Un romanzo che ti prende pagina dopo pagina. “Il figlio dell’italiano” di Rafel Nadal
Questa ultima fatica dello scrittore catalano Rafel Nadal dal titolo Il figlio dell’italiano, pubblicato dalla casa editrice DeA Planeta nella traduzione di Stefania Maria Ciminelli, si può dire a metà strada tra la pura invenzione romanzata e una meticolosa ricostruzione biografica. Rafel Nadal non fa altro infatti che raccontare con brio e gran sentimento un evento storico realmente accaduto durante la Seconda guerra mondiale.
Il figlio dell’Italiano prende dunque corpo da una vicenda che ha avuto il suo naturale debutto nel paesino di Caldes de Malavella, luogo sito nella Catalogna, dove Mateu della Mina trascorre, purtroppo in gravi ristrettezze economiche, una vita dura che senza pietà lo mette al muro e lo forgia alla resilienza, preparandolo a quella battaglia interiore che il destino ha messo sul suo cammino come una sorta di iniziazione o prova di maturità finale per stabilire il passaggio dalla pubertà all’età adulta. Lui e i suoi fratelli campano infatti con gli scarsi proventi del lavoro di boscaiolo del padre, mentre la povera madre si arrangia come può lavorando come lavandaia.
Contrariamente ai suoi fratelli, fannulloni e caciaroni, Mateu è più posato, ma schivo e restio ad aprirsi a quel mondo così bello e crudo che lo circonda. E se lui è solamente una comparsa nel teatrino della vita, i suoi fratelli, pur non ammazzandosi di fatica, non rinunciano al ruolo di primedonne.
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Ma Mateu ha un cuore e capisce che le circostanze lo obbligano a prendere inesorabilmente nelle proprie mani non solo le redini della propria vita, ma anche quelle della famiglia e così inizia dunque a lavorare e a procurare quel denaro per non affondare del tutto.
Il più delle volte però la vita è bastarda fino in fondo e anche per il nostro simpatico protagonista a bufera è pronta a colpirlo e ad affondarlo. Cosa era dunque successo?
Nel piccolo Paese iberico andava insistendo sempre più una voce che riguardava una scomoda verità su Mateu e i suoi natali. Il ragazzo non sarebbe ispanico al cento per cento, ma figlio di un italiano, un militare arrivato in quelle terre dopo essere scampato miracolosamente al bombardamento della corazzata italiana Roma, affondata dai nazisti durante l’apice del secondo conflitto mondiale.
Questo presunto padre, senz’altro scomodo e alquanto ingombrante, era – vox populi docet – assai affabile, piacente, il classico latin lover che faceva della musica, in special modo dei canti napoletani, subdola e proficua arma di seduzione. Ma cosa era accaduto davvero?
Mateu in un primo momento decide di non indagare e di non dipanare l’intricata matassa per paura di turbare i fragili equilibri della famiglia e soprattutto per tutelare sino in fondo la tranquillità emotiva e psicologica degli amati genitori. Però quando la madre esala l’ultimo respiro il ragazzo decide di intraprendere quel viaggio non solo geografico, ma principalmente intimo che piano piano lo porterà a prendere coscienza di sé, delle sue forze, dei suoi limiti e delle sue fragilità.
Attraverso la Spagna e l’Italia dunque Mateu, “il figlio italiano”, tenta con tenacia e abnegazione di ricostruire il suo background e per fare ciò ha solo un obiettivo: ritrovare tutti i pezzi di quell’amore proibito che ha ossessionato e scatenato la madre e il giovane milite italiano per poi ricomporre quel meraviglioso puzzle esistenziale che ha portato alla sua nascita. Anche se il suo essere “figlio dell’italiano” lo ha portato a venir considerato agli occhi della stessa opinione pubblica, falsa e bigotta, come una sorta di errore madornale, insomma in parole povere lui non era altro che il famigerato emblema del figlio della colpa!
In tutto questo marasma di ricerca, di verità nascoste e di menzogne che vengono a galla, Mateu s’imbatte in altri episodi simili. Ebbene sì, diversi furono i marinai italiani scampati miracolosamente a quel bombardamento e accolti dalle famiglie catalane. Ciro, Santo, Ovilio, Gavino e altri intersecarono le loro vite con quelle giovani donne e vedove locali.
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Rafel Nadal, da non confondersi con il campione di tennis spagnolo Rafael Nadal, non è solamente un pregevole narratore dalla penna che conquista e seduce, ma anche un giornalista acuto e di successo.
In questo caso ha confezionato, con grande maestria e delicatezza, un toccante romanzo corale, epico e intimo allo stesso tempo. Un romanzo che ti prende pagina dopo pagina accompagnandoti in un mondo parallelo che è esistito realmente nella sua crudezza, nella sua durezza, un mondo di sangue che però si trasforma anche in una meravigliosa chimera tutta da scoprire, dove un piccolo grande uomo, quale Mateu fondamentalmente è, può compiere quell’idilliaco viaggio dell’esistenza, nel suo più intimo splendore, riuscendo così a fare pace con se stesso e a guardarsi finalmente dentro senza provare alcuna vergogna.
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