Una domenica a casa Buticchi parlando di "La luce dell'impero"
Per presentare La luce dell'impero (Longanesi, 2017), undicesimo episodio delle avventure di Sara Terracini e Oswald Breil, Marco Buticchi ha invitato un gruppo molto ristretto di blogger nella sua bella casa sulla collina che sovrasta Lerici, da cui si gode un magnifico panorama su Portovenere e il golfo di La Spezia.
Qui Buticchi trascorre soprattutto i mesi invernali dedicandosi alla scrittura, mentre quelli estivi lo vedono impegnato nella gestione del Lido di Lerici, storico stabilimento balneare, e di un albergo annesso.
Sembra curioso che uno scrittore affermato trascorra le sue estati appollaiato per molto tempo sulla postazione riservata ai bagnini, ma questo è proprio il caso di Buticchi, che su questa sua esperienza ha scritto anche il divertente Scusi, bagnino, l'ombrellone non funziona! (Longanesi, 2006): è stando a lungo sulla spiaggia davanti al mare, dice, che elabora le idee per quello che scriverà nei mesi successivi.
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La luce delll'impero esce a due anni di distanza dal capitolo precedente di questa lunga saga iniziata nel 1997, e vede i due protagonisti impegnati come sempre nella loro eterna lotta contro il male.
Questa volta si tratta dicombattere le potenti organizzazioni criminali messicane dedite al traffico di droga, dopo la morte di un giudice accusato ingiustamente di corruzione, ma in realtà impegnato a fondo nella guerra ai narcotrafficanti. C'è però qualcosa che collega ai boss della droga la storia maledetta di due enormi diamanti appartenuti a Massimiliano d'Asburgo, lo sfortunato fratello di Francesco Giuseppe che nel 1864 era stato posto dalle potenze europee a capo dell'Impero del Messico, ma poi era stato fucilato dopo appena tre anni di regno. I diamanti erano scomparsi insieme al tesoro imperiale, che Massimiliano aveva cercato di mettere in salvo prima di essere catturato dai repubblicani, ma non era mai stato ritrovato: la ricostruzione dei tragici anni messicani di Massimiliano occupa la parte storica del romanzo, che come sempre è strutturato su un doppio percorso tra passato e presente.
La chiacchierata con i blogger è avvenuta nel corso di un ottimo pranzo preparato dallo stesso Buticchi, che oltre a scrivere e a fare il bagnino per passione ama molto cucinare e organizzare incontri conviviali, durante i quali arriva a preparare celebri e colossali spaghettate per decine di persone. Consuelo, moglie di Buticchi e gentilissima padrona di casa, è autrice dei disegni che compaiono in alcune pagine de La luce dell'impero.
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Lo spunto per questo nuovo capitolo della saga, ci ha spiegato lo scrittore, che lo racconta anche nelle note di chiusura del romanzo, gli è arrivato in una maniera a dir poco insolita: nel 2009 aveva ricevuto una richiesta di amicizia su Facebook da qualcuno che si firmava Oswald Breil proprio in onore del suo personaggio, e che si era poi rivelato essere un appassionato studioso della tragica avventura di Massimiliano in territorio messicano.
Da lì a decidere di ambientare un romanzo in quei luoghi, e in quel particolare momento storico, il passo non è stato molto lungo, grazie anche ai preziosi suggerimenti avuti nel corso del tempo dal misterioso storico nascosto dietro il nickname Oswald Breil.
Del resto, il Messico costituisce una tappa perfetta nel viaggio ideale che Oswald e Sara stanno compiendo da un romanzo all'altro e da un luogo all'altro, risalendo il continente americano, come non avranno mancato di notare i lettori più affezionati.
La chiacchierata vista mare ci ha offerto notizie e curiosità sul percorso di scrittura di questo autore molto amato dal pubblico italiano e anche dai suoi numerosi lettori all'estero.
Può servire da incoraggiamento a tutti gli aspiranti scrittori che esordiscono autopubblicandosi il fatto che Buticchi, considerato oggi il capofila nazionale del suo genere, unico italiano a essere pubblicato da Longanesi nella collana "I maestri dell'avventura" accanto a Wilbur Smith, Patrick O'Brian o Clive Cusserl, si pubblicò da solo il primo romanzo, Il cuore del profeta, di cui ci ha mostrato con orgoglio l'unica copia che ha conservato, e anche il secondo, L'ordine irreversibile, nei primi anni Novanta, con un discreto successo di pubblico. Grazie soprattutto a quest’ultimo attirò l'attenzione di Mario Spagnol, frequentatore abituale della spiaggia di Lerici e grande scopritore di talenti, che lo fece debuttare con la casa editrice Longanesi, a cui lo scrittore è sempre rimasto fedele.
Ma qual è il rapporto di uno scrittore con un personaggio seriale con cui convive da decenni? Non c'è il rischio di diventarne in qualche modo prigioniero?
Buticchi ritiene di non correre questo rischio. Trova anzi che i personaggi sono fatti per intervenire in una storia al momento giusto, come unici in grado di sciogliere una situazione intricata, che a volte lo scrittore ha avviato pensando di poter fare a meno di loro: in uno dei romanzi precedenti, ad esempio, Oswald Breil compare solo a pagina centocinquanta, prendendo in mano le fila della vicenda avviatasi senza di lui.
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A proposito del suo eroe, Buticchi sottolinea di averlo creato rifiutando tutti gli stereotipi dell'eroe bello, atletico, perfetto in ogni circostanza di cui il miglior esempio è il James Bond dei romanzi di Ian Fleming: Oswald Breil ci viene descritto come piccolo e insignificante, alto poco più di un nano, e tuttavia in grado di compiere azioni complesse e spericolate.
In ogni caso, per non restare troppo legato a questi romanzi seriali, Buticchi si è autoimposto una specie di pausa "sabbatica": ogni cinque libri dedicati alla saga di Oswald Breil e Sara Terracini, ne scrive uno completamente diverso, come è stato l'anno scorso per Casa di mare (Longanesi, 2016), in cui raccontava la vita avventurosa del padre Albino, petroliere e, per un breve periodo a metà degli anni Settanta, anche presidente del Milan calcio, ma soprattutto gran giocatore d'azzardo dalle alterne fortune.
Sara Terracini e Oswald Breil torneranno quindi, prevedibilmente nel 2019, con una nuova avventura che potrebbe forse portarli in Alaska, luogo da cui Buticchi si dichiara affascinato e che sceglierebbe volentieri come scenario per un romanzo, magari proprio il prossimo episodio della saga dopo La luce dell'impero.
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