Caratterizzazione dei personaggi
Autore: Morgan PalmasGio, 30/04/2009 - 08:07
Non si scorgono nell’uso della lingua d’una persona abitudini, timbri, ripetizioni, ritmo? La caratterizzazione del linguaggio dei personaggi dovrebbe includere tali aspetti. Un protagonista non è solo azione e pensiero, altresì espressione linguistica.
Chi ha letterariamente il convincimento che i dialoghi siano soltanto un’evoluzione distinta dall’utilizzo della lingua è alle prime armi nella scrittura. Il successo di non pochi scrittori appartiene alla capacità di gestire un personaggio in tutte le sue forme, dalle sue gesta fino alla ripetizione smodata d’un avverbio per esempio.
Possiamo donare caratterizzazione ad un signore anziano in molti modi: il tipo di aggettivi che “frequenta” (se ne fa uso), il tono della voce, la velocità o la calma di pronunciare parole, le pause, l’abitudine a servirsi di espressioni di meraviglia (Davvero? Ne sei sicuro? Non scherzare dai! Ecc), termini desueti: l’elenco delle modalità potrebbe essere assai lungo.
La mia esperienza è la seguente: quando mi cimentai circa dodici anni addietro alla stesura del mio primo romanzo, presi un quaderno e tenni alcune facciate per ogni personaggio che andavo inserendo nella storia. Non solo cercai di creare Davide o Antonio o Elena nel linguaggio adottato, tentai anche di pensare un’evoluzione del linguaggio (grazie a loro letture, esperienze, riflessioni). Quanto al principio che mi proposi, che era di natura davvero creativa, mi convinsi che ognuno dei personaggi dovesse essere riconosciuto senza citare il suo nome, o in ogni caso quello doveva essere l’obiettivo in alcune parti del romanzo: il lettore, abituato ai modi linguistici di Riccardo, doveva ad un certo punto riconoscerlo, percepirlo, assorbire i suoi toni, la sua lena, i suoi avverbi e aggettivi preferiti. E doveva respingere con meraviglia un cambiamento improvviso nel linguaggio, quasi a intuire un mutamento nella scena che di lì a poco si sarebbe sviluppata.
Il lettore non può essere unicamente condotto nel percorso narrativo da accadimenti di vita; né può piegarsi a virate di pensiero senza che vi sia nondimeno uno sviluppo linguistico. Mi spiego.
Accade un lutto importante. La moglie, ora vedova, muta di necessità le sue espressioni: più rassegnate, più calme o più isteriche, più affrante o più inquiete; perché non lavorare sugli aggettivi, sugli avverbi, sulla semantica, sul timbro, sul ritmo, sulle pause, sulle interiezioni, sulle congiunzioni, sulle preposizioni. Per completare l’idea del cambiamento in atto nella vita della signora travolta dal dolore della perdita.
I complessi legami linguistici in un individuo, che sono disposti armonicamente dallo scrittore, forniscono altrettanta complessità al romanzo, lo rendono profondo, oltre che più interessante.
Chi ha letterariamente il convincimento che i dialoghi siano soltanto un’evoluzione distinta dall’utilizzo della lingua è alle prime armi nella scrittura. Il successo di non pochi scrittori appartiene alla capacità di gestire un personaggio in tutte le sue forme, dalle sue gesta fino alla ripetizione smodata d’un avverbio per esempio.
Possiamo donare caratterizzazione ad un signore anziano in molti modi: il tipo di aggettivi che “frequenta” (se ne fa uso), il tono della voce, la velocità o la calma di pronunciare parole, le pause, l’abitudine a servirsi di espressioni di meraviglia (Davvero? Ne sei sicuro? Non scherzare dai! Ecc), termini desueti: l’elenco delle modalità potrebbe essere assai lungo.
La mia esperienza è la seguente: quando mi cimentai circa dodici anni addietro alla stesura del mio primo romanzo, presi un quaderno e tenni alcune facciate per ogni personaggio che andavo inserendo nella storia. Non solo cercai di creare Davide o Antonio o Elena nel linguaggio adottato, tentai anche di pensare un’evoluzione del linguaggio (grazie a loro letture, esperienze, riflessioni). Quanto al principio che mi proposi, che era di natura davvero creativa, mi convinsi che ognuno dei personaggi dovesse essere riconosciuto senza citare il suo nome, o in ogni caso quello doveva essere l’obiettivo in alcune parti del romanzo: il lettore, abituato ai modi linguistici di Riccardo, doveva ad un certo punto riconoscerlo, percepirlo, assorbire i suoi toni, la sua lena, i suoi avverbi e aggettivi preferiti. E doveva respingere con meraviglia un cambiamento improvviso nel linguaggio, quasi a intuire un mutamento nella scena che di lì a poco si sarebbe sviluppata.
Il lettore non può essere unicamente condotto nel percorso narrativo da accadimenti di vita; né può piegarsi a virate di pensiero senza che vi sia nondimeno uno sviluppo linguistico. Mi spiego.
Accade un lutto importante. La moglie, ora vedova, muta di necessità le sue espressioni: più rassegnate, più calme o più isteriche, più affrante o più inquiete; perché non lavorare sugli aggettivi, sugli avverbi, sulla semantica, sul timbro, sul ritmo, sulle pause, sulle interiezioni, sulle congiunzioni, sulle preposizioni. Per completare l’idea del cambiamento in atto nella vita della signora travolta dal dolore della perdita.
I complessi legami linguistici in un individuo, che sono disposti armonicamente dallo scrittore, forniscono altrettanta complessità al romanzo, lo rendono profondo, oltre che più interessante.
Tag:
Speciali
- Corso online di Scrittura Creativa
- Corso online di Editing
- Corso SEC online (Scrittura Editoria Coaching)
- Lezioni di scrittura creativa
- Conoscere l'editing
- Scrivere un romanzo in 100 giorni
- Interviste a scrittori
- Curiosità grammaticali
- Case editrici
- La bellezza nascosta
- Gli influencer dei libri su Instagram – #InstaBooks
- Puglia infelice – Reportage sulle mafie pugliesi
- Letture di scrittura creativa
- Consigli di lettura
- L'Islam spiegato ai figli
- Interviste a editor e redattori
- Interviste a blog letterari
- Interviste a giornalisti culturali
- Interviste a docenti
- Come scrivere una sceneggiatura
- Premio Strega: interviste e ultimi aggiornamenti
- Premio Campiello: interviste e ultime novità
- Premio Galileo: interviste
- I nuovi schiavi. Reportage tra i lavoratori agricoli
- La Webzine di Sul Romanzo
Archivio Post
Più cercati
- Quanto fa vendere il Premio Strega? I dati reali
- Che tipo di lettore sei?
- I 20 consigli di scrittura di Stephen King
- Test di grammatica italiana, qual è la risposta giusta?
- Classifica dei libri più venduti di tutti i tempi nel mondo
- Come scrivere un romanzo: 15 modi utili
- 11 consigli per trovare la tua writing zone
- 13 cose che gli amanti dei libri sanno fare meglio di tutti
- 7 posti che tutti gli scrittori dovrebbero visitare almeno una volta
- Carlos Ruiz Zafòn ci racconta il suo Cimitero dei libri dimenticati
- I 10 film più divertenti di tutti i tempi
- I consigli di scrittura di 11 scrittori
- La reazione di Cesare Pavese quando vinse il Premio Strega
- Le 10 biblioteche più grandi del mondo
- Marcel Proust pagò per le prime recensioni di “Alla ricerca del tempo perduto”
- Perché uscire con uno scrittore? 10 motivi validi