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Intervista a Morena Fanti

Buongiorno, vorrei iniziare chiedendole a quale età si è avvicinato alla scrittura e se è stato o meno un caso fortuito.

Ho iniziato a scrivere nel 2001. Non giovanissima, quindi. Non è stato un caso. Da qualche anno sentivo che avrei scritto, perciò mi ero documentata, leggendo libri sulla scrittura e integrando le mie letture. Sono sempre stata una grande lettrice ma ho sempre letto per 'settori' e per autori, e solo quello che mi piaceva. Da quando ho capito che la scrittura sarebbe stata così importante per me ho allargato i miei interessi anche ad altri libri. E soprattutto, ma questo negli ultimi anni, leggo con un occhio diverso, più attento alle parole, non solo alla storia.

Se consideriamo come estremi l’istinto creativo e la razionalità consapevole, lei collocherebbe il suo modo di produrre scrittura a quale distanza dai due?

Io sono sicuramente verso il lato dell'istinto creativo. Credo influisca anche il carattere in questo. E lo dico nonostante la mia razionalità conclamata. Credo che ogni manifestazione artistica debba poter dare molto spazio all'istinto. Per la razionalità c'è già il resto della vita. L'istinto da solo, però, non basta. Quindi direi: iniziare d'istinto, sfogare la creatività e poi ripulire il tutto con la razionalità. Ma senza usarne troppa.

Moravia, cascasse il mondo, era solito scrivere tutte le mattine, come descriverebbe invece il suo stile? Ha un metodo rigido da rispettare o attende nel caos della vita un’ispirazione? Ce ne parli.

Io non ho metodo e non attendo nel caos. Scrivo e basta. Cerco di scrivere tutti i giorni. La verità è che non devo neanche cercare di farlo. Mi viene così. E quando non posso scrivere, ne soffro un po' ma non diciamolo in giro. Già ci prendono per pazzi anche così. Noi siamo quelli che, come ha detto Conrad, guardiamo fuori dalla finestra affermando di lavorare. Chi ci crederà mai?

Di che cosa non può fare a meno mentre si accinge alla scrittura? Ha qualche curiosità o aneddoto da raccontarci a riguardo?

Non ho molte 'pretese', a parte la bottiglia dell'acqua sempre sulla scrivania - se mi metto a scrivere davvero poi non riesco ad alzarmi e magari mi troverebbero disidratata sulla tastiera -, ma ho acquisito certe abitudini e sono diverse secondo l'orario in cui scrivo. A volte accendo la radio e scrivo con la musica, ma la radio mi piace solo di mattina. Al pomeriggio ascolto cd o musica che cerco su internet e che mi serve per il testo che sto scrivendo. Poi, quando l'ho 'digerita' e collocata nel testo, arrivo ad un punto in cui ho bisogno del silenzio per sentire solo ciò che ho in mente. Scrivo sempre con il computer per comodità ma mi piacerebbe molto, e ogni tanto lo faccio, scrivere su un quadernone - mi servono pagine grandi. Non so scrivere con caratteri piccoli. Trovo che scrivere su carta sia liberatorio: muovere le mani, allargare il giro della penna, scarabocchiare perfino. Sgranchisce anche le idee.

Wilde si inchinò di fronte alla tomba di Keats a Roma, Marinetti desiderava “sputare” sull’altare dell’arte, qual è il suo rapporto con i grandi scrittori del passato? È cambiata nel tempo tale relazione?

Il mio rapporto con i grandi scrittori del passato è buono: loro mi ignorano e io faccio lo stesso. Ho letto i classici e credo si debbano continuare a leggere ma credo anche che si debba guardare con occhio attento al presente e all'evoluzione che ci sta intorno. Quindi non voglio "sputare" come Marinetti ma non mi voglio neanche inginocchiare. Credo nel rapporto paritario. Penso che ogni bravo scrittore possa regalarci qualcosa e ci possa insegnare tanto ma non credo sia giusto mettere i grandi, del passato o meno, su un piedistallo. Credo che gli scrittori, certi scrittori, ci si mettano anche da soli su un piedistallo, quindi se posso non li istigo a farlo.

L’avvento delle nuove tecnologie ha mutato i vecchi schemi di confronto fra centro e periferia, nonostante ciò esistono ancora luoghi italiani dove la letteratura e gli scrittori si concentrano? Un tempo c’erano Firenze o Venezia, Roma o Torino, qual è la sua idea in merito?

La tecnologia ci ha portati ad essere al centro di tante iniziative senza muoverci dalla sedia di casa e questo è un enorme vantaggio. Io sono una grande estimatrice del web. Però la tecnologia, appunto per questo aspetto di "comodità", potrebbe indurci ad un impoverimento di movimento che ci porterebbe ad apprezzare solo le cose comode, invece l'arte, la letteratura, va anche cercata uscendo di casa e frequentando circoli, presentazioni, caffè letterari. In questa ottica credo che una grande città, e penso a Roma e a Milano ad esempio, possa offrire molto di più di un piccolo centro. In questi casi, per chi abita nei piccoli centri o per chi è impossibilitato a muoversi, ecco che ci soccorre di nuovo la tecnologia che abbatte gli spazi e ci porta ugualmente tante opportunità di conoscenza.

Scrivere le ha migliorato o peggiorato il percorso di vita? In altre parole, crede che la letteratura le abbia fornito strumenti migliori per portare in atto i suoi desideri?

Non credo che scrivere possa migliorare il percorso di vita e non credo che possa fornire strumenti per portare avanti desideri. Per me scrivere è un bisogno e quindi poterlo soddisfare mi aiuta certamente a stare bene. Scrivere è liberatorio: se ti tieni dentro le storie finisci per soffocare. Liberarle favorisce il respiro e lascia spazio alle altre storie che verranno. Quindi, in questo senso, scrivere fa bene e migliora la vita.

La ringrazio e buona scrittura.

Grazie. Buona scrittura a tutti. E a chi non scrive buona lettura.

Morena Fanti (http://morenafanti.wordpress.com), scrive dal 2001 su vari siti e blog. Collabora al quindicinale La voce dell’Isola e alla rivista culturale Pentelite diretta da Salvo Zappulla. È redattrice del litblog Viadellebelledonne (http://viadellebelledonne.wordpress.com) e fondatrice della rivista omonima. Ha pubblicato il libro Orfana di mia figlia (editore Il pozzo di giacobbe, 2007). Suoi testi si trovano nelle raccolte Il silenzio della poesia e Lo Spirito della poesia (Fara editore 2008) e in varie antologie.

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