doverlo essere. L’approccio mentale, dicevo, da quello dovete partire: nutrirlo, assecondarlo, metterlo in discussione, alimentarlo con abitudini diverse. Vedrete l’effetto che ne avrà la vostra scrittura, vi stupirete.

Siete abituati al mattino a bere il caffè a casa? Fate una colazione al bar prima di altri impegni quotidiani, osservate chi vi sta attorno, le persone potrebbero ispirarvi. Guardate i particolari, come parlano, come si comportano, le reazioni del barista. Appuntate. A volte un evento così banale come una colazione fuori casa potrebbe fornirvi un’originalità che cercavate da tempo.
Altro consiglio. C’è un luogo del vostro paese o città che conoscete poco? Visitatelo. Non importa se trovate un parco o un museo, una chiesa o una mensa per poveri, l’importante è che mettiate in moto energie nuove, idee diverse, curiosità prima inesistenti. L’originalità si crea, non si aspetta che giunga su di noi. Questo è il senso dell’approccio mentale.

Scusate se vi parlo per l’ennesima volta – non lo farò più – di ciò che qualcuno potrebbe definire psicologia da quattro soldi, ma troppe sono state le occasioni in cui ho letto prose di qualcuno e dalla scrittura desumevo la noia o l’originalità nella vita dell’autore. Credo fermamente che, comprendendo tuttavia che possa essere opinabile, la sintonia fra vita e scrittura di una persona siano legate con forza.
Se avete scelto una storia da raccontare, se sentite che possa essere un’ottima occasione tentare la sfida dei 100 giorni, se volete buttare fuori certe idee e visioni, perché non farlo nel migliore dei modi sviluppando quanto più possibile le vostre capacità?
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