Il colore
Autore: Morgan PalmasMer, 22/04/2009 - 07:34
La lingua italiana include una quantità di parole delle quali il più delle volte noi non ne siamo consapevoli, come nel caso dei colori. Ecco allora che le nostre comunicazioni appaiono magari essenziali, ma grossolane, povere dal punto di vista della precisione e della semantica.
Dalla finestra di camera mia vedo le fronde d’un albero che grazie alle prime luci dell’alba assumono un dolce color giada; in lontananza si staglia la chiesa color oro del paese, sotto il cielo mavì.
Perché non ci sono soltanto i colori, altresì termini andati, desueti, peculiari.
La velocità contemporanea che ci impone ritmi frenetici e innumerevoli distrazioni sta ghigliottinando la lingua con un’intensità che non ha pari nella storia del nostro paese. Le nuove tecnologie (sms, chat o mail) ci costringono all’essenziale, all’approssimazione; non c’è tempo per pensare e soprattutto non c’è tempo per leggere con calma fonti dalle quali imparare un uso più consapevole della lingua.
Si parla e si scrive molto, spesso male. E i colori, quando non li sai nominare nella loro esatta accezione, si indeboliscono, perdono di meraviglia. Il mondo intero appare più grigio.
La vitalità del senso della vista è tale se e soltanto se possiamo definire con precisione i diversi colori, altrimenti tutto sembra meno intenso. Magari le emozioni ci danno l’illusione di quella vitalità, tuttavia sono emozioni appunto, non la ricchezza della comprensione.
Dalla finestra di camera mia vedo le fronde d’un albero che grazie alle prime luci dell’alba assumono un dolce color giada; in lontananza si staglia la chiesa color oro del paese, sotto il cielo mavì.
Perché non ci sono soltanto i colori, altresì termini andati, desueti, peculiari.
La velocità contemporanea che ci impone ritmi frenetici e innumerevoli distrazioni sta ghigliottinando la lingua con un’intensità che non ha pari nella storia del nostro paese. Le nuove tecnologie (sms, chat o mail) ci costringono all’essenziale, all’approssimazione; non c’è tempo per pensare e soprattutto non c’è tempo per leggere con calma fonti dalle quali imparare un uso più consapevole della lingua.
Si parla e si scrive molto, spesso male. E i colori, quando non li sai nominare nella loro esatta accezione, si indeboliscono, perdono di meraviglia. Il mondo intero appare più grigio.
La vitalità del senso della vista è tale se e soltanto se possiamo definire con precisione i diversi colori, altrimenti tutto sembra meno intenso. Magari le emozioni ci danno l’illusione di quella vitalità, tuttavia sono emozioni appunto, non la ricchezza della comprensione.
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