Six Word Memoirs: gli haiku ai tempi di Twitter
Il progetto Six Word Memoirs nasce dalla mente di Larry Smith, editor, scrittore e fondatore della “blog-a-zine” SMITH (nonché ispiratore del personaggio di Larry Bloom in Orange is the new black).
Come funziona Six Word Memoirs? Prendete Jack Kerouac e i suoi haiku metropolitani, mischiateli a Twitter e mixateli per bene. Otterrete questo progetto che come spot utilizza la frase «One life. Six Words. What's yours?». Il concetto è semplice: scrivete la vostra storia con sei parole.
È una bella sfida. Soprattutto perché, per adesso, la lingua più utilizzata è l'inglese e non esiste una possibilità di accedere a gruppi separati che condividano diverse lingue. Ma forse per la brevità, le frasi risultano facilmente comprensibili e semplici. È un esercizio di stile che ci spinge a riflettere molto sull'uso delle parole e del loro potere. Con sei parole a disposizione non si può lasciare spazio a vaneggiamenti o perifrasi troppo articolate. Ciò che dobbiamo comunicare è il cuore, il nocciolo. Certo, non tutto ciò che viene proposto è un capolavoro. Ma mentre alcune frasi sono molto interessanti, altre sono chiaramente studiate per dare un sorriso o per descrivere un atto quotidiano come un qualsiasi social.
Esempi di ciò che si può trovare:
«Be words you want to read»
«Mum using FB so I've stopped»
«You walk directions opposite to me»
«Nightmares materialize in someone else's backyard».
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Smith è solito twittare selezioni delle migliori frasi ma, soprattutto, raccoglie per tematiche le più viste o le più cliccate ele raccoglie in antologie acquistabili su Amazon.
È importante riflettere su come a volte non servano profluvi di parole per trasmettere qualcosa con il rischio di annoiare o peggio ancora di essere travisati.
Gli haiku provano a fissare un sentimento, un’emozione e a trasmetterla in poche parole e forse è questo che serve per affrontare Six Words Memoirs per riuscire a far ridere, pensare o emozionare. E sapere l'inglese, ovviamente.
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