Un’amicizia in bilico in “Due donne. Passing”, romanzo di Nella Larsen
È un duo al femminile quello protagonista di Due donne. Passing, romanzo di Nella Larsen, pubblicato in Italia da Frassinelli. Il libro uscì per la prima volta nel 1929, e nonostante siano trascorsi novantuno anni i suoi contenuti sono ancora attuali. Da subito il lettore odierno si imbatte in temi del passato presenti ancora oggi: la condizione femminile, la diversità e il razzismo nei confronti di coloro che hanno una pelle dal colore diverso.
Al centro della storia ambientata negli Stati Uniti d’America dell’immediato fine Prima guerra mondiale, sono una coppia di donne che si muovono tra la New York carica di frenesia e quell’Harlem dove si sta mettendo in movimento un fare artistico importante e rappresentativo per la cultura afroamericana. In questa dimensione si ritrovano due amiche che da tempo non si vedevano: Irene Redfiled e Clare Kendry, entrambe dalla pelle chiara, ma con radici afroamericane. Irene è sposata con un medico di colore. Il rapporto con il consorte è caratterizzato da quel senso di protezione che le garantisce una vita tranquilla e borghese. Clare invece ha una vita più complessa che piena di misteri e segreti. Uno tra i più eclatanti è il fatto che Clare si faccia passare per bianca, quando in realtà bianca non è. Anzi la donna riesce in questo (il passing del titolo) non solo agli occhi della società che frequenta, ma anche a quelli del marito profondamente razzista.
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Irene e Clare cominciano a frequentarsi e a rinsaldare la loro amicizia di tanto tempo prima, ma in certi momenti tra le due si percepisce un sentimento più simile all’attrazione, che va ben oltre l’amicizia e questo spaventa Irene, così impreparata alle attenzioni da parte di Clare da fuggirne appena può e a causa di bugie. La poca trasparenza del fare e nel dire e una serie di ambiguità, determinerà continui scossoni al rapporto fino a che in esso si creeranno crepe insaldabili.
Il romanzo della Larsen, tradotto da Silvia Fornasiero, mette in campo temi molto delicati per quei tempi (siamo negli U.S.A degli anni Venti del Novecento) e mi riferisco all’essere donna e all’avere nel proprio DNA un sangue differente da quello della cultura dominante bianca. Sì, la società americana narrata dall’autrice è quella dove è presente in maniera forte il razzismo verso coloro che, proprio perché hanno un colore della pelle differente, vengono considerati quelli della razza diversa, da tenere lontani e in condizioni di inferiorità. Persone da relegare ai margini della società, sfruttando e cercando di bloccare da subito sul nascere ogni tentativo di ribellione. Irene Redfiled vive in questo mondo, ma la sua è un’esistenza pacata. Diversamente Clare Kendry scuote tutto e tutti grazie al suo fascino, alla bellezza che ha, e a quegli occhi ereditati dal padre e dalla nonna che conquistano il prossimo lasciandolo senza respiro. Clare è decisa in quello che fa e il suo modo di porsi nelle società, ossia il riuscire a farsi accettare dai bianchi (il passing che incontreremo qualche riga sotto), nonostante le sue origini afroamericane, le permetterà di ottenere tutta una serie benefici economici e sociali (stare nei posti e fare cose tipiche dei “bianchi) che ha sempre desiderato, ma che non ha mai avuto.
E qui entra in gioco il tema del passing, una parola non messa lì a caso nel titolo originale del libro dall’autrice. Un termine voluto per fare riferimento a quella capacità di una persona (Clare in questo caso) di riuscire a farsi considerare come membro di una società alla quale lei non appartiene – il mondo dei bianchi –, perché è un contesto culturale diverso da quello delle proprie origini. Vero, Clare nel romanzo inganna e riesce a tenere nascosto il suo segreto pure al marito bianco e razzista, ma il passing/passaggio è ed era in passato fondamentale per chi lo metteva in atto, perché comportava una vera e propria accettazione sociale.
Larsen riuscì a trattare con garbo e intelligenza il tema della condizione della donna di colore nella società americana degli anni Venti per il fatto che fu una delle protagoniste del movimento culturale noto come Harlem Renaissance (Rinascimento di Harlem) con il quale, attraverso le diverse modalità espressive dell’arte (pittura, fotografia, scultura, cinema, poesia, letteratura, musica, teatro…), la comunità afroamericana rappresentava la sua vita e il legame con le proprie radici. Inoltre l’autrice riuscì a narrare bene in questa sua seconda opera letteraria (la prima è Quicksand del 1926) lo stato del passing, perché lei stessa era di sangue misto, nata a Chicago, ma figlia di madre danese e padre afroamericano nato ai Caraibi e per tale ragione ben conosceva i pro e i contro di questa condizione.
Le pagine del libro scorrono veloci perché si scatena un vero bisogno di sapere quello che accadrà alle due donne presenti in un mondo solo in apparenza diverso dal nostro e dove la discriminazione era molto presente. Quando si giunge al termine c’è una sensazione di finale aperto, grazie al quale Larsen dona al lettore la possibilità di immaginare la fine della storia.
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La narrazione nata dalla penna della Larsen è una vera e propria indagine del e nel mondo femminile, nei suoi sentimenti ed emozioni, ma pone anche attenzione al tema della diversità per cultura e colore della pelle (razza) e quell’accettazione (spesso difficoltosa) dell’altro diverso da sé rende Due donne. Passing di Nella Larsen un romanzo in cui il mondo di ieri è molto simile e vicino al nostro oggi.
Per la prima foto, copyright: Analise Benevides su Unsplash.
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