Un nuovo investigatore nel giallo italiano. “Fa troppo freddo per morire” di Christian Frascella
Fa troppo freddo per morire di Christian Frascella (edito da Einaudi) promette, sin dalla copertina, una certa dose di eccentricità: un uomo seduto in una lavanderia, una birra in mano e il riverbero delle "luci della città" a illuminare il tutto di giallo; quel giallo che negli anni '30 fu scelto a significare un binomio vincente: delitti e indagini. Per il suo nuovo romanzo, Frascella sceglie infatti una delle strade più battute della letteratura contemporanea, tuttavia, pur restando all'interno del genere, riesce a ritagliarsi uno spazio autonomo grazie alla personalità del suo protagonista, l'investigatore Contrera.
Di Contrera non conosciamo il nome, ma, verrebbe da dire, sappiamo tutto il resto: si tratta di un ex-poliziotto, allontanato per bustarelle e insubordinazione, che cerca di arrabattarsi facendo l'investigatore privato a Barrirera, nella malfamata periferia di Torino. Un matrimonio a pezzi e il pessimo rapporto con la figlia adolescente, Valentina, completano il quadro di un uomo fallito, che sembra vivere in bilico, tirando avanti solo grazie alla generosità della sorella e di un marocchino: la prima gli offre una casa e un sostegno morale, il secondo una lavanderia come ufficio. Pochi altri elementi bastano a far scattare l'azione: il padrone della lavanderia chiede a Contrera aiuto a nome di un parente, un ragazzo giovane e sprovveduto che si è lasciato prendere la mano dal gioco ed è finito vittima degli strozzini.
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La prima indagine di Contrera, come recita la copertina, inizia così. A seguire la mafia e un omicidio; tutte cose che preferiamo tacere per non rovinare un romanzo che fa della suspence una delle ragioni per continuare a leggere. Chi sarà il colpevole? Che cosa è accaduto davvero? Queste sono le domande, topiche per il genere, che il lettore non può evitare di farsi.
Eppure in Fa troppo freddo per morire c'è anche qualcos'altro, oltre alla classica tensione verso il "come andrà a finire", e questo "di più" è dato proprio da Contrera, personaggio poliedrico che Frascella costruisce sul filo del paradosso: un passato oscuro da poliziotto, quando era a tutti gli effetti un tutore della legge, fatto di mancanze e un presente che è il tempo del riscatto. Paradossalmente è solo dopo essere stato espulso dalle "forze del bene e della legalità" che Contrera inizia a tutelare sul serio, da privato, quella legalità di cui prima si era fatto beffe. Pur con i suoi difetti, Contrera finisce infatti per distinguersi dalla polizia, colpevole di condurre indagini approssimative, accontentandosi di verità di comodo per non rischiare nulla.
Il prototipo di questa figura di poliziotto, che ricorda il soldato vanaglorioso di certe commedie antiche, è De Falco, colui che aveva smascherato Contrera e il suo "cuore di tenebra" e che ora ha fatto carriera fino ai vertici della polizia. Cavaliere solo all'apparenza senza macchia, tutore della legge de facto, De Falco smentisce i suoi presunti valori nel privato, una volta smessa la divisa. La sua condotta è immorale, ma l'ipocrisia gli permette di girare a testa alta e fregiarsi dei suoi incarichi.
Contrera rappresenta l'opposto di tutto questo, l'altra faccia della medaglia: ammette di aver sbagliato in passato, nel pubblico, e sceglie di rifarsi nel privato e di diventare il "tutore della legge" che in passato non era riuscito a essere. Talvolta mente, è vero, ma quasi sempre a buon fine, seguendo una sua etica che non sarà perfetta, ma è meglio del perbenismo ipocrita di De Falco.
L'impressione è che al di là dell'indagine, fulcro di ogni giallo che si rispetti, c'è qualcosa di accattivante nel modo in cui Contrera vive la vita: goliardico, ironico, sempre pronto a rischiare anche senza garanzie, fallito che vuole rifarsi e spesso sbaglia.
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Insomma, il personaggio creato da Frascella, con le sue magagne e le sue tensioni all'ascesi, ha tutte le carte in regola per appartenere alla realtà ed essere apprezzato anche da noi, pubblico di lettori che per questo personaggio così imperfetto, eppure con tanta voglia di riscatto, non possiamo che provare simpatia.Così, Frascella, superando il genere, arriva a parlarci di valori e disvalori (lealtà, ipocrisia, etica, legalità) non attraverso un fare pedante, ma attraverso il racconto di un personaggio che riesce a farci sorridere delle debolezze umane e a farci desiderare di essere non perfetti, ma migliori.
Per la prima foto, copyright: Bianca Jordan.
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