Un viaggio nella bocca dell’inferno con Fernando Pessoa
Puntata n. 43 della rubrica La bellezza nascosta
«A un chilometro e mezzo circa a ovest di Cascais, proprio sulla costa atlantica, c’è una località rocciosa di grande bellezza chiamata La bocca dell’inferno (Boca do Inferno) […] La bocca dell’inferno è un luogo sempre meraviglioso, ma diventa sublime e perfino sinistro nei giorni di tempesta. Non è raccomandabile avvicinarsi troppo al ciglio del cerchio nero. Naturalmente è stato teatro di molti suicidi.»
Non esistono verità assolute, ogni persona ha la sua soggettività e la sua visione del reale; se due individui, posti uno di fronte all’altro, vogliono discorrere del medesimo argomento è possibile che nessuno dei due si possa trovare in accordo con le parole del suo interlocutore. Questo accade perché, affinché una cosa possa diventare vera per entrambi, i due interlocutori devono lasciar perdere le proprie verità e le proprie visioni del reale, e spostarsi verso il centro; entrambi devono abbandonare la loro posizione di confort e muoversi verso l’altro, per provare a scoprire nuovi modi di interpretare e vedere, abbandonare lentamente la soggettività per scoprire un senso oggettivo delle cose.
Molto spesso però accade che entri in gioco la fantasia, la voglia, attraverso depistaggi e racconti, di mostrare qualcosa di falso che diventi, agli occhi dei lettori e per gli ascoltatori, qualcosa di verosimile, qualcosa di assolutamente reale. Forse l’unica cosa certa è che ognuno di noi può credere o non credere, ogni persona può restare dentro il suo mondo soggettivo o uscire fuori, ma nessun movimento, nessuno spostamento, ci garantisce di poter giungere a una verità assoluta, perché forse tale verità, in fondo, non esiste.
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Fernando Pessoa è nato a Lisbona nel 1888, dove poi è morto nel 1935; è riconosciuto come uno degli autori più importanti della letteratura del Novecento.
Aleister Crowley è nato nel 1875 a Leamington Spa ed è deceduto ad Hastings nel 1947; è una delle più importati figure dell’esoterismo, importante occultista, la sua immagine con il tempo si è trasformata in un’icona della cultura pop.
La bocca dell’inferno è stato pubblicato in Italia da Federico Tozzi editore, le traduzioni sono state per l’inglese di Sara Culeddu e Tommaso Selvetti, per il portoghese di Giorgia Bima, entrambe le traduzioni sono state poi passate sotto la supervisione di Marco Pasi.
Il 2 settembre 1930 a Lisbona sbarca l’occultista Crowley e la sua compagna Hanni Jaeger. Ad attenderli c’è Fernando Pessoa. A qualche settimana di distanza, Crowley scompare dopo aver lasciato una lettera d’addio su di una scogliera nota come la Bocca dell’inferno. Ma è davvero tutto così come appare? Crowley si è davvero suicidato?
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Il libro è composto da una prima parte in cui c’è tutto lo scambio epistolare tra Crowley, la sua casa editrice, Pessoa e altri individui che erano nella cerchia dell’occultista; troviamo poi una serie di articoli che parlano del suicidio (?) di Crowley e della lettera trovata alla Bocca dell’inferno; arriviamo poi nella parte del libro dove c’è un romanzo scritto da Pessoa su quella vicenda; e in coda troviamo alcune poesie di Pessoa e Crowley e di Auguato Ferreira Gomes.
«Da un punto di vista razionale, il caso sembrava presentare le seguenti possibile soluzione: (1) un suicidio, oppure (2) una messinscena con uno scopo particolare. L’unico fatto incontestabile è l’autenticità della lettera di Crowley. Altrettanto incontestabile è che la lettera sia stata scritta per dare l’idea (reale o falsa che sia) di un suicidio, e di un suicidio commesso lì dove la lettera è stata trovata, o si sostiene che sia stata trovata. Pur volendo scartare l’ipotesi di un suicidio, dobbiamo comunque prendere in considerazione quella di una messinscena che lo simuli.»
Siamo davanti a un libro molto affascinante, riusciamo a entrare nelle vite dei due protagonisti leggendo la loro corrispondenza e cerchiamo, mentre andiamo avanti nella lettura, di delineare il profilo psicologico di Crowley e Pessoa. Terminate le lettere, ci troviamo davanti al romanzo che lo stesso Pessoa scrisse sui fatti che lo riguardarono da vicino, ed è un testo di una notevole qualità letteraria.
La bocca dell’inferno è un piccolo gioiello da leggere e conservare, ed è il segno evidente di come la piccola editoria sappia lavorare e lo sappia fare in maniera eccelsa.
«Lo scopo di questo libro è descrivere nella sua interezza l’indagine che ho svolto sul suicidio, reale o apparente, di Aleister Crowley, nonché sulla sua scomparsa, di cui si seppe a partire dal momento in cui furono ritrovati questi due oggetti.»
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Quando restiamo troppo a lungo a cercare di comprendere cosa sia falso e cosa sia reale possiamo correre il rischio di restare disorientati e di perdere la nostra soggettività; molto spesso la soluzione di un enigma è quella più semplice.
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