Un’edizione critica di Verga con il contributo dei Carabinieri
I Malavoglia entrano nell’edizione nazionale delle opere di Giovanni Verga (Catania, 2 settembre 1840 – Catania, 27 gennaio 1922). Sono 566 le pagine (edizioni Interlinea, 30 euro), che presentano il romanzo che inaugura la scuola verista italiana in una visione completa. Un’edizione critica definitiva che presenta in appendice tantissimi materiali interessanti come la Prefazione rifiutata del 1881, gli appunti sullo svolgimento dell'azione e sul carattere fisico dei personaggi, le liste di proverbi preparati per farli usare ai personaggi e tutti gli abbozzi del romanzo.
L’edizione critica curata da Ferruccio Cecco, presentata qualche settimana fa con un incontro pubblico dal titolo L'officina di un classico, L'edizione critica dei Malavoglia e la nuova Edizione Nazionale di Giovanni Verga all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha potuto contare sui ritrovati appunti originali di Giovanni Verga. Documenti “dispersi” dagli anni Venti del secolo scorso, ritrovati solo nel 2012 dai Carabinieri in una vendita all’asta da Christie’s, a Milano, e in una galleria di Roma, e poi affidati dalla Soprintendenza della Lombardia all’Università di Pavia, dove Cecco ha potuto finalmente lavorarci. Quest’edizione fa seguito alla prima con apparato critico, del 1995, curata sempre dal professor Cecco (la prima edizione dell’opera di Verga è la Treves del 1881).
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Giovanni Verga lavorò sull’opera tra il 1874 e il 1881. I Malavoglia furono il punto di arrivo di un percorso che culmina in una sintesi di romanticismo, scapigliatura e patriottismo che esalta la sicilianitudine. Ancora oggi il romanzo è una delle opere più studiate a scuola, seppure fuori dai percorsi scolastici non venga invece molto considerato (come capita, d’altronde, a molte altre opere studiate a scuola); tuttavia il romanzo è stato protagonista, appena quattro anni fa, di una rivisitazione cinematografica diretta da di Pasquale Scimeca, oltre sessant’anni dopo alla prima traduzione per immagini, con La terra trema (1948) di Luchino Visconti. Ora la nuova edizione critica offre finalmente nuovi spunti, spalancando le porte all’officina di un classico.
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