Un giallo che non ha nulla da invidiare a quelli americani. “Fragile è la notte” di Angelo Petrella
Posilippo, Napoli. Giorni nostri. L’ispettore Denis Carbone viene inviato sulla scena di un crimine in via del Marzano: Ester Fornario è riversa a terra in una pozza del suo stesso sangue, la prima ipotesi è che si sia/sia stata gettata dalla torre della sua villa rossa. Sono dieci anni che Carbone lavora a Posilippo e, in quella cittadina dove non succede mai niente in cui è stato spedito per espiare le sue colpe, sono dieci anni che non segue un’indagine vera; con il caso Fornario si apre la possibilità di tornare in pista e fare di nuovo quello che gli viene meglio: portare a galla la verità, a qualsiasi costo.
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Ma Denis Carbone non è un ispettore qualsiasi, sbattuto in quel buco di cittadina come “punizione” per aver messo in piedi un torbido giro di scommesse all’interno della centrale, sono pochi i colleghi che nutrono rispetto per lui, che non nasconde il caratteraccio e la dipendenza da Macallan nemmeno in servizio. Per questo motivo, dover condividere i progressi dell’indagine con la squadra Mobile non è un supporto, come inizialmente si potrebbe pensare, ma una vera e propria spina nel fianco, un ostacolo ufficiale da scansare in continuazione, specialmente se i sospetti non convergono verso lo stesso punto. Troppo facile, infatti, sarebbe far ricadere tutta la colpa su uno degli amanti della bellissima e ricchissima Ester Fornario, soprattutto se l’amante in questione è talmente banale e sprovveduto da farsi incastrare con estrema facilità; ben più complicato, e pericoloso, è scavare e rivoltare la vita della donna da cima a fondo per carpirne tutti i segreti, in particolare quelli più oscuri e scottanti. Ma l’ispettore Carbone non è un amante delle strade facili, e così si ritrova a inerpicarsi lungo un sentiero che si fa via via più intricato e pericoloso; seguendo gli indizi e soprattutto il proprio istinto porterà alla luce una verità ben diversa da quella che tutti intravedevano e lo farà a costo della propria stessa vita.
Angelo Petrella, già conosciuto dal pubblico per i romanzi Cane Rabbioso (Meridiano Zero, 2006), La città perfetta (Garzanti, 2008), Le api randagie (Garzanti, 2012) e Pompei. L’incubo e il risveglio (Rizzoli, 2014), ha pubblicato nella collana “Farfalle” dell’editore Marsilio (aprile 2018) un giallo, Fragile è la notte, che potrebbe a buon diritto gareggiare con i romanzi americani dello stesso genere.
Sottile è la linea che separa il bene dal male in questo romanzo che ricorda quasi uno sceneggiato televisivo per via delle battute, che sono rapide e ficcanti, e per l’azione, che è continua e mai ripetitiva. Siamo a Napoli ma, se non conosci la città e i punti di riferimenti che vengono descritti, l’atmosfera è cupa e desolante abbastanza da potersi confondere con una qualsiasi periferia americana che sia altrettanto sconosciuta; non che i vaghi sentori d’America diano per forza maggior autorevolezza a qualcosa, ma è pur vero che se pensiamo a James Ellroy non possono che venirci alla mente libri di indubbia qualità. Il protagonista poi, questo Denis Carbone reietto ma dal cuore puro, alcolizzato quanto basta da trasudare disperazione ma lucido nelle investigazioni, è un detective costruito alla perfezione, il personaggio che chiunque spera di incontrare in un libro di questo specifico genere letterario perché, qualsiasi sia l’indagine che stiamo per leggere, il vero motore è senza dubbio il protagonista e lui solo.
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Personalmente ho provato da subito antipatia per lui, mi ha trasmesso la stessa sensazione urticante delle cose sporche e mal ridotte, eppure non posso che riconoscere la perfezione della costruzione fatta da Petrella: Carbone è un uomo finito, decaduto e decadente, alcolizzato e ossessionato dal passato nel peggiore dei modi possibili ma ha la stoffa del detective Giusto, quello che non si ferma in superficie e non guarda in faccia a nessuno pur di rendere giustizia alle vittime e allora alla fine, nonostante tutto, ti diventa quasi familiare, come un randagio a cui getti il cibo, anche se da lontano.
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