Un dispetto a Stanley Kubrick
Dall'armadio degli scheletri di Stanley Kubrick uscirebbe certamente il suo primo lungometraggio, Fear and desire, girato nel 1953, quando il regista nominato tredici volte all’Oscar (lo vinse solo una volta, nel 1969, per gli effetti speciali di 2001: Odissea nello spazio) aveva venticinque anni.
Fino ad oggi una versione restaurata della pellicola di debutto di Kubrick verrà proiettata in diverse sale italiane. Un'iniziativa a cui il regista di Shining avrebbe probabilmente reagito tirando fuori la motosega, dato che fu lui a far sparire il film dalla circolazione; solo nel 2008 è uscito il DVD in Italia.
L'aveva definito «un film amatoriale, balbettante, un esercizio, scritto da un poeta fallito, girato da una squadra di amici, una bizzarria completamente inetta: noioso e pretenzioso».
Una paternità difficile, insomma, per questa prima prova autoprodotta da Kubrick, in cui si gettano le basi tematiche di altri due film "bellici", Orizzonti di gloria (tratto dal romanzo del canadese Humphrey Cobb) e Full Metal Jacket. Da subito Kubrick aveva voluto sondare il dramma fisico ed emotivo della guerra, che non lascia nessuno incolume.
In 68 minuti, Fear and desire racconta, in bianco e nero, il tentativo di quattro soldati, dispersi in una guerra imprecisata, di ricongiungersi al plotone dopo che il loro aereo viene abbattuto in una foresta sotto il controllo del nemico. I quattro decidono di provare a raggiungere il fiume per attraversarlo con una zattera e mettersi in salvo sull'altra riva.
Alla luce del fatto che Kubrick, scomparso nel 1999, aveva sempre chiesto espressamente di escludere questa pellicola d'esordio da rassegne e retrospettive a lui dedicate, questa iniziativa sembra più un "dispetto" che un omaggio al regista di Arancia meccanica.
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